Papa Francesco ai giovani: la gioia è missionaria

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Si è appena conclusa la veglia di preghiera della Giornata mondiale della Gioventù al Parco Tejo, dove papa Francesco ha sottolineato che l’allegria è missionaria, invitandoli a coltivare le radici ed allenarsi per il cammino della vita, portando l’esempio del calcio, ringraziandoli per la presenza: ‘Mi dà tanta gioia vedervi’.

Papa Francesco è stato accolto dall’entusiasmo della ‘marea’ dei giovani, che hanno ascoltato le testimonianze di don Antonio Ribeiro de Matos, che ha raccontato la storia della sua esistenza senza senso, fino ad un incidente stradale in cui, ‘avrei potuto morire’. Da qui inizia un momento per riflettere sulla propria vita e la chiamata a diventare sacerdote, che diventa scelta definitiva con la Gmg di Panama nel 2019: ‘Cristo non aveva chiuso con me, come non desiste con nessuno’.

Poi la testimonianza della diciottenne mozambicana Marta Luis 18 anni, del Mozambico, che racconta la storia familiare, quando il suo villaggio è stato attaccato dai terroristi e lei con la sua famiglia è stata costretta a rifugiarsi nella foresta, spesso senza cibo né acqua: “Ma in nessun momento abbiamo perso la fede. Abbiamo pregato tanto e c’è la speranza che un giorno ricostruiremo la nostra vita”.

Ed il papa, riprendendo il tema di questa Giornata Mondiale della Gioventù, incentrata sulla ‘fretta’ di Maria, ha sottolineato che tale ‘fretta’ è dovuta alla gioia dell’annuncio: “Viene da chiedersi: perché Maria si alza e va in fretta dalla cugina?”

Perchè la gioia porta ad annunciare la novità all’altro: “La gioia di Maria è duplice: aveva appena ricevuto l’annuncio dell’angelo, che avrebbe accolto il Redentore, e anche la notizia che la cugina era incinta. Allora, è interessante: invece di pensare a sé stessa, pensa all’altra. Perché? Perché la gioia è missionaria, la gioia non è per uno, è per portare qualcosa… E’ per portarlo agli altri, perché la gioia è missionaria!”

Si porta a qualcuno la gioia, perché da qualcuno si è ricevuto la gioia: “Ma questa gioia che abbiamo, altri ci hanno preparato a riceverla. Adesso guardiamo indietro, a tutto quello che abbiamo ricevuto: tutto questo ha predisposto il nostro cuore alla gioia.

Tutti, se guardiamo indietro, abbiamo persone che sono state un raggio di luce per la nostra vita: genitori, nonni, amici, sacerdoti, religiosi, catechisti, animatori, maestri…  Loro sono come le radici della nostra gioia. Ora facciamo un attimo di silenzio, e ciascuno pensa a coloro che ci hanno dato qualcosa nella vita, che sono come le radici della gioia”.

Nel dialogo papa Francesco ha invitato i giovani a scoprire le  radici della propria gioia: “Mi domando però: come diventare radici di gioia? La gioia non sta nella biblioteca chiusa, l’allegria la dobbiamo cercare, la dobbiamo scoprire nel dialogo con il fratello. Sicuramente questo ci stanca. Voi vi siete stancati?”

Per questo la gioia non ha confini: “La gioia non sta nella biblioteca, chiusa (anche se è necessario studiare!) ma sta da un’altra parte. Non è custodita sotto chiave. La gioia bisogna cercarla, bisogna scoprirla. Bisogna scoprirla nel dialogo con gli altri, dove dobbiamo dare queste radici di gioia che abbiamo ricevuto. E questo, a volte, stanca”.

Per questo ha citato un canto degli alpini: “Gli alpini, a cui piace salire sulle montagne, hanno un canto molto bello che nell’arte di salire la montagna quello che è importa è non rimanere a terra. Chi resta per terra ha chiuso la speranza. Quando vediamo qualche amico che è caduto dobbiamo tirarlo su, forte”.

Ed è il paragone sportivo per dire ai giovani che per fare ogni cosa c’è bisogno di allenamento: “L’unica maniera lecita per guardare una persona dall’alto in basso è per aiutarla a rialzarsi. Questo è il cammino, la costanza di aiutare e nella vita per fare le cose bisogna allenarsi nel cammino, a volte non abbiamo voglia di camminare, di fare gli esami perché non vogliamo studiare. Se a qualcuno gli piace il calcio, dietro ad un goal c’è tanto allenamento”.

Ed ha concluso con l’invito a scoprire di Cristo: “Tutto questo si impara e questo è allenamento. Vi lascio con questo pensiero: allenarsi tutti i giorni nella vita, perché nella vita niente è gratis, solo una cosa gratis è l’amore di Gesù”.

(Foto: Santa Sede)

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