Il Direttore del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite dona al Papa un idolo indio kachina

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 10.10.2023 – Vik van Brantegem] – Il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede N. 699 del 5 ottobre 2023 portava nella sezione “Le Udienze”, la notizia che il Santo Padre Francesco aveva ricevuto quella mattina in Udienza la Signora Cindy H. McCain, Direttore Esecutivo del Programma Alimentare Mondiale (PAM). Il giorno successivo, in un post sul suo profilo Twitter, la Signora McCain ha scritto: «Un grande onore incontrare Papa Francesco, ieri in Vaticano. Mentre i conflitti e i cambiamenti climatici continuano a portare la fame, la sofferenza e la miseria a livelli inesplorati, abbiamo discusso di come il cibo possa essere una pietra angolare della pace, della speranza e della stabilità» [QUI].

Il Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (UNRIC) – un’istituzione che fu inaugurato a Brussel il 1° gennaio 2004, in sostituzione di nove centri di Informazione che erano basati in Europa (Atene, Bonn, Brussel, Copenaghen, Lisbona, Londra, Madrid, Parigi e Roma) – ha informato il 6 ottobre 2023 che Papa Francesco ha incontrato il Direttore del WFP Cindy McCain, «fame e pace tra gli argomenti trattati», pubblicando una foto di Vatican Media dell’Udienza [QUI].

Italy, Vatican City 5 October 2023 Ms. Cindy McCain, Executive Director World Food Programme, audience with Pope Francis. © Vatican Media.

«In udienza privata in Vaticano, Papa Francesco ha ricevuto Cindy McCain, Direttrice Esecutiva dell’agenzia ONU World Food Programme. Nell’incontro si è discusso dell’urgente necessità di affrontare l’insicurezza alimentare e le crisi umanitarie che affliggono il pianeta. McCain ha ringraziato Sua Santità per rappresentare con forza la voce degli affamati nel mondo e per il suo sostegno ai più vulnerabili. Ha, inoltre, sottolineato il ruolo unico che la Santa Sede può svolgere nel promuovere la pace per prevenire i conflitti che portano ogni anno milioni di persone alla fame, oltre a quanto il cibo possa essere una forza unificante in un mondo sempre più polarizzato. McCain ha spiegato come la diminuzione delle risorse stia impedendo al WFP di salvare vite umane, costringendo l’agenzia a prendere la difficile decisione di tagliare l’assistenza in luoghi come Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Siria, Giordania, Afghanistan, Bangladesh, Haiti e molti altri. La Direttrice Esecutiva ha illustrato a Sua Santità le decisioni strazianti che il WFP è costretto a prendere ogni giorno a causa di insufficienti finanziamenti, come usare le risorse che erano dirette a chi ha fame per salvare chi di fame sta morendo. Secondo le stime del WFP, nel 2023 sono oltre 345 milioni le persone che vivono alti livelli di insicurezza alimentare: un aumento di quasi 200 milioni di persone rispetto all’inizio del 2020. La conversazione ha anche toccato argomenti come l’importanza di trovare soluzioni per il nostro pianeta. La Direttrice Esecutiva ha condiviso il lavoro del WFP nell’aiutare le comunità ad adottare nuove pratiche agricole per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. La preoccupazione che Papa Francesco ha sempre mostrato per gli affamati ha spinto Sua Santità a visitare la sede del WFP nel 2016: nel corso della visita Sua Santità ha voluto offrire il suo sostegno e il suo incoraggiamento a favore degli sforzi per raggiungere un mondo a Fame Zero» (UNRIC, 6 ottobre 2023).

Quindi, niente di nuovo, non c’è notizia si direbbe. “Normale amministrazione” in linea con quanto ha osservato Aldo Maria Valli oggi in un articolo sul suo blog Duc in altum [QUI]: «Anche l’uscita della Laudate Deum è funzionale al progetto rivoluzionario. Mentre una parte del “popolo” cattolico si guarda attorno disorientata chiedendosi che fine farà la Chiesa, il caudillo sposta l’attenzione su uno dei contenuti forti della nuova religione, quell’ecologismo che gli permette da un lato di accreditarsi ancor di più come cappellano degli organismi globalisti e dall’altro di disfarsi completamente del vecchio bagaglio. Il nome di Gesù sparisce e nelle diocesi i solerti aiutanti del caudillo piantano alberi. Anche la croce va in soffitta, così come il crocifisso.  Nel frattempo, in Vaticano vengono ricevuti tutti i rappresentanti del globalismo, da Bill Clinton a Soros figlio fino alla vedova McCain. Un pellegrinaggio che ci dà anche un’idea visiva di come la rivoluzione sia in atto. La Chiesa e la fede vengono smantellate pezzo a pezzo e al loro posto si sta assemblando un’altra Chiesa, un’altra fede».

