Mio Dio, non dimenticarti di me, quando io mi dimentico di bussare alla tua porta
“Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto”. Le parole di Gesù ci invitano a non scoraggiarci ed abbatterci, ma ad insistere a chiedere e a bussare alla porta del suo cuore, e questo attraverso la preghiera. Non servono rosari interminabili o preghiere vuote di attenzione alle parole che in automatico ripetiamo o leggiamo, ma poche e semplici parole che escono dal nostro cuore, dirette al cuore di Gesù.
Mio Dio, non dimenticarti di me,
quando io mi dimentico di te.
Non abbandonarmi, Signore,
quando io ti abbandono.
Non allontanarti da me,
quando io mi allontano da te.
Chiamami se ti fuggo,
attirami se ti resisto,
rialzami se cado.
Donami, Signore, Dio mio,
un cuore vigile
che nessun vano pensiero porti lontano da te,
un cuore retto
che nessuna intenzione perversa possa sviare,
un cuore fermo
che resista con coraggio ad ogni avversità,
un cuore libero
che nessuna torbida passione possa vincere.
Concedimi, ti prego, una volontà che ti cerchi,
una sapienza che ti trovi,
una vita che ti piaccia,
una perseveranza che ti attenda con fiducia
e una fiducia che alla fine giunga a possederti.
San Tommaso d’Aquino
Foto di copertina: statua in legno di Gesù Cristo in piedi che bussa ad una porta d’oro tra due angeli. Bussa come nell’Apocalisse (3,20): «Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me». La statua si trova sull’altare della cappella della navata dedicata a Nostra Signora del Rosario della chiesa parrocchiale di Sant’Ulrico e dell’Epifania del Signore di Ortisei/St. Ulrich in Gröden, capoluogo della Val Gardena, nella provincia autonoma di Bolzano/Bozen, in Alto Adige/Südtirol. Davanti all’altare in primo piano due libri sacri aperti. L‘altare proviene dallo studio artistico di Giuseppe Rifesser Stufan.
Secondo la tradizione cristiana, Cristo ritornerà alla fine dei tempi a giudicare i vivi e i morti, passando per la porta, chiamata d’Oro, che si affaccia dalla parte orientale della spianata del tempio di Gerusalemme e guarda al monte degli Ulivi. Forse è una delle più antiche porte di Gerusalemme. Ne fa testo il profeta Zaccaria che dice che il Signore verrà e i suoi piedi si poseranno sopra il monte degli Ulivi che sta di fronte a Gerusalemme: “Allora verrà il Signore mio Dio e con lui tutti i suoi santi” (Zc 14,5). Il profeta Gioele indica la valle di Giosafat come il luogo del giudizio, ora in antico il giudizio veniva tenuto presso le porte per cui i cristiani associarono la valle del giudizio con la Porta d’Oro.
L’incontro alla porta d’Oro, la scena N. 6 del Ciclo della Vita di Gioacchino dipinto da Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, è un episodio della tradizione cristiana, che racconto della riunione di Gioacchino e Anna alla porta d’Oro di Gerusalemme. La storia è narrata nel Protovangelo di Giacomo, un testo riguardante la nascita di Maria e poi quella di Gesù; nonostante sia un vangelo apocrifo, alcune delle vicende descritte sono inserite nella tradizione artistica e religiosa cristiana. La scena è narrata anche nella celebre Legenda Aurea di Jacopo da Varazze. L’episodio in questione vede l’incontro di Gioacchino e Anna presso la porta d’Oro di Gerusalemme. Gioacchino, che era stato cacciato dal tempio ed esiliato nel deserto poiché sterile, e quindi considerato privo della benedizione divina, sta ritornando dopo che un angelo gli ha predetto la nascita di una figlia. Gli sposi si scambiano un bacio, tramite il quale avviene il concepimento di Maria.