Papa Francesco invoca la ‘pace benedettina’
Nei giorni scorsi nell’arciabbazia benedettina di Pannonhalma, nell’Ungheria occidentale, si è svolto un simposio ecumenico, in cui si è approfondito il tema della pace nei suoi molteplici aspetti, in un momento in cui “l’umanità globalizzata è ferita e minacciata da una guerra mondiale a pezzi, che, combattuta direttamente in alcune regioni del pianeta, ha però conseguenze che danneggiano la vita di tutti, specialmente dei più poveri ed in cui la guerra in Ucraina ci ha drammaticamente chiamato ad aprire gli occhi e il cuore verso tante popolazioni che soffrono a causa della guerra”.
Nel messaggio ai partecipanti papa Francesco ha ricordato che papa san Paolo VI elesse san Benedetto da Norcia patrono dell’Europa: “Vi siete riuniti, cari fratelli e sorelle, in codesto Convegno ecumenico per considerare e approfondire, nel clima di preghiera della storica Arciabbazia di Pannonhalma, il tema della pace nei suoi molteplici aspetti.
Lo state facendo mentre purtroppo l’umanità globalizzata è ferita e minacciata da una guerra mondiale a pezzi, che, combattuta direttamente in alcune regioni del pianeta, ha però conseguenze che danneggiano la vita di tutti, specialmente dei più poveri. Vi siete dati appuntamento in un luogo che eminentemente richiama la pax benedictina”.
Ed ha sottolineato che nella ‘Regola’ san Benedetto richiama le parole del Salmo 34, in cui si invita a cercare la pace: “San Benedetto raccomanda calorosamente queste parole del salmo ai suoi monaci fin dal prologo della sua Regola. Coloro che sono costantemente alla ricerca della pace dovrebbero diventare essi stessi messaggeri di pace con le loro parole e con le loro azioni.
La Regola di Benedetto non contiene una trattazione sul tema della pace, ma piuttosto può essere adottata come ottima guida per un impegno consapevole e pratico a favore della pace. Il Santo Abate la scrisse pensando ai monaci, ma il suo messaggio va ben oltre le mura dei monasteri. Essa mostra come la convivenza umana, con la grazia di Dio, possa superare i pericoli dovuti a dispute e discordie”.
E’ un invito a vedere il mondo con lo ‘sguardo’ del santo di Norcia: “Lo sguardo di Benedetto è molto lucido circa le differenze e le disuguaglianze che esistono tra i membri della comunità. Egli conosce la complessità delle impronte linguistiche, etniche e culturali, che rappresenta allo stesso tempo una ricchezza e un potenziale di conflitto. Eppure, egli ha una visione serena e pacifica, perché è pienamente convinto della pari dignità e del pari valore di tutti gli esseri umani”.
Nella Regola è ben chiaro il concetto di ospitalità, che riprende la concezione della parola pace, che non è utopia: “Anche gli hospites, ovvero gli stranieri, devono essere accolti secondo tale principio: ‘Onorare tutti gli uomini’ è il fondamento della pace nella comunità monastica, così come nelle relazioni interpersonali, sociali e internazionali.
‘Si prevengano l’un l’altro nel rendersi onore’; e questo significa anche saper fare il primo passo in certe situazioni difficili. La visione di pace di san Benedetto non è utopistica, ma orienta ad un cammino che l’amicizia di Dio verso gli uomini ha già tracciato e che, tuttavia, deve essere percorso da ciascuno e dalla comunità passo dopo passo”.
E’ stato un invito a non disperdere la pace con un accorato appello all’Europa, riprendendo le parole del card. Martini nella ‘Preghiera per l’Europa’: “Cari fratelli e sorelle, rimaniamo noi stessi sulla via della pace; diventiamo noi stessi messaggeri e servitori della pace nel luogo in cui viviamo e lavoriamo!
Ma soprattutto preghiamo per la pace! In questo momento, la guerra in Ucraina ci ha drammaticamente chiamato ad aprire gli occhi e il cuore verso tante popolazioni che soffrono a causa della guerra, memori delle parole del Concilio Vaticano II: ‘Ogni atto di guerra, che mira indiscriminatamente alla distruzione di intere città o di vaste regioni e dei loro abitanti, è delitto contro Dio e contro la stessa umanità e va condannato con fermezza e senza esitazione’.
Per intercessione di san Benedetto chiediamo a Dio Uno e Trino che il mondo sia liberato dal flagello della guerra e possa crescere ‘un’intesa tra i popoli che assicuri per tutti i continenti la giustizia e il pane, la libertà e la pace’.
Occorre ricordare che nel 1964 papa san Paolo VI nella lettera apostolica ‘Pacis Nuntius’ ha definito san Benedetto “Messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà, e soprattutto araldo della religione di Cristo e fondatore della vita monastica in Occidente: questi i giusti titoli della esaltazione di san Benedetto Abate.
Al crollare dell’Impero Romano, ormai esausto, mentre alcune regioni d’Europa sembravano cadere nelle tenebre e altre erano ancora prive di civiltà e di valori spirituali, fu lui con costante e assiduo impegno a far nascere in questo nostro continente l’aurora di una nuova era. Principalmente lui e i suoi figli portarono con la croce, con il libro e con l’aratro il progresso cristiano alle popolazioni sparse dal Mediterraneo alla Scandinavia, dall’Irlanda alle pianure della Polonia”.
Ed alcuni anni dopo il card. Carlo Maria Martini elevava una preghiera a Dio, affinché l’Europa non perdesse lo sguardo cristiano dell’accoglienza: “Padre dell’umanità, Signore della storia, guarda questo continente europeo al quale tu hai inviato tanti filosofi, legislatori e saggi, precursori della fede nel tuo Figlio morto e risorto.
Guarda questi popoli evangelizzati da Pietro e Paolo, dai profeti, dai monaci, dai santi; guarda queste regioni bagnate dal sangue dei martiri e toccate dalla voce dei Riformatori. Guarda i popoli uniti da tanti legami ma anche divisi, nel tempo, dall’odio e dalla guerra. Donaci di lavorare per una Europa dello Spirito fondata non soltanto sugli accordi economici, ma anche sui valori umani ed eterni.
Un’Europa capace di riconciliazioni etniche ed ecumeniche, pronta ad accogliere lo straniero, rispettosa di ogni dignità. Donaci di assumere con fiducia il nostro dovere di suscitare e promuovere un’intesa tra i popoli che assicuri per tutti i continenti, la giustizia e il pane, la libertà e la pace”.