Poi, sul canale Instagram e sull’account Twitter dell’house organ della Santa Sede Vatican News, appare un breve filmato dell’Udienza, con tra altro il momento del consueto scambio di doni: «Papa Francesco incontra la Signora Cindy H. McCain, Direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) e vedova del defunto Senatore americano John McCain» [QUI]. E qui ci incuriosisce vedere il dono della Signora McCain: una bambola, che poi risulta essere la rappresentazione di uno dei tanti idoli indio kachina.

I tre concetti di kachina

Il kachina (plurale kachinim) è uno spirito presente nelle credenze religiose del popolo Pueblo, cultura dei nativi americani nella parte sud-occidentale degli Stati Uniti. Nelle culture Pueblo, i riti kachina sono praticati dai popoli Hopi, Hopi-Tewa e Zuni e da alcune tribù Keresan, così come nella maggior parte delle tribù Pueblo del Nuovo Messico.

Il kachina implica tre concetti fondamentali:

  1. un essere soprannaturale;
  2. un danzatore mascherato (lo Zuni è un kachina quando indossa la maschera);
  3. una bambola scolpita, dipinta e vestita a somiglianza del kachina (le bambole vengono date solo a coloro che sono, o saranno responsabili della cura rispettosa e del benessere delle bambole, come madre, moglie o sorella).

I kachinim sono spiriti o personificazioni di cose nel mondo reale. Si ritiene che questi spiriti visitino i villaggi Hopi durante la prima metà dell’anno. Il pantheon locale dei kachinim varia da comunità pueblo a comunità. I kachinim possono rappresentare qualsiasi cosa nel mondo naturale o nel cosmo, da un antenato venerato a un elemento, un luogo, una qualità, un fenomeno naturale o un concetto; possono esserci kachinim per il sole, le stelle, i temporali, il vento, il mais, gli insetti e molti altri concetti. Si ritiene che i kachinim abbiano relazioni di tipo umano: famiglie come genitori e fratelli, così come il matrimonio e l’avere figli. Ciascuno dei kachinim è visto come un essere potente che, se venerato e rispettato, può usare il suo potere particolare per il bene umano, portando, ad esempio, pioggia, guarigione, fertilità o protezione.

Il tema centrale delle credenze e delle pratiche kachina è la presenza della vita in tutti gli oggetti che riempiono l’universo. Ogni cosa ha un’essenza o una forza vitale, e gli esseri umani devono interagire con questi o non riescono a sopravvivere.

L’idea folle e di cattivo gusto del dono di un idolo demoniaco al Papa

Cindy McCain, la vedova del defunto guerrafondaio e Senatore statunitense McCain, attivista omosessuale e oltre che Direttore del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, è l’erede della società di distribuzione della birra Hensley and Co. a Phoenix e Presidente del suo Consiglio di amministrazione.

In occasione dell’Udienza ha regalato a Papa Francesco una bambola kachina che porta un grosso coltello insanguinato, risultato di qualche omicidio, poiché si tratta di un guerriero kachina, ha detto McCain. In realtà, la bambola rappresenta un idolo pagano kachina, un demone venerato dagli indios americani, che poi in questo caso non sarebbe neanche maschile, ma una donna-orco.

Visto che Salmo 96,5 afferma, che «tutti gli dèi dei popoli sono un nulla», cioè idoli, San Paolo in numerose occasioni mette in guardia contro il coinvolgimento nell’idolatria. Gli esorcisti raccontano che i demoni ricevono i loro nomi mediante l’invocazione di falsi dèi. In breve, una bambola.

