Papa Francesco, diplomazia pragmatica o fluida?

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 04.09.2023 – Andrea Gagliarducci] – Le parole di Papa Francesco sulla “Madre Russia” e su Caterina II e Pietro il Grande, rivolte in videoconferenza ad un gruppo di giovani Russi il 25 agosto 2023 [1], non sono state apprezzate in Ucraina. Ci sono state proteste del governo, proteste della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina [2], e una risposta della Santa Sede da parte della Nunziatura Apostolica a Kiev [3] e poi della Sala Stampa della Santa Sede [4], chiedendo di non considerare le parole del Papa come un sostegno all’imperialismo, in quanto tale interpretazione risulterebbe incongrua alla luce dei discorsi del Papa.

In tutta onestà, si può dire che Papa Francesco ha sempre combattuto e condannato atti di imperialismo, messo in guardia contro la colonizzazione ideologica, e allo stesso tempo non ha mai mancato di pregare per l’Ucraina, definita martire, per far conoscere chi è l’aggredita e chi è l’aggressore.
Allo stesso tempo, si può dire onestamente che l’attività pubblica del Papa a volte non procede lungo questa linea, o rischia di dare un’impressione sbagliata. E questo è un punto cruciale del pontificato di Papa Francesco.

Papa Francesco si abbandona a interviste e scambi spontanei. Parla a braccio, sembra non studiare gli argomenti e risponde in base ai sentimenti. Più volte, durante le conferenze stampa sull’aereo papale, ha accennato alle situazioni e alla necessità di tenerne conto.

La decisione di Papa Francesco di esporsi a domande senza filtri è stata molto apprezzata, soprattutto all’inizio del suo pontificato. Il Papa non ha paura di confrontarsi con i giornalisti o di dire quello che pensa. Il problema è che la spontaneità a volte porta a correre rischi inutili. Alla fine, Papa Francesco è il Papa; ciò che dice ha sempre un impatto globale e quindi bisogna stare attenti con le parole.

Esaltare Caterina II, Pietro il Grande e la Madre Russia prevedibilmente rischiava di provocare una reazione negativa da parte dell’Ucraina. In una guerra che fa eco all’imperialismo russo, gli Ucraini non riescono a capire che il Papa parla spontaneamente, che i riferimenti culturali servono a qualificare la profondità di un’epoca storica e non a sostenere ciò che è accaduto in quei tempi. Tutto ciò che sembra una giustificazione per l’aggressione russa è un problema.

Papa Francesco, però, non è interessato a questo tipo di argomentazione. Crede di agire in buona fede e, pertanto, non si preoccupa delle potenziali reazioni alle sue parole o azioni. Nel caso della guerra in Ucraina lo ha fatto più volte.

Ad esempio, andando a visitare l’Ambasciata della Federazione Russa presso la Santa Sede all’inizio della guerra e non facendo lo stesso con l’Ambasciata ucraina. Oppure, imponendo, in una delle stazioni della Via Crucis al Colosseo nel 2022, la presenza di una donna Russa e di una Ucraina a rappresentare la possibilità della riconciliazione, quasi forzando il perdono [QUI]. Per la Via Crucis del 2023, i testi – che contenevano testimonianze di pace di giovani Russi e Ucraini – sono stati distribuiti solo all’ultimo momento, proprio per evitare la polemica.

Le decisioni di Papa Francesco sono pragmatiche. Chi non sarebbe d’accordo sul fatto che senza il perdono non sarà mai possibile raggiungere una pace che non sia semplicemente l’assenza di guerra? Chi non sarebbe d’accordo sul fatto che la guerra sia un’esperienza terribile per tutti? E chi non sarebbe d’accordo nel dire ai giovani di conoscere e apprezzare le proprie radici, soprattutto se hanno alle spalle una storia lunga, profonda e talvolta controversa?

Se visti in questo modo, le questioni sembrano essere frutto di puro buon senso. Tuttavia ci sono sensibilità diplomatiche, umane e contestuali che necessitano di ulteriore riflessione. Papa Francesco ha deciso di parlare spontaneamente, con la certezza che qualcuno contestualizzerà o darà il beneficio del dubbio alle sue parole, o almeno un voto di fiducia e simpatia.

Però, è una strategia che si rivela divisiva. C’è chi difende il Papa e chi lo contesta, e ciascuna fazione accusa l’altra di non aver capito. Le critiche al Papa vengono scambiate per attacchi personali. Le lodi al Papa sono, invece, considerate adulazione. Questo stesso dibattito viene criticato come una perdita di tempo.

Le questioni principali vengono messe da parte e tutto si concentra sulla figura del Papa. La personalizzazione è un processo complicato da evitare, soprattutto quando si hanno leader carismatici o centralizzanti. Nella pratica, però, la personalizzazione evidenzia tutti i limiti delle decisioni quando queste non si basano su logiche istituzionali ma personali.

