Parliamo del nostro impegno

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In questa pagina, il blog Korazym.org approfondisce ulteriormente il suo impegno, con alcune informazioni di base.

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Ho aperto una rubrica “Blog dell’Editore”.
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Vi ringrazio.

Macerata Campania, 17 gennaio 2020
V.v.B.

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Lo scambio di comunicazioni e il contatto personale

La passione di coloro che animano Korazym.org è la ricerca della notizia e il suo racconto, alimentato da una profonda curiosità della vita, integrato con lo stupore che muove il poeta. Il supporto tecnico di Internet rende più facile il compito, secondo la cultura dei media, e cioè con l’intelligenza e il cuore attenti all’oggi. Infatti, l’avventura virtuale di Korazym.org non sarebbe possibile senza la dedizione di grafici multimediali, di fotoreporters e videooperatori, di tecnici del Web, di redattori e di tutti i collaboratori che ci raggiungano. Tutti hanno chiaro un fatto: scrivere e comunicare sono declinazioni dei verbi “pensare” e “amare”. Lo scambio di comunicazioni e il contatto personale è essenziale alla vita della singola persona. Chi non comunica non esiste. E chi comunica deve farlo sempre meglio.

Per chi vuole partecipare al Progetto Korazym.org

Il quotidiano non profit on line Korazym.org è la dimensione virtuale del Progetto Korazym. È il mezzo tecnico prediletto dai giovani del nostro tempo, come una volta lo erano le montagne, come a Corazim in Terra Santa nel tempo di Gesù. Se vuoi partecipare al Progetto Korazym.org puoi collaborare nella nostra opera secondo i tuoi talenti: Clicca qui.

Il nostro logo

“Chi salirà il monte del Signore? Chi ha mani innocenti e cuore puro” (Salmo 23).

Con la grafica si esprime un programma…

Il nome del nostro dominio Korazym.org fa riferimento al Monte di Corazim in Terra Santa (in cui la “c” è stata sostituito con la “k”, comune nella comunicazione virtuale e la “i” è stata sostituita con la “y”, di “youth”). I tre colori usati per il logo (giallo, rosso, verde) sono in Sri Lanka considerati i colori di Dio, stanno per simboleggiare l’universalità di Dio, la fratellanza con tutti i popoli.

Dove si trova la montagna del “Discorso della montagna”? Lo sapete? Certo, viene chiamata anche “Monte delle beatitudini”, per motivo del suo primo capitolo.

Non sapete dove si trova? No? Dunque, questa così famosa montagna è “virtuale”, come lo è Internet. Ma anche che scrive non avrebbe saputo dirvi il nome, se non c’ero stato una volta, con San Giovanni Paolo II durante il suo pellegrinaggio in Terra Santa. Allora, il “Monte delle beatitudini” si trova presso una antica città che in ebraico è chiamata: “Corazim”. E mi ricordo quel colle appunto come “Corazim”.

Per primo, con il nostro nome “Korazym” abbiamo un riferimento diretto all’insegnamento di Gesù e indirettamente anche all’apostolato del Papa, perché ha visitato il luogo e ha celebrato l’Eucaristia su un altare che era stato preparato da ebrei ortodossi; che in più, con le loro mani avevano eretto la grande icona di Cristo sull’altare papale. E loro, sul sito, pregavano anche al Dio che è anche nostro Signore e Padre. Di questa storia abbiamo un filmato, prodotto dai nostri amici ebrei Yaky e Dorit Yosha, che documenta questa in modo sconvolgente.

Per secondo, la “y” (con cui è stata sostituita la “i”) sta per “youth” (gioventù). Così siamo riusciti ad unire idealmente i due elementi che hanno maggiormente caratterizzato la nostra esperienza passata: i giovani per Gesù attraverso il Papa. Il nome è per noi comunque particolarmente significativo, se si pensa che fa riferimento anche al luogo della Santa Messa per i giovani presieduta dal Santo Padre sul Monte delle Beatitudini di Corazim, venerdì 24 marzo 2000. Erano presenti circa 100 mila giovani dalla Terra Santa e da altri Paesi. Il luogo si trova a circa 250 metri sotto il livello del mare, al di sopra dell’attuale Santuario delle Beatitudini, verso la sommità della montagna detta delle Beatitudini, che si leva di fronte al lago di Tiberiade sopra Tabgha, il luogo della Prima Moltiplicazione dei Pani e Cafarnao. A circa 1,5 km si trovano le rovine dell’antica Corazim, riportate alla luce in questi ultimi anni. Il luogo si trova lungo la strada che anticamente univa Corazim a Cafarnao, sulla riva del lago: tutti posti in cui Gesù ha camminato con i suoi discepoli, dove gli ha insegnato e dove ha predicato.

L’incontro con il Santo Padre era stato preceduto da una veglia di preghiera fatta in tutte le parrocchie della Terra Santa, con la partecipazione dei giovani venuti dall’estero, che avevano iniziato, dalla mezzanotte del giorno 24 marzo, l’ascesa del Monte delle Beatitudini per aspettare il Papa.

La celebrazione dell’Eucaristia era caratterizzata della ricchezza dei diversi riti presenti. Il Santo Padre ha celebrato l’Eucaristia su un grande palco all’ombra di una grande tenda nera, che ricorda l’Esodo e il cammino di 40 anni nel deserto, l’esperienza fondante del popolo di Israele. La tenda dell’incontro con il Santo Padre voleva proprio ricordare che ogni uomo è un pellegrino su questa terra, che siamo in cammino verso la nostra vera patria, il cielo, e che la vita dell’uomo è in costante precarietà, però al riparo e sotto la protezione della mano di Dio.