La bambola kachina donata a Papa Francesco indossa una maschera nera e impugna un coltello insanguinato. C’è chi ha ipotizzato che sia un kachina “assassino di preti”, che uccideva i missionari spagnoli, per lo più francescani. Oppure, potrebbe anche essere un kachina donna-orco Hopi di nome Soyoko Mana, una figura demoniaca femminile, che viene alla ricerca di bambini che si comportano male, per mangiarli.

Quel che siano le osservazioni di vario tipo al riguardo, il dono al Papa di un idolo demoniaco è stata un’idea folle e di cattivo gusto.

Padre John Zuhlsdorf ha scritto sul suo seguitissimo blog [QUI]: «È consuetudine tra il pubblico di un certo livello avere uno scambio di doni. Immagino che il magazzino delle cose che sono state portate ai Papi nel corso dei decenni assomigli alla fine a quello di Indiana Jones. Migliaia di regali imprevedibili che potrebbero causare insulti o problemi diplomatici se smaltiti o venduti.
Può darsi che davanti a queste udienze qualche monsignore dica: “Che cosa portate?” per evitare i regali più imbarazzanti. Se questo regalo è stato verificato in anticipo, qualcuno non ha fatto i compiti. In un certo senso è comprensibile, ma ogni prete dovrebbe saperlo qualcosa. I sacerdoti non devono essere esperti di ogni culto indigeno, ma dovrebbero avere le antenne tese per dire loro che “qualcosa in questo non va”. Ditemi se sbaglio».

Certamente, i monsignori hanno delle antenne tese, ma Padre Zuhlsdorf dovrebbe tener presente, quanto ha osservato Aldo Maria Valli, e non per la prima volta, sul «clima di terrore che vige in Vaticano. Chi dissente deve stare molto attento, perché la mannaia del caudillo può calare da un momento all’altro sul collo di chi è considerato oppositore». E questo vale per qualsiasi iniziativa presa, anche per un “discernimento” sull’opportunità di certi “doni”, «mentre alla superficie le parole dominanti sono “accompagnamento” e “misericordia”» [QUI].

Il kachina Chaveyo, “assassino di sacerdoti”

Il kachina Chaveyo è generalmente raffigurato con un grosso coltello. Stephen, Alexander Stephen in Hopi Tales. Journal of American Folklore (University of Illinois Press 1929) lo descrive in un rituale Hopi mentre trotta per la piazza in cerca di vittime, indossando una maschera di pelle con pezzi di corteccia di cedro infilati sopra, con un’ascia da guerra e una sciabola che porta come un bastone. Versioni moderne potrebbero mostrarlo con una serie di piume di tacchino come copricapo. La leggera differenza nell’abbigliamento e nelle armi può essere collegata alle differenze nell’aspetto che si sono evolute negli insediamenti isolati sulle tre Mesa Hopi. Una storia didattica raccontata da un narratore di prima Mesa introduce il malvagio Chaveyo come motivo della distruzione di Awatovi, un villaggio Hopi. La storia segue la forma tradizionale della letteratura orale Hopi in cui quando la gente del villaggio si comporta in modo improprio, il loro capo cerca aiuto per porre fine alle loro vie malvagie. Insomma, questo è un kachina disciplinare non proprio carino.

La storia orale Hopi include la storia in cui Chaveyo guidò i guerrieri Hopi nella ribellione dei Pueblo nel villaggio Hopi di Oraibi uccidendo il prete francescano e distruggendo la chiesa e la missione. Il coltello è insanguinato del sangue di un prete francescano. La rivolta dei Pueblo in parte scoppiò contro il tentativo degli Spagnoli di sopprimere le religioni demoniache e l’uso degli idoli kachinim.

In passato, quando un abitante del villaggio si comportava in modo “ka-Hopi” o improprio, i capi di guerra invitavano qualcuno a impersonare Chaveyo. In pieno costume da guerriero/cacciatore, affrontava l’autore del reato ordinandogli di seguire le corrette vie Hopi. Più recentemente, durante le celebrazioni estive, l’Orco Gigante assume il ruolo di poliziotto. Usa metodi di controllo tra cui fustigare i delinquenti, siano essi spettatori o esibizioni di danzatori, con fronde di yucca.

