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Dalla Comunità di Sant’Egidio si alza un appello alla pace

Ieri a Roma si è aperto l’incontro delle religioni, ‘Il grido della pace’, organizzato dalla comunità di Sant’Egidio, la cui conclusione avverrà domani al Colosseo con la presenza di papa Francesco, come ha detto al termine dell’Angelus:

Mons. Delpini invita i cattolici a vivere l’amen di Maria

L’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, celebrando in Duomo la messa pontificale per la solennità della Natività della beata Vergine Maria, ha chiuso le polemiche seguite al suo saluto rivolto la scorsa settimana al neo-cardinale Oscar Cantoni, vescovo di Como:

Il papa ai giovani: amate l’Europa

Papa Francesco ha inviato un messaggio ai giovani riuniti a Praga, che fino ad oggi hanno partecipato alla conferenza sul futuro dell’Europa, con la speranza di una nuova Europa:

Pentecoste: ‘Vieni, Santo Spirito!’

L’anno liturgico è scandito da tre feste: Natale, Pasqua e Pentecoste. Si è concluso il tempo pasquale, inizia oggi la Pentecoste, termine greco che significa 50 giorni dalla Pasqua di risurrezione. Una festa già nota anche al mondo ebraico nella quale si celebrava la festa dell’abbondanza del raccolto.

Papa Francesco:Giuditta un’anziana coraggiosa

“Rivolgo un pensiero speciale al popolo dello Sri Lanka, in particolare ai giovani che negli ultimi tempi hanno fatto sentire il loro grido di fronte alle sfide e ai problemi sociali ed economici del Paese. Mi unisco a quelle autorità religiose nell’esortare tutte le parti in causa a mantenere un atteggiamento pacifico, senza cedere alla violenza. Faccio appello a tutti coloro che hanno responsabilità, perché ascoltino le aspirazioni della gente garantendo il pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà civili”.

Papa Francesco invita all’alleanza tra anziani e giovani

“Saluto cordialmente i polacchi, specialmente i pellegrini dell’Arcidiocesi di Łódź, che, insieme ai propri pastori, ringraziano Dio per il centenario della loro Diocesi. Saluto anche i fedeli della parrocchia polacca di Swindon, in Inghilterra, e della Basilica della Beata Vergine Maria Regina della Polonia a Gdynia. Dopo l’Udienza benedirò le corone, con le quali sarà adornata l’immagine della Madonna che si trova in questa chiesa. Oggi, nell’ottavo anniversario della canonizzazione di san Giovanni Paolo II, per sua intercessione, chiediamo di essere fedeli testimoni di Cristo e del suo amore misericordioso nel mondo, in famiglia e nei luoghi di lavoro”.

Da Manoppello l’alleanza delle Nozze di Cana

Ogni anno si celebra solennemente al Santuario del Volto Santo di Manoppello la messa nella seconda domenica dopo l’Epifania, la domenica ‘Omnis terra’, così chiamata dalle parole del Salmo di introito: nel 1208 papa Innocenzo III volle che in questa occasione il velo detto della Veronica custodito a San Pietro fosse portato in processione a Santo Spirito in Sassia per la benedizione dei malati e mostrare la forza risanante del Volto di Gesù. La reliquia sarebbe poi arrivata a Manoppello da dove si è diffuso appunto il culto del Santo Volto.

2^ domenica: famiglia, Chiesa domestica

Gesù dà il via alla vita pubblica e la prima realtà che si apre alla sua prospettiva è la famiglia, dove l’uomo realizza pienamente se stesso; la famiglia come legame intimo voluto da Dio tra un uomo e una donna, vincolo unitario ed indissolubile; legame che ci riporta all’alleanza  sancita tra Dio e il suo popolo che si coniuga in ‘amore sponsale’:

Dio ama la sua Chiesa come lo sposo ama la sua sposa. Gesù inizia la vita pubblica con una cena di matrimonio, dove compie il primo miracolo in favore della famiglia; conclude la vita pubblica con l’ultima cena, dove istituisce il sacramento dell’Eucaristia. Coincidenza assai indicativa e senz’altro voluta dal Signore.

La famiglia si costituisce con il sacramento dell’amore tra un uomo e una donna, ma al vertice  di questo amore necessita la presenza di Cristo Gesù, il Figlio di Dio incarnato nel quale l’umanità è assunta dalla divinità. E’ veramente grande il sacramento dell’amore.

