Trasfigurazione del Signore
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 06.08.2023 – Vik van Brantegem] – Tutte le Chiese d’Oriente e d’Occidente celebrano il 6 agosto la festa della Trasfigurazione del Signore. La Trasfigurazione del Signore fa parte del mistero della salvezza. Nel Cristo trasfigurato è rivelata all’uomo la sua vocazione alla divinizzazione e all’intero creato il suo destino di comunione con Dio nel Regno che ormai è vicinissimo. Ricordando l’episodio biblico nel quale Gesù fu trasfigurato davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni mentre conversava con Mosè ed Elia, la Chiesa vede in Cristo il compimento di tutte le Scritture.
Quando Cristo si sarà manifestato,
noi saremo simili a lui,
perché lo vedremo così come egli è
(1Gv 3,2)
La festa della Trasfigurazione del Signore è stata celebrata nelle Chiese d’Oriente e d’Occidente fin dall’antichità, in vario modo e in date differenti. Introdotta in Armenia nel IV secolo e nel V secolo nell’area siriaca, la festa fu celebrata per ricordare la dedicazione di una chiesa sul monte Tabor. Dall’oriente la festa della Trasfigurazione passò presto alla chiesa bizantina, dove prese il nome di Metamorfosi del Salvatore. In occidente essa fu conosciuta dapprima nella Spagna mozarabica, per poi essere introdotta da Pietro il Venerabile nella liturgia cluniacense. Da Cluny e attraverso il monachesimo, dove fu profondamente valorizzata. Nel 1457 Papa Callisto III l’estese alla Chiesa universale, in seguito alla vittoria riportata contro i Turchi a Belgrado, la cui notizia giunse a Roma proprio il 6 agosto. Essa trovò una collocazione stabile nella liturgia della Chiesa occidentale soltanto con l’edizione del Messale Romano del 1570.
Un riferimento preciso alla Trasfigurazione del Signore l’abbiamo nel vangelo della II domenica di quaresima, ma non si tratta di un doppione, perché nel tempo quaresimale non abbiamo una festa propriamente detta della Trasfigurazione. La liturgia romana leggeva il brano evangelico riferito all’episodio della trasfigurazione il sabato delle Quattro Tempora di Quaresima, mettendo così in relazione questo mistero con quello della passione. Lo stesso evangelista Matteo inizia il racconto con le parole: «Sei giorni dopo» (cioè dopo la solenne confessione di Pietro e il primo annuncio della passione), «Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte. E si trasfigurò davanti a loro: il suo volto risplendette come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce». C’è in questo episodio una netta contrapposizione all’agonia dell’orto del Getsemani.
Papa Paolo VI concluse la sua vita terrena proprio alla sera di questo giorno dell’anno 1978. A un Angelus del 6 agosto aveva ricordato come «la Trasfigurazione getta una luce abbagliante sulla nostra vita quotidiana e ci fa rivolgere la mente al destino immortale che quel fatto adombra. Sulla cima del Tabor Cristo svela per qualche istante lo splendore della sua divinità, e si manifesta ai testimoni prescelti quale realmente è, il Figlio di Dio; ma fa vedere anche il trascendente destino della sua natura umana, che egli ha assunto per salvarci, destinata anch’essa, perché redenta dal suo sacrificio d’amore irrevocabile, a partecipare alla pienezza della vita, alla sorte dei santi nella luce».
A partire dall’anno 2000, su proposta del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartholomeos I, la festa della Trasfigurazione è divenuta un giorno di particolare intercessione per l’unità dei cristiani.