Così, un evento dal profondo significato pastorale, come l’incontro con i giovani Russi, è diventato un potenziale terreno di scontro per una controversia che non sarebbe emersa se il Papa non avesse parlato spontaneamente.

Questa storia, tra l’altro, non è l’unica nel suo genere. Nel corso degli anni il Papa ha più volte parlato in modo estemporaneo, con eccessi verbali che hanno richiesto chiarimenti.

Allo stesso tempo, il Papa ha usato il suo peso e autorità per cercare di sviluppare e promuovere iniziative di pace. Ad esempio, ha indetto un incontro di preghiera nei Giardini Vaticani per la pace in Medio Oriente nel 2014. Ha realizzato un ritiro di preghiera per i leader del Sud Sudan nel 2019. Ha inviato il Cardinale Parolin in Libano nel settembre 2021, quando ha anche promosso una giornata di preghiera per il Paese. E ha inviato in Ucraina sei volte il Cardinal Krajewski e due volte il Cardinal Czerny. Ha poi scelto il Cardinal Zuppi come suo inviato speciale per una missione pratica per esplorare la possibilità di pace in Ucraina, ma soprattutto per aiutare a riportare i bambini ucraini dalla Russia.

Allora, come si può definire l’atteggiamento diplomatico del Papa? Il desiderio di un accordo a tutti i costi con la Cina, di un dialogo con Putin fin dall’inizio della guerra, di un confronto e di una mediazione in Nicaragua o in Venezuela nonostante tutto, indicano che è un Papa della Realpolitik, cioè della diplomazia concreta e pratica.

Allo stesso tempo, il silenzio assordante di alcune situazioni in Nicaragua, Venezuela o Hong Kong parla di un Papa estremamente prudente e capace di tacere anche quando si dovrebbe parlare [5].

Infine, le dichiarazioni spontanee, senza un filtro, indicano un Papa che non pensa alle conseguenze e talvolta ha letture ingenue della realtà.

Chi è Papa Francesco? La sua diplomazia è fluida, senza punti di riferimento, e quindi potenzialmente inefficace? Oppure la sua diplomazia è pratica e, quindi, potenzialmente divisiva?

Sono questi gli interrogativi, che sollevano le ultime decisioni di Papa Francesco. Andando in Mongolia ha rischiato di rovinare anche i buoni rapporti con la Cina. All’incontro interreligioso hanno partecipato buddisti tibetani, nel momento in cui il Dalai Lama ha stabilito che un potente lama e autorità spirituale per tutta la Mongolia si è reincarnato in un bambino mongolo, suscitando le ire di Pechino, che rivendica il diritto di decidere sulle reincarnazioni. Non è un mistero che la Cina abbia osservato con molta attenzione il viaggio. Le cose sono andate bene, l’organizzazione è stata perfetta, ma fino all’ultimo qualcuno ha ipotizzato qualche malinteso causato da eventuali gesti o parole spontanei di Papa Francesco.

È un esempio che spiega le tante cose a cui bisogna pensare quando si prepara un viaggio, figuriamoci un discorso o un’intervista, che hanno tempi rapidi e non devono mai essere fraintese, almeno sulle questioni critiche.

Questo articolo è stato pubblicato oggi dall’autore sul suo blog Monday Vatican [QUI].

[1] Le parole conclusive pronunciate a braccio da Papa Francesco nella teleconferenza con i partecipanti alla X Giornata Panrussa della Gioventù Cattolica tenutasi a San Pietroburgo il 25 agosto 2023

«Non dimenticare mai l’eredità. Siete gli eredi della grande Russia: la grande Russia dei santi, dei governanti, la grande Russia di Pietro I, Caterina II, quell’impero – grande, illuminato, [Paese] di grande cultura e grande umanità. Non rinunciate mai a questa eredità, voi siete gli eredi della grande Madre Russia, andate avanti. E grazie – grazie per il vostro modo di essere, per il vostro modo di essere Russi».

[2] La reazione del governo ucraino e del Capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina

«È davvero un peccato che le idee di una grande potenza russa, che in realtà sono la causa dell’aggressività cronica della Russia, consapevolmente o inconsapevolmente, escano dalle labbra del Papa, la cui missione, a nostro avviso, è proprio quella di aprire gli occhi della gioventù russa sul corso distruttivo dell’attuale leadership russa», ha scritto su Facebook il Portavoce del Ministero degli Esteri dell’Ucraina, Oleg Nikolenko. Cita il passaggio riportato sopra e prosegue: «Questa è una citazione dal discorso di Papa Francesco ai partecipanti alla decima Giornata panrussa della gioventù cattolica tenutasi a San Pietroburgo il 25 agosto. È con tale propaganda imperialista” e “la ‘necessità’ di salvare ‘la grande Madre Russia’ che il Cremlino giustifica l’assassinio di migliaia di uomini e donne ucraini e la distruzione di centinaia di città e villaggi ucraini».

