Il papa: il dialogo tra estetica ed etica grazie alla “via pulchritudinis”

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Un dialogo rinnovato tra estetica ed etica, tra bellezza, verità e bontà. Lo ripropone il dibattito artistico ma anche la realtà quotidiana. Il papa ha affrontato l’ argomento nel suo messaggio alle Accademie Pontificie in occasione della loro XIII seduta pubblica. E Benedetto XVI mette in guardia da “una ricerca della bellezza estranea o avulsa dall’umana ricerca della verità e della bontà”.

Essa, dice, “si trasformerebbe, come purtroppo succede, in mero estetismo, e, soprattutto per i più giovani, in un itinerario che sfocia nell’effimero, nell’apparire banale e superficiale o addirittura in una fuga verso paradisi artificiali, che mascherano e nascondono il vuoto e l’inconsistenza interiore”.

Bellezza e bontà rischiano di essere lontane e di non essere lo scopo di una ricerca davvero umana della verità. E la bellezza diventa “riduttivamente” una “forma esteriore”, una “apparenza da perseguire a tutti i costi” piuttosto che “verità e bontà delle azioni che si compiono per realizzare una certa finalità.”

Ne scaturisce soggettivismo e individualismo che sfocia nella’incomunicabilità. Insomma il papa rilancia il binomio degli eroi greci “ kalos kai agatos”, bello e buono, o meglio un confronto tra etica ed estetica che passi per “un allargamento degli orizzonti della ragione”. Per questo occorre riscoprire “l’intima connessione che lega la ricerca della bellezza con la ricerca della verità e della bontà. Una ragione che volesse spogliarsi della bellezza risulterebbe dimezzata, come anche una bellezza priva di ragione si ridurrebbe ad una maschera vuota ed illusoria.” Il papa rilegge il vangelo di Matteo: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” e pone l’ accento sul “kalà erga opere belle e buone allo stesso tempo, perché la bellezza delle opere manifesta ed esprime, in una sintesi eccellente, la bontà e la verità profonda del gesto, come pure la coerenza e la santità di chi lo compie.”

Per Benedetto “l’annuncio del Vangelo deve essere percepito nella sua bellezza e novità, e per questo è necessario saper comunicare con il linguaggio delle immagini e dei simboli; la nostra missione quotidiana deve diventare eloquente trasparenza della bellezza dell’amore di Dio per raggiungere efficacemente i nostri contemporanei, spesso distratti e assorbiti da un clima culturale non sempre propenso ad accogliere una bellezza in piena armonia con la verità e la bontà, ma pur sempre desiderosi e nostalgici di una bellezza autentica, non superficiale ed effimera.” Ecco di nuovo proposta la via pulchritudinis,“ uno dei possibili itinerari, forse quello più attraente ed affascinante, per comprendere e raggiungere Dio.” Il papa ha ricordato anche la Lettera agli Artisti di Giovanni Paolo II e ha lanciato un appello ad Accademici ed Artisti, perché sappiano “suscitare meraviglia e desiderio del bello, formare la sensibilità degli animi e alimentare la passione per tutto ciò che è autentica espressione del genio umano e riflesso della Bellezza divina.”

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