Non c’è famiglia senza amore; ma ‘amare’ non è piacere o solo eros, nella famiglia è necessario che l’amore diventi ‘donazione’ o ‘agape’: cioè ‘ti voglio bene’ (io voglio il tuo bene); questo  amore,  mirabile agli occhi di Dio, trova in Cristo Gesù, che ha benedetto quella unione, il santificatore della famiglia.

E’ sempre necessario allora invitare Cristo a nozze per costruire la famiglia (chiesa domestica) alla maniera della Chiesa (la famiglia delle famiglie) su solida ed indiscussa base.  Anche Gesù nell’istituire la sua Chiesa cercò di darle una base stabile, costruirla su una pietra forte ed indiscussa: aveva riunito attorno a sé i dodici apostoli, poi ne scelse uno, Simone figlio di Giovanni, al quale disse:

da oggi innanzi ti chiamerai ‘pietra’, roccia, perché su questa pietra io edificherò la mia Chiesa; questa Chiesa, come una barca in un mare tempestoso, non affonderà mai perché al timone della barca c’è Pietro, elemento visibile di una realtà invisibile: lo Spirito Santo che guida la Chiesa, lo stesso Cristo Gesù sempre presente nella barca e, pertanto, ‘le porte degli inferi non prevarranno’.

Ciò che conta è la presenza di Gesù nella famiglia. Il miracolo delle nozze di Cana è significativo: alla cena di nozze è presente Gesù con i dodici e con Maria, sua madre. L’occhio vigile di Maria si accorge che il vino sta per finire ed invita Gesù ad intervenire con la sua forza divina. Maria invita i servi a recarsi da Gesù e questi ordina  loro di riempire le anfore di acqua, poi benedice e questa diventa ottimo vino.

Un vino così squisito che spinse il maggiordomo a richiamare lo sposo: tutti recano a tavola il vino buono all’inizio, tu lo hai riservato solo per la fine; non sapeva, poverino, che era il vino del miracolo. La crisi che incombe oggi sulla società è crisi della famiglia; la famiglia necessita di un cambiamento radicale.

Oggi si amano più i cani e i gatti che i bambini, oggi si preferisce  la convivenza (amore provvisorio) al matrimonio (unione stabile, per tutta la vita in ordine anche alla generazione dei figli); oggi domina soprattutto l’eros, il piacere, piuttosto che l’amore che è anche sacrificio e donazione.

Oggi è tempo di ri-costruzione, tempo prezioso che richiede responsabilità ed amore. Bisogna chiudere finalmente ad un certo modo di agire per aprirsi al vero orizzonte dell’amore,  alla luce della parola di Dio. 

Il matrimonio è un dono: la donazione di sé all’altro, la gioia del dare, del far felice. Coniugi: cum iugo, due persone poste sotto lo stesso giogo, che si aiutano a vicenda e nell’aiuto realizzano se stessi anche in chiave carismatica: per il bene della famiglie e della stessa società. Chi dà la forza e l’aiuto è lo Spirito Santo; è il vino di cui si parla nel Vangelo , elemento essenziale ed insostituibile nella vita della famiglia.

Ricordo sempre agli sposi: se il vino diminuisce o minaccia di finire (il vino della gioia, dell’amore, della donazione reciproca), alzate gli occhi al cielo, invocate Maria, madre di Gesù e madre della Chiesa; Maria collaborerà perché l’acqua diventi ottimo vino, Maria non abbandona i figli che si rivolgono a Lei.

Da soli si rimane vittime dell’egoismo, dell’orgoglio, della perfidia e della solitudine; con Cristo  Gesù risplende la sua luce, si diradano le tenebre e torna a risplendere  la gioia dell’amore vero e della vita. I cristiani di ieri hanno trasformato la famiglia in ‘chiese domestiche’; purtroppo oggi si assiste al processo inverso.

La società va male perché la famiglia minaccia di sgretolarsi. L’inizio di questo nuovo anno deve trovare uniti tutti: clero e laicato, giovani ed adulti a riscoprire la ricchezza dell’amore, di questo dono divino messo nelle mani dell’uomo. Dio è sempre fedele ed è garanzia sicura; l’Eucaristia aiuti gli sposi a rinnovare ogni giorno la loro alleanza di amore.

Domenica XXXI. Unum est necessarium: amare

Un Dottore della legge pone a Gesù una domanda: Qual è il primo di tutti i comandamenti?  Il primo non in senso cronologico, ma quello che sintetizza in sé tutti i comandamenti. Gesù risponde con le parole stesso della Bibbia: ‘Ascolta Israele, il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le tue forze’; Gesù poi aggiunge a sua volta quello che Egli chiama secondo comandamento non uguale ma simile al primo: ‘amerai il prossimo tuo come te stesso’. 

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