Come ho già accennato, il terreno e il palco per la Messa del Papa a Corazim erano stati preparati da squadre di lavoro composte da ebrei (ortodossi, con la kippa, che sul sito pregavano anche). Molto emozionante nel video del nostro amico ebreo Yaky Josha, è il momento in cui una squadra di ebrei alza la grande icona di Cristo, posta dietro il trono papale, sull’altare sotto la grande tenda nera sul palco per la celebrazione.

Guardando più attentamente la fotografia, si nota che sulle pagine del libro in mano a Gesù ci sono delle scritte. Ingrandendo la foto si vede che ci è scritto: “Amate i vostri nemici. Vengo presto”.

Nel “Discorso della montagna” ci sono anche altri capitoli, oltre a quello delle Beatitudini, di cui ricordo soltanto quelli direttamente legati con la nostra storia particolare del Progetto Korazym:
– I discepoli di Cristo sono sale e luce del mondo (Mt 5, 13-16, vedi Mc 9, 50; Lc 14, 34-35)
“Siete voi il sale del mondo. Siete voi la luce del mondo”.
– La legge di Dio (Mt 5, 17-20, vedi Lc 16, 17)
“Chi mette in pratica i comandamenti e li insegna agli altri, sarà grande nel regno di Dio”.
– L’amore verso i nemici (Mt 5, 43-48, vedi Lc 6, 27-28; 32-36)
“Se voi amate soltanto quelli che vi amano, che merito avete?”.
– Gesù insegna come pregare (Mt 6, 7-15, vedi Mc 11, 25-26; Lc 11, 1-4)
“Dio, vostro Padre, sa di che cosa avete bisogno, prima ancora che voi glielo chiediate”.
– La vita e le vere preoccupazioni (Mt 6, 25-34, vedi Lc 12, 22-31)
“Cercate prima il regno di Dio e fate la sua volontà: tutto il resto Dio ve lo darà in più. Perciò, non preoccupatevi troppo per il domani: ci pensa lui, il domani, a portare altre pene. Per ogni giorno basta la sua pena”.
– La porta piccola (Mt 7, 13-14, vedi Lc 13, 24)
“Entrate per la porta piccola! Perché grande è la porta e larga è la strada che conduce alla morte, e sono molti quelli che ci entrano. Al contrario, piccola è la porta e stretta è la strada che conduce alla vita, e sono pochi quelli che la trovano”.
– I falsi profeti – L’albero e i suoi frutti (Mt 7, 15-29, vedi Mt 12, 33-35; Lc 6, 43-44)
“Attenti ai falsi profeti! Quando vi vengono incontro, alla’apparenza sembrano pecorelle, ma sotto sotto, essi sono lupi feroci. Li riconoscerete dalle loro azioni”.
– Le due case (Mt 7, 24-27, vedi Lc 6, 47-49)
“Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà simile a un uomo intelligente che ha costruito la sua casa sulla roccia”.
– Gesù guarisce un lebbroso (Mt 8, 1-4, vedi Mc 1, 40-45; Lc 5, 12-16)
E Matteo conclude il “Discorso della montagna” così: “Poi Gesù scese dal monte e molta gente lo seguì. Allora un lebbroso si avvicinò, si mise in ginocchio davanti a lui e disse: Signore, se vuoi, tu puoi guarirmi. Gesù lo toccò con la mano e gli disse: Si, lo voglio: guarisci! E subito fu guarito dalla lebbra”.

Montagne, colli, monti – nelle Sacre Scritture occupano un posto di prim’ordine e il loro valore simbolico è altissimo. Andare verso il monte significa anche non rimanere a valle, ma andare controcorrente, seguire fin in fondo l’umile ruscello, verso la sorgente che è sul colle, essere luce splendente … Ricordo soltanto alcuni monti biblici, tra i più importanti:
– Sul Monte del Signore nel territorio di Moria (Ur dei Caldei, in Iraq, da dove partì Abramo, “perché decise di seguire la Voce”) il Signore chiede ad Abramo il sacrificio di Isacco (Genesis 22, 1-19).
– Sul Monte Sinai – come ci racconta l’Esodo – Mosè ricevette dal Signore i 10 comandamenti.
– Sul Monte Nebo Mosè vide la terra promessa e muore (Deuteronomio 32-34).
– Sul Monte Sion Salomone costruisce il tempio di Gerusalemme (2 Cronache 3, 1).
– Sul Monte Tabor avvenne l’episodio della Trasfigurazione di Gesù, cioè di Gesù che manifesta la sua gloria splendente a tre discepoli (Mt 17, 1-13; Mc 9, 2-13; Lc 9, 28-36).
– Matteo colloca il cosiddetto “Discorso della montagna” su un Colle (Mt 5-8,1-4; vedi Lc 6, 20-49), alludendo a Mosè che sul Monte Sinai aveva ricevuto la Legge di Dio. Ma Gesù è molto più di un Mosè. Infatti parlerà a nome proprio, ponendosi così sullo stresso piano di Dio, autore della Legge, venuto non per abolire la Legge ma per completarla. L’Evangelista Matteo inizia il suo racconto così: “Vedendo che c’era tanta gente Gesù salì verso il monte. Si sedette, i suoi discepoli si avvicinarono a lui ed egli cominciò a istruirli con queste parole”.

Roma, Aprile 2003
V.v.B.

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