In una Nota emessa da Sua Beatudine Sviatoslav Shevchuk, Arcivescovo maggiore di Kiev-Halyč ed Arcieparca metropolita di Kiev, Capo della Chiesa Greca-Cattolica Ucraina si legge: «Con grande dolore e preoccupazione abbiamo appreso le parole, attribuite al Santo Padre Francesco, pronunciate durante l’incontro telematico con la gioventù cattolica russa, avvenuto il 25 agosto scorso in video conferenza a San Pietroburgo. Presumiamo che le parole di Sua Santità siano state pronunciate in maniera spontanea, senza la pretesa di dare una valutazione storica, né tantomeno l’intenzione di sostenere le ambizioni imperialistiche della Russia. Nonostante ciò, condividiamo il grande dolore suscitato dalle sue osservazioni in vescovi, clero, monaci e fedeli non solo della nostra Chiesa, ma anche di altre confessioni cristiane, nonché di rappresentanti di altre confessioni religiose. Allo stesso tempo, condividiamo anche la grande delusione della società civile ucraina a seguito di queste parole. Le parole sulla “grande Russia di Pietro I, Caterina II, di quell’impero – grande e illuminato, un Paese di grande cultura e grande umanità” si riferiscono al peggiore esempio dell’imperialismo e del nazionalismo estremo russo. Temiamo che quelle parole siano comprese da alcuni come un incoraggiamento proprio di questo nazionalismo e imperialismo, che è la vera causa della guerra in Ucraina. Guerra che ogni giorno porta la morte e la distruzione del nostro popolo».
Secondo Sua Beatitudine Shevchuk, «gli esempi usati da Sua Santità, in realtà non corrispondono al suo Magistero sulla pace. Invece, il Santo Padre ha sempre denunciato ogni tipo di imperialismo nel mondo d’oggi e messo in guardia pericolo dell’estremo nazionalismo, sottolineando che proprio essi sono la causa della ‘terza guerra mondiale a pezzi».
«Come Chiesa, vogliamo segnalare che, nel contesto dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina, simili espressioni ispirano le ambizioni neocoloniali del paese aggressore, invece di denunciare e condannare questo modo di essere russi», ha aggiunto Sua Beatitudine Shevchuk, poi concludendo: «Per evitare che le parole e le intenzioni del Santo Padre siano manipolate, aspettiamo dalla Santa Sede una spiegazione della situazione. La Chiesa greco-cattolica ucraina insieme con tutta la società civile in Ucraina condanna l’ideologia del “mondo russo” e tutto il modo criminale di “essere russi”. Speriamo che la nostra voce sia udita dal Santo Padre. Fra pochi giorni i vescovi della nostra Chiesa saranno riuniti a Roma per celebrare il Sinodo annuale della Chiesa greco-cattolica ucraina. Avremo, inoltre, l’occasione di incontrare Sua Santità e di presentargli personalmente i dubbi e il dolore del popolo ucraino, fiduciosi della sua premura paterna verso il nostro popolo».

[3] Comunicato della Nunziatura Apostolica in Ucraina, 28 agosto 2023

La Nunziatura Apostolica in Ucraina ha rilevato che, a seguito della connessione telematica di Papa Francesco con i giovani cattolici della Federazione Russa, avvenuta il 25 agosto 2023, nei mass-media ucraini e internazionali sono sorte discussioni circa alcune parole pronunciate dal Romano Pontefice in quell’occasione. In particolare, secondo alcune interpretazioni, Papa Francesco avrebbe incoraggiato i giovani cattolici russi a prendere esempio da alcuni personaggi storici russi, conosciuti per le idee ed azioni imperialiste ed espansioniste, realizzate a detrimento dei popoli vicini, compreso quello ucraino.
Questa Rappresentanza Pontificia rifiuta fermamente le suddette interpretazioni, in quanto Papa Francesco non ha mai incoraggiato idee imperialiste. Al contrario, egli è un convinto oppositore e critico di qualsiasi forma di imperialismo o colonialismo, in tutti i popoli e situazioni. In questa stessa chiave vanno interpretate anche le parole del Romano Pontefice, pronunciate il 25 agosto scorso.

[4] Comunicazione della Sala Stampa della Santa Sede, 29 agosto 2023

Rispondendo alle domande dei giornalisti, il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha affermato quanto segue: «Nelle parole di saluto rivolte a braccio ad alcuni giovani cattolici russi negli scorsi giorni, com’è chiaro dal contesto in cui le ha pronunciate, il Papa intendeva incoraggiare i giovani a conservare e promuovere quanto di positivo c’è nella grande eredità culturale e spirituale russa, e certo non esaltare logiche imperialistiche e personalità di governo, citate per indicare alcuni periodi storici di riferimento».

[5] A questo elenco abbiamo aggiunto già a ripetizione il silenzio ingiustificabile di Papa Francesco sul genocidio armeni in corso nell’Artsakh/Nagorno-Karabakh ad opera dell’Azerbajgian [QUI].

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