Solennità della Santissima Trinità. Gloria a Dio: Padre, Figlio, Spirito Santo

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Oggi è una grande solennità: la liturgia inneggia a Dio uno e trino: un ineffabile mistero di amore. La liturgia esordisce: ‘Nel proclamare Te, Dio vero ed eterno, noi adoriamo la Trinità  delle Persone, l’Unità della natura, l’uguaglianza nella maestà divina’. Conoscere che Dio esiste è un fatto proprio della ragione umana; la mente umana indaga sull’esistenza di Dio, realtà perfetta che ha dato origine alla bellezza e all’ordine cosmico del quale l’uomo è parte integrante.

Solo un folle, diceva sant’Anselmo, può negare l’esistenza di Dio perché, come ebbe ad evidenziare anche il grande filosofo E. Kant, ‘I cielo stellato al di sopra di me e la legge morale in me postulano la necessità di un Dio perfetto che ha dato vita a tutte le cose’. La Fede e la rivelazione ci dicono che Dio non è una realtà che dobbiamo cercare  perché è propri Dio che per primo ha cercato noi, ci ha voluto bene, ci ha creato a sua immagine e somiglianza; Dio infatti creando ama e amando crea.

In questo fede e ragione si danno la mano, concordano appieno. La ragione cerca Dio, la Fede ci mostra questo Dio e ce ne rivela la sua natura: ‘Il  Signore è Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e pieno di grazia e di fedeltà’, mentre l’apostolo Giovanni lo definisce: Dio è amore. In un altro verso scrive: Dio ha amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito.

E’ stato proprio Gesù a manifestare che Dio è uno nella natura, trino nelle persone; Dio infatti è una realtà dialogica, che nella sua unità dà origine, da tutta l’eternità, alle tre divine persone: Padre, Figlio, Spirito santo. Dalla Bibbia apprendiamo che Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza.

In una società oggi tesa tra la globalizzazione e l’individualismo la Chiesa ci offre la testimonianza della ‘koinonia’, della comunione divina (dove c’è il Padre, c’è anche il Figlio e lo Spirito Santo), tre persone uguali e distinte in comunione sempre perfetta.

Questa realtà, scrive papa Benedetto XVI, non viene ‘dal basso’ ma costituisce il più grande mistero delle Fede cristiana, ha le sue radici nel cielo dove ci si incontra con Dio uno e trino. Gesù rivela chiaramente che Dio è uno nella essenza, trino nelle Persone e dirà agli Apostoli: ‘Come il Padre ha mandato me, io mando voi; andate e battezzate nel nome del Padre, Figlio e Spirito santo’.

Conoscere l’esistenza di Dio è un fatto umano, una verità di ragione; conoscere la natura intima di Dio, la sua essenza è impossibile alla mente umana perché questa è limitata e circoscritta, Dio è infinito, illimitato ed eterno. Solo la rivelazione operata d Cristo Gesù ci ha permesso di cogliere la natura di Dio. Dio è amore.

L’amore è vita che si espande, che circola; è una unità dialogica, che dà origine alle tre divine persone. Puro Spirito, Dio pensa ed ama: il suo pensiero eterno determina, dà origine alla Sapienza eterna (Verbum o Figlio): “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, il Verbo era Dio”, così si esprime Giovanni nel Vangelo; l’Amore scambievole tra Padre e Figlio dà origine alla terza Persona: lo Spirito santo.

Tra Padre, Figlio e Spirito santo c’è pertanto una comunione totale, costante, infinita ed eterna; comunione che si apre all’uomo, creato da Dio a sua immagine e somiglianza. La differenza tra Dio e l’uomo è qualitativa perché Dio è Uno ed infinito ed eterno; l’uomo è finito e ci4rcoscritto; il Pensiero e l’Amore che in Dio danno origine da sempre alla Trinità, nell’uomo sono solo facoltà, potenzialità, possibilità di potere pensare ed amare nei limiti della nostra realt6à umana. 

La divina Trinità diventa allora il modello da imitare, Gesù dirà: ‘Siate perfetti come è perfetto il Padre che è nei cieli’.  Dio, Uno e Trino, impernia tutta la vita dell’uomo: dalla creazione alle redenzione operata da Gesù vero Figlio di Dio e vero uomo.

Siamo cristiani perché battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; i sacramenti ricevuti sono tutti dono di Dio uno e trino; Gesù nella sua preghiera al Padre dirà: ‘Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dato a me, ed essi hanno osservato la tua parola’.

Da qui la necessità di mettere al primo posto Dio; non un dio generico, astratto, ma il Dio dell’Alleanza che ha fatto uscire il popolo ebreo dalla schiavitù egiziana verso la Terra promessa; il Dio che nella pienezza dei tempi ha risuscