Il “nuovo” Vaticano di Papa Francesco

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Piano piano si comincia a vedere la linea del pontificato di Papa Francesco. Il cambio al vertice della Segreteria di Stato indica che il Papa cercherà una riforma che in qualche modo limiti l’azione della sua Segreteria. Piero Parolin, giovane per il suo ruolo come lo fu Eugenio Pacelli, è un diplomatico di lungo corso e la sua riservatezza lascia immaginare che non lo vedremo molto sulle pagine dei giornali. E del resto a conquistare le prime pagine c’è già il Papa.

Ma Francesco ha voluto anche trovare un ruolo preciso per il Papa Emerito Benedetto XVI. Ben cosciente del vuoto lasciato nel cuore di molti cattolici da Joseph Ratzinger ha insistito perché Benedetto, pur nella assoluta riservatezza, avesse occasioni pubbliche per parlare e incontrare fedeli e amici. Così sono iniziate le visite al Mater Ecclesiae e, anche se qualcuno ha poi riportato malamente le parole del Papa Emerito, sono filtrate le notizie. Così mentre la visita di Benedetto a Castelgandolfo è rimasta avvolta nella riservatezza, la messa con gli studenti del professor Ratzinger è diventata notizia ufficiale. La omelia, bellissima riflessione sulla umiltà e la responsabilità del posto che Dio ci ha assegnato, è stata la prima dopo sei mesi di silenzio.

E si è visto che Benedetto non ha perso la sua straordinaria capacità di rendere l’alta teologia semplice ed immediata.

Tutto fa credere che, se la salute lo sostiene, non sarà la sola apparizione pubblica di Papa Benedetto, che non solo riceve frequentemente le visite di Francesco, ma è invitato a fare una vita “normale”. Chi sa che non potremmo vederlo anche a San Pietro? Benedetto ha promesso obbedienza a Francesco e quindi in fondo la decisione spetta a lui.

Intanto Papa Francesco continua il suo lavoro con le commissioni e con la Segreteria di Stato, rimasta immutata a parte il suo vertice, e con il Prefetto della Casa Pontificia l’ arcivescovo Georg Gänswein che, come lui stesso ha ricordato, vive con Papa Benedetto e lavora con Papa Francesco.

Il suo è un ruolo di ponte tra i due pontefici. Un ruolo tutto nuovo e da inventare che l’arcivescovo sta eseguendo con discrezione e puntualità. Le sue prime uscite pubbliche sono state in agosto a Friburgo e a Castelgandofo per celebrare la messa, e il 14 e 15 settembre è atteso nelle Marche per la prima visita alla diocesi di cui è titolare, Urbisaglia.

Intanto Francesco prepara la visita a Cagliari e ad Assisi. Programmi intensi che ricordano i tour de force dei primi anni di Giovanni Paolo II. Francesco ha ripreso la predicazione “da parroco” delle messe mattutine a Santa Marta cui forse parteciperanno gruppi dalle parrocchie romane, e proprio in autunno si riprenderanno le visite alle parrocchie. In vista anche un concistoro per la creazione di nuovi cardinali oltre quello del 30 settembre per le date delle canonizzazioni di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII.

Insomma la convivenza in Vaticano tra i due Papi procede bene, come l’enciclica “a quattro mani” ha dimostrato. La prima tutta scritta da Francesco sarà dedicata ai poveri. Lo ha detto lo stesso pontefice ricevendo i vescovi pugliesi in primavera. Anche questa è una cosa da ricordare: al Papa piace dare anticipazioni.

Non su tutto, ovviamente. Tanto che la nascita delle Commissioni è arrivata a sorpresa. C’è anche chi dice che sono solo formalità e che Francesco decide da solo anche con una punta di ostinazione.

Sta di fatto che ora in Curia un ruolo importante di consigliere del Papa lo ha l’inossidabile cardinale decano del Sacro Collegio Angelo Sodano che è riuscito a suggerire al Papa alcune nomine importanti.

 

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