Dai vescovi italiani un appello per la pace in Terra Santa
“Preghiamo, fratelli e sorelle, per la pace, in modo speciale per la martoriata Ucraina che soffre tanto, e poi in Terra Santa, in Palestina e Israele, e non dimentichiamo il Sudan che soffre tanto, e pensiamo dovunque c’è guerra, ci sono tante guerre! Preghiamo per la pace: ogni giorno, qualcuno si prenda qualche tempo per pregare per la pace. Vogliamo la pace”: questo è l’appello di papa Francesco al termine dell’udienza generale.
E nella giornata della pace, i vescovi italiani sono stati in videocollegamento con il card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, che ha raccontato la vita della comunità cattolica di Terra Santa in questo periodo, presentando la ‘drammatica situazione attuale’: “Sono 1.400 le vittime israeliane dell’attacco del 7 ottobre, oltre 11.000 i morti accertati a Gaza, gran parte civili di cui almeno 4.000 i minori. Gli sfollati in Israele sono circa 100.000, mentre a Gaza almeno 1.000.000”.
I cristiani a Gaza, dove “le infrastrutture sono completamente distrutte, sono meno di un migliaio, accolti in un centro ortodosso e in una parrocchia cattolica nella zona settentrionale, sotto bombardamenti continui e al centro delle operazioni militari.
Diamo inoltre alloggio a circa 3.000 musulmani, ospitati nei locali di una scuola”. Inoltre è “grande la preoccupazione anche per i cristiani che si trovano a Betlemme e nelle zone limitrofe e per quelli sparsi in Cisgiordania”.
Infine, ringraziando la Chiesa italiana per la vicinanza concreta e spirituale, il card. Pizzaballa ha espresso l’auspicio che si arrivi presto ad una soluzione di pace e sicurezza per tutti: “Preghiamo per tutte le vittime innocenti. La sofferenza degli innocenti davanti a Dio ha un valore prezioso e redentivo, perché si unisce alla sofferenza redentrice di Cristo. Che la loro sofferenza avvicini sempre di più la pace e non contribuisca a generare altro odio!”.
E dopo questa testimonianza dalla città di san Francesco i vescovi italiani hanno espresso preoccupazione per la situazione in Terra Santa: “Come Vescovi, riuniti in Assemblea Generale ad Assisi, esprimiamo la nostra preoccupazione per l’escalation di violenza e odio di questi giorni, che sta assumendo proporzioni sempre più tragiche.
Sentiamo impellente il compito di denunciare le logiche della contrapposizione e dell’individualismo, e di favorire la collaborazione e la riconciliazione. Sogniamo un mondo che sia davvero casa di tutti, dove il riconoscimento della dignità umana cammini di pari passo con il dovere di amare gli altri come fratelli e sorelle”.
Riprendendo le parole di papa Francesco al termine della recita dell’Angelus di domenica scorsa, hanno chiesto un ‘cessate il fuoco’: “Guardiamo con particolare dolore alla situazione in Medio Oriente e rinnoviamo l’appello al ‘cessate-il-fuoco’, facendo nostre le parole di Papa Francesco…
Insieme al Medio Oriente, il nostro pensiero va anche all’Ucraina, al Sud Sudan e ai tanti altri luoghi segnati da conflitti spesso dimenticati. Non possiamo rassegnarci al silenzio: sentiamo forte l’imperativo a comunicare il Vangelo dell’unità e della riconciliazione in un mondo sprofondato nelle tenebre ma desideroso di luce”.
Nell’appello i vescovi italiani rivolgono una preghiera a Gesù per sostenere l’impegno di tanti operatori di pace: “Da Assisi, la Città della Pace, con l’intercessione di san Francesco, eleviamo la preghiera a Cristo nostra pace, che ha la forza per abbattere il muro di inimicizia.
Egli sostenga l’impegno di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, nella consapevolezza che la costruzione della pace è responsabilità di tutti. Non vogliamo che la cultura dell’odio e del pregiudizio continui a seminare divisione, distruzione e morte. Questa è una sfida da affrontare insieme, non più procrastinabile”.
Mentre l’Agenzia Fides ha pubblicato una lettera dell’arcivescovo di Homs. Hama e Nabek, mons. Jacques Mourad: “Se volete vedere l’Inferno, dovete venire in Libano, in Siria e oggi soprattutto in Terra Santa. Lo spirito diabolico in questo tempo spinge il mondo all’Inferno. Vuole trasformare il mondo in un Inferno. E noi davvero stiamo vivendo nell’inferno. Le morti atroci di migliaia di innocenti in pochi giorni.
I bombardamenti sui luoghi di cura e di sofferenza, che dovrebbero essere gli ultimi presidi di umanità. Ostaggi sottratti con la violenza alle proprie case. Le organizzazioni umanitarie colpite mentre operano cercando di portare soccorso a corpi e anime dilaniati dalla guerra. Le istituzioni internazionali che possono mostrare solo la loro impotenza, visto che nessuna decisione appare essere davvero nelle loro mani”.
Mons. Mourad afferma che bombardamenti ed uccisioni sono immorali: “Non è umano che palestinesi ammazzino israeliani nei kibbutz. E non è umano che gli israeliani bombardino chiese e ospedali. Siamo stati sconvolti e afflitti dal vedere le bombe fatte cadere sugli ospedali di Homs e di Aleppo. Adesso tutto questo si ripete a Gaza.
Giustificare i bombardamenti e i cannoneggiamenti su Gaza come strumento per estirpare il male fa anche questo parte dell’Inferno che invade lo spazio delle nostre terre. Perché il male non si estirpa con il male”.
E’ un richiamo alla responsabilità: “La domanda da porre oggi è: i poteri del mondo vogliono continuare in questa direzione? La risposta a questa domanda riguarda il futuro di questa terra, e di tutta la Terra. La risposta ha a che vedere non solo con le guerre di oggi, ma con la possibile sciagura di spargere i semi di guerre che esploderanno tra dieci, venti o cinquanta anni.
Non siamo responsabili solo di quello che accade oggi nelle aree di guerra: ci verrà chiesto conto di tutto il futuro della terra, con tutte le conseguenze della guerra, in termini di flussi migratori, di creazione di nuovi campi profughi e esaurimento di risorse vitali come l’acqua.
Anche per questo sono colpito dal viaggio di papa Francesco a Dubai per prendere parte a COP 28: anche questo mostra la premura della Chiesa per l’emergenza climatica e ambientale. E per tutto quello che tocca la vita e il bene dei popoli e del mondo”.