Il kachina Soyoko Mana, donna-orco mangiatrice di bambini

Con ogni probabilità, l’idolo demoniaco che Cindy McCain ha donato a Papa Francesco, è una donna-orco, un kachina chiamata Soyoko Mana “mangiatrice di bambini”, non Chayevo “assassino di sacerdoti”. Soyoko Mana porta con sé un coltello e un bastone per catturare i bambini, che lei mangia. Il cesto di cibo che porta sulla schiena è ciò che raccoglie dai bambini che sperano di non essere catturati e mangiati da lei. Lo stile distintivo dei capelli sull’idolo, insieme al cesto di cibo e agli occhi gialli piatti, rendono questa l’identità più probabile dell’idolo. A parte il coltello, non ha nessun’altra somiglianza con l’idolo assassino del prete.

I bambini occupano un posto importante nel culto idolatra kachina. Anche se non iniziati, i bambini ricevono doni durante le cerimonie e vengono educati nella tradizione kachina. Poiché la mente di un bambino è pulita e pura, senza alcun male intrinseco, i bambini possono portare preghiere agli spiriti. I bambini imparano a rispettare e obbedire ai kachina. In linea con il loro ruolo di aiutare a disciplinare i bambini, i kachina spesso regalano loro archi e frecce, con piume con cui inviare preghiere agli spiriti. In particolare, gli orchi sono Kachina disciplinari. L’Orco Nero, Nataska, e l’Orco Bianco, Wiharu, portano una sega o un coltello. Ai bambini viene detto che gli orchi possono inghiottirli interi, a meno che non siano bravi bambini. Alla fine gli orchi vengono cacciati dal villaggio. I bianchi li chiamerebbero gli “uomini neri”. Insomma, anche questo è un kachina disciplinare non proprio educativamente corretto.

“Camminare insieme” con idoli demoniaci

Nessuno pensi che questo “dono” di McCain sia arbitrario. Dopo la presenza significava in Vaticano della Pachamama, è stato il turno di una bambola kachina con un grosso coltello insanguinato, un idolo venerato sempre dagli indios americani, come nel caso della Pachamama. Circa il sangue sul coltello, varie le ipotesi. Secondo alcuni, potrebbe trattarsi di un monito che Francesco utilizzerà misericordiosamente per mostrare il destino a cui andranno incontro i dissenzienti rispetto alla linea sinodale.

Padre Zuhlsdorf aveva chiesto di fare penitenza dal 4 al 7 ottobre «per il culto degli idoli demoniaci nei Giardini vaticani con l’inizio del Sinodo dell’Amazzonia e quando la ciotola dell’idolo demoniaco è stata collocata sull’altare maggiore della Basilica di San Pietro» [QUI e QUI].

Poi, con la notizia del dono del kachina, Padre Zuhlsdorf ha aggiornato: «Sarebbe un Sinodo “Camminare insieme” senza un altro idolo demoniaco?»

Padre Zuhlsdorf ha ricordato che il 7 ottobre, festa del Santissimo Rosario, è anche l’anniversario della collocazione di una ciotola del culto demoniaco della Pachamama sull’altare della Confessione di San Pietro durante il Sinodo (allora ancora “dei Vescovi”) sull’Amazzonia.

Quel “camminare insieme” era iniziato con una cerimonia di venerazione dell’idolo della Pachamama nei Giardini vaticani il 4 ottobre.

Papa Francesco con cardinali e vescovi intorno all’idolo pagano inca, la Pachamama, nella Basilica di San Pietro, il 7 ottobre 2019.

Padre Zuhlsdorf ha scritto: «Immagino che non possa essere un “camminare insieme” senza la presenza di qualche idolo demoniaco. Intendiamoci, non sto suggerendo che persone all’interno del Vaticano abbiano organizzato tutto ciò, ma la coincidenza ha un sentore di “organizzazione”. A quanto pare, Cindy McCain il 6 ottobre 2023 era a Roma in qualità di Direttore Esecutivo del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite. Questo pubblico non ha nulla a che fare con il “camminare insieme”. Tuttavia, è successo adesso e non in un altro momento».

E visto che da quando il mondo è mondo, le “coincidenze” non esistono… Poi, “a pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina”, disse Papa Pio XI. Detto da un Papa, chi lo oserà mettere in dubbio?

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