L’incertezza

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 21.08.2023 – Andrea Gagliarducci] – Alcuni paragonano il pontificato di Papa Francesco a un cambiamento epocale che non può essere percepito da una “bolla” di osservatori. È vero che Papa Francesco, in questi dieci anni di pontificato, ha rivoluzionato tante cose, in primis basato sul suo senso pratico e sul suo modo di vedere le cose. Non è vero, però, che non si è percepito subito che Papa Francesco volesse attuare un cambiamento epocale. Anzi, è proprio su questo che si sono subito concentrate le critiche e gli allarmi, anche quando pochi osavano lanciarli.

All’inizio del pontificato era necessario concedere un “anticipo di simpatia” e ogni critica veniva presa come pregiudizio. Questo stesso autore ne ha scritto, nel 2013, e fu pesantemente attaccato all’epoca per cose che oggi, viste in prospettiva, sembrano lievi.

La domanda è, a questo punto, dove andrà Papa Francesco? Qual è il suo piano finale? La settimana appena trascorsa è stata tranquilla, senza grandi appuntamenti o decisioni significative. Il Papa è tornato all’attività pubblica e sta preparando il viaggio in Mongolia, che inizierà il 31 agosto. Poi, ci saranno due eventi cruciali.

Il primo sarà il Concistoro del 30 settembre. Il Papa non ha ancora annunciato se un altro Concistoro, un incontro, accompagnerà il Concistoro pubblico per la creazione di nuovi cardinali. Si è svolto lo scorso anno, e non accadeva dal 2014. Tuttavia, la conferenza dello scorso anno era suddivisa in gruppi di lavoro con relatori e poche possibilità di intervento. Molti cardinali hanno messo da parte i discorsi che avrebbero voluto fare. La maggior parte di loro è rimasta delusa con la situazione.

Il Papa non ha permesso ai cardinali di incontrarsi. Tuttavia, nei dieci anni del suo pontificato, ha già celebrato nove concistori, cambiando di fatto la maggioranza del Collegio cardinalizio e attuando un ricambio generazionale che probabilmente non ha precedenti nella storia della Chiesa, con l’eccezione del Concistoro di Papa Giovanni Paolo II nel 2002, che includeva anche lo stesso Jorge Mario Bergoglio in un nutrito elenco di cardinali.

In questo caso, però, una riunione potrebbe essere determinante. Il Papa rivolge il suo discorso alla Chiesa, come attestano le lettere con cui accompagna le ultime nomine (il Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, il nuovo Rettore della Pontificia Università Lateranense, un ausiliare nella diocesi di Roma e un rettore del suo seminario). Perciò, un incontro permetterebbe al Papa di dare indicazioni ai cardinali o almeno di indirizzare alcune linee programmatiche.

Per ora non se ne parla, perché Papa Francesco ha sempre preferito non rivelare le sue intenzioni. Le ultime modalità, però, suggeriscono che qualcosa potrebbe accadere al Concistoro. Non fosse altro perché il Concistoro è indissolubilmente legato all’altro evento significativo, che è la prima tappa del Sinodo sulla vita della Chiesa – noto come Sinodo sulla sinodalità, espressione però sgradita ai membri della Segreteria Generale del Sinodo.

Questo sarà un sinodo di un tipo nuovo. Bisognerà vedere il nuovo regolamento per capire come funzioneranno i gruppi di lavoro e come verrà redatto il testo finale consegnato al Papa. Sì, anche se al Papa verrà dato un testo definitivo, o se aspetteremo la seconda tappa il prossimo anno.

Sappiamo che il numero dei partecipanti è aumentato, che si riuniranno nell’Aula Paolo VI, e che la discussione sarà facilitato dai gruppi riuniti in tavole rotonde per favorire il dialogo.

Ma come sarà la discussione? Mettendo da parte i discorsi preparati, una possibilità è che il dialogo prenda la direzione del moderatore dei circoli minori o, comunque, dei suoi partecipanti più carismatici. Questa è un’eventualità che non sarebbe gradita alla maggior parte dei partecipanti.

Pertanto, il prossimo Sinodo non riguarderà le idee ma le reazioni. Ci saranno progressisti e sostenitori del Sinodo che saranno scontenti del processo, così come ci saranno conservatori che potrebbero essere in grado di ottenere risultati positivi e di esserne felici. È una scommessa.

Una scommessa che rispecchia il pontificato. Così come non sembrano esserci certezze sulla conduzione del dibattito – ma il regolamento del Sinodo lo smentirà o lo confermerà – non sembra esserci fermezza nel pontificato. Il diritto canonico sembra accantonato o sottoposto a decisioni estemporanee o personali. Allo stesso tempo, anche il Dicastero per i Testi Legislativi, cruciale in questo senso, sembra accantonato.

Papa Francesco interviene sulla legge, fino a cambiare le regole di un processo civile in corso, e l’impressione è, che per il Papa la legge serva al pontificato e non al popolo. Ma la legge, in realtà, serve a proteggere le persone; non è intesa per aiutare il pontificato a fare nuove regole.

In questa situazione di incertezza, non si sa nemmeno chi verrà trattenuto e chi no. Si vocifera addirittura che il futuro Cardinale Américo Aguiar, Vescovo ausiliare di Lisbona, sarà chiamato in Vaticano per succedere al Cardinale Kevin Joseph Farrell come Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Farrell, anche Camerlengo di Santa Romana Chiesa, era considerato una delle persone fidate di Francesco. Ma Papa Francesco vuole cambiare tutti ogni cinque anni, con poche eccezioni.

Fanno eccezione gli amici di una vita, come l’Arcivescovo Victor Fernandez, anche un futuro cardinale, che il Papa ha chiamato a Roma e con cui interagisce in modo continuo e assiduo diversamente da nessun altro a Roma, con l’eccezione di una vecchia amica.

Il Concistoro e il Sinodo segneranno il ritmo del cambio di epoca di questo pontificato. Forse non si è capito cosa ha fatto il Papa in questi anni, potrebbe essere che è caduto il muro di Berlino, e tutti stiamo parlando di qualcosa che non esiste più. Infatti, a questo punto, ogni analisi vaticana non può usare le vecchie categorie, perché Papa Francesco non le usa.

Il problema, tuttavia, è che non ci sono nuove categorie. Tutto è incerto.

Questo articolo nella nostra traduzione italiana è stato pubblicato oggi in inglese dall’autore sul suo blog Monday Vatican [QUI].

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