XIX Domenica del Tempo Ordinario: Coraggio, non abbiate paura!
Dopo aver sfamato una folla di oltre 5000 persone con soli cinque pani, Gesù spinge gli Apostoli a salire in barca e ad avviarsi all’altra sponda, mentre Egli si ferma per congedare la folla. Da qui prenda avvio l’episodio del Vangelo: episodio assai eclatante e rivelatore della divinità di Cristo Gesù.
Quando la barca fu lontana oltre un miglio, si scatena una tempesta e la barca minaccia di affondare. Gli Apostoli disperatamente cercano di resistere alla furia delle onde, mentre Gesù si avvicina alla barca camminando sulle onde. Gli Apostoli pensano.
E’ un fantasma; Gesù li tranquillizza: non temete, sono io. L’apostolo Pietro, molto ardito,: ‘Se sei tu, Signore, fa che io venga da te!’ Gesù risponde: ‘Vieni!’ Pietro scende dalla barca e s’avvia verso Gesù camminando sulle onde; ma, quando per la furia delle onde comincia a preoccuparsi, teme e grida: ‘Gesù, aiutami!’ Gesù lo prende per la mano dicendo. ‘Uomo di poca fede, perché hai dubitato? Quando avevi creduto, camminavi sulle onde, quando hai dubitato stavi per affogare’. Poi salirono sulla barca e il mare si quietò.
Un episodio che rivela la storia della Chiesa nel mondo e la storia nostra personale. La storia ci presenta la Chiesa come una barca in mezzo ad un mare tempestoso. La storia millenaria della Chiesa conosce persecuzioni e morte. Gesù l’aveva predetto: hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi, ma… le porte degli inferi non prevarranno.
La Chiesa di Gesù in due mila anni ha conosciuto sempre persecuzioni: a Gerusalemme si fece di tutto per distruggere la Chiesa nascente; lo stesso Gesù incuteva nei suoi avversari paura sia da vivo che morto e il suo sepolcro fu custodito da due picchetti armati di soldati ebrei e romani.
A Roma l’imperatore Nerone emanò un decreto: ‘A nessuno è lecito essere cristiano, pena la morte’. Diocleziano organizzò una persecuzione scientifica per distruggere il cristianesimo. L’impero romano è crollato mentre la Chiesa di Cristo continua la sua storia. Nell’età moderna Napoleone imprigionò il papa, che morì in prigione, ed era fiero di avere seppellito l’ultimo papa ma subito dovette ricredersi. L’impero napoleonico è crollato e la Chiesa continua la sua storia.
Nel XIX secolo Garibaldi in un anticoncilio tenuto a Napoli esclamò: ‘Con le budella dell’ultimo papa, abbatterò l’ultima Chiesa”. Povero illuso: Garibaldi è morto e di lui rimane solo il nome di qualche via o di qualche piazza, ma la Chiesa, sempre perseguitata, continua la sua marcia in mezzo ad un mare tempestoso perché al timone di questa barca c’è lo stesso Gesù, visibilmente rappresentato dal suo Vicario, il romano pontefice ‘e le porte degli inferi non prevarranno’.
Come per la Chiesa anche la nostra vita antro non è che una lunga traversata in un mare in tempesta. Basta leggere la propria storia personale; ma il Signore no abbandona chi ha fede in Lui.
Il Signore non apre il mare, come fece con Mosè ed il popolo ebreo; Egli ci offre la capacità di camminare sulle onde, di sottomettere le onde senza restarne sommersi. Si tratta solo di fiducia in Lui, di fede vera e viva. Gesù oggi ripete: ‘Uomini di poca fede, perché dubitate? Le porte degli inferi non prevarranno’; coraggio, sono io, ripete Gesù, ieri come oggi, all’uomo succube della paura, in preda tante volte dello scoraggiamento.
Chi crede in Dio ed ha fede in Lui non può soccombere. Quando il vento si fa impetuoso bisogna fissare lo sguardo su Gesù e non confidare sulle proprie forze. L’esempio dell’apostolo Pietro è assai eloquente; è la storia dell’uomo tanto grande e mirabile quanto debole e fragile; è la storia della Chiesa al cui timone della barca c’è lo stesso Cristo. Gesù no abbandona mai la sua Chiesa, lo Spirito Santo non abbandona mai chi crede in Lui; basto solo, come fece l’apostolo Pietro, gridare: Gesù, salvami!
Dio è sempre accanto a noi ma si rivela in modo diverso dalle nostre attese: a Mosè si rivelò nel roveto ardente, ad Elia si rivelò al sussurro di una brezza leggera, ma è sempre Lui che non abbandona e tende la sua mano. Fortunati noi se, anche con l’acqua alla gola, avremo la forza di gridare come Pietro: “Signore, salvami!”
Dalla fede in Gesù verrà la calma, la fiducia, la tranquillità; la certezza di avere Dio sula stessa barca ci dà sicurezza: le difficoltà saranno superate e tale certezza ci farà essere sereni anche in un mare tempestoso. Importante è non scoraggiarsi, restare nella Barca. Solo chi vacilla nella fede o si affida solo ai propri mezzi affonda.
La nostra preghiera a Dio per noi e per quanti si trovano nella stessa Barca ci farà riacquistare fiducia e calma; solo allora con gli apostoli anche noi esclameremo: ‘Tu sei veramente il Figlio di Dio’. Non dimenticare: la nostra fede si nutre dell’ascolto della parola di Dio, preghiera e amore verso Dio e i fratelli.