Il Commercio Equo e Solidale sotto la lente dell’Università di Urbino

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379 organizzazioni, un fatturato superiore a 103 milioni di euro, 1.900 addetti: è questa la fotografia che emerge dall’analisi del Commercio Equo e Solidale italiano condotta attraverso l’impiego di fonti statistiche ufficiali e in collaborazione con AGICES da Elena Viganò, docente della Facoltà di Economia dell’Università di Urbino insieme a Michela Glorio e Anna Villa e contenuta nel volume ‘Tutti i numeri dell’equo’ (Edizioni dell’Asino).

Si tratta di cooperative (54%) e associazioni (46%) che svolgono in prevalenza attività di commercio al dettaglio e all’ingrosso (76%) e di tipo socio-culturale (24%), di dimensioni mediamente ‘micro’: il 70% delle organizzazioni presenta un numero di addetti compreso tra 0 e 2. Le caratteristiche economiche e organizzative del Commercio Equo e Solidale risultano molto diversificate nei vari paesi in cui si è sviluppato. In particolare, nel panorama europeo, il ‘modello italiano’ rappresenta una vera e propria eccezione: se negli altri Paesi sono i marchi di certificazione dei prodotti equi e solidali ad aver determinato, negli ultimi anni, la forte crescita del fatturato del comparto, in Italia sono le centrali d’importazione e le Botteghe del Mondo (BdM) a svolgere un ruolo ancora predominante. Queste organizzazioni, infatti, non si limitano all’attività di vendita dei prodotti, ma svolgono un ruolo fondamentale di informazione e sensibilizzazione sui temi del commercio internazionale, dell’iniquità dei rapporti Nord-Sud, degli effetti della globalizzazione e della necessità di modificare i modelli di produzione e consumo.

La quantificazione delle dimensioni del Commercio Equo e Solidale italiano è passata attraverso l’identificazione di una ampia popolazione di organizzazioni, realizzata grazie alla collaborazione di AGICES e al confronto con realtà e attori operanti nell’ambito di questo movimento. La novità più rilevante risiede nell’utilizzo di fonti statistiche ufficiali, fondamentali soprattutto per sistematizzare i dati relativi alle dimensioni delle organizzazioni e utili per la determinazione dell’attività economica da esse svolta in via prevalente (Ateco 2002). In particolare, sono state utilizzate le nomenclature e classificazioni ufficiali prodotte dall’Istat e le informazioni aggiuntive messe a disposizione dalle Camere di Commercio (attraverso Infocamere). É importante sottolineare che sebbene le unità censite non costituiscano un universo univoco ed ufficiale, esse rappresentano una grandissima parte del Fair Trade italiano, comprendendo tutte le organizzazioni di maggiori dimensioni economiche. Inoltre è stato prorogato il termine di iscrizione al Corso di Specializzazione in Commercio Equo e Solidale e percorsi di sviluppo al Sud, organizzato da Cestas, Sede Regionale Marche in collaborazione con la Facoltà di Economia dell’Università ‘Carlo Bo’ di Urbino, AGICES, Altromercato e Fair. Ci si potrà iscrivere fino all’8 gennaio 2009 e l’inizio delle lezioni è previsto per il 22 gennaio 2009.

Il corso è rivolto a professionisti, laureati e studenti universitari interessati ad acquisire competenze specifiche nell’ambito del Commercio Equo e Solidale vista come nuova forma di cooperazione allo sviluppo. Il corso si propone di sviluppare conoscenze specifiche nell’elaborazione, gestione e valutazione di progetti di Commercio Equo e Solidale e di fornire gli strumenti operativi della finanza etica e dello sviluppo sostenibile con l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle comunità locali attraverso l’importazione e la commercializzazione di prodotti del Commercio Equo e Solidale.

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