Il papa e il Catolichos pregano insieme per la pace in Medio Oriente

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Il canto liturgico, a volte triste ma melodioso, ha invaso la cappella Redemptoris Mater che con la sua decorazione orientale è stata il perfetto ambiente per la preghiera ecumenica del papa e del patriarca armeno di Cilicia. Aram I era stato ricevuto in Vaticano nel 1997 da Giovanni Paolo II, insieme avevano firmato una dichiarazione che portava ancora un pò più avanti il cammino ecumenico.

Oggi in Vaticano la preghiera comune è stata l’occasione per Benedetto XVI di ricordare le sofferenze del popolo armeno, eanche senza nominarlo il genocidio. Una “sofferenza indicibile” per questa popolazione mediorientale che, negli anni 1915-1916, fu perseguitata dall’impero turco ottomano e perdette quasi un milione di persone.”I santi e i martiri armeni, i maestri e i teologi, la cui eredità di dottrina, di santità e di risultati missionari fanno parte del patrimonio della Chiesa intera” ha detto il papa in inglese nel breve saluto al termine della liturgia.

Una testimonianza culminata che ha “rappresentato un tempo di indicibile sofferenza per la vostra popolazione”. Aram I, catolichos e guida degli armeni nelle diaspora, vive in Libano nella sede patriarcale di Antélias vicono Beirut, nel suao discorso ha risposto al papa che:”Le Chiese, ,le religioni e gli Stati devono riconoscere tuti i genocidi, compreso quello degli armeni, e devono impegnarsi per prevenire nuovi genocidi affermando i diritti di tutti i popoli alla dignità, alla libertà e all’autodeterminazione”.

Il papa ha anche espresso la sua profonda preoccupazione proprio per la situazione in Libano e in Medio Oriente. ”Solo quando i Paesi coinvolti potranno determinare il loro destino, e i vari gruppi etnici e le comunita’ religiose potranno accettarsi e rispettarsi pienamente l’un l’altro – ha detto il papa – la pace sara’ costruita sulle solide fondamenta della solidarieta’, della giustizia e del rispetto per i legittimi diritti delle persone e delle genti”. Anche in questo caso le parole del Catolichis hanno rafforzato l’ appello del papa. “Il Libano, ha detto Aram, è certamente un paese del dialogo.” Il papa ha assicurato le sue ”preghiere quotidiane” per la pace in Medio Oriente, dicendosi ”rattristato” per ”le tensioni e i conflitti che continuano a frustrare ogni sforzo per la riconciliazione e la pace ad ogni livello della vita politica e civile nella regione”.

Il tema più propriamente ecumenico ha visto il papa considerare :”una migliore comprensione e apprezzamento della tradizione apostolica che condividiamo” come contributo”ad una sempre più efficace comune testimonianza dei valori spirituali e morali senza i quali non può esistere un ordine sociale giusto ed umano”. Nella mattinata Aram I con la delegazione armena ha visitato la tomba di Giovanni Paolo II ed ha sostato nel largo dedicato a San Gregorio l’ illuminatore, apostolo della Chiesa Armena, a fianco della basilica di San Pietro. Nella visita di Aram anche una celebrazione a San Paolo fuori le mura e a San Bartolomeo all’ Isola Tiberina, e a Santa Maria in Trastevere. Domani un solenne atto accademico sarà organizzato alla università Urbaniana e mercoldì Aram e la delegazione saranno in Piazza san Pietro per l’Udienza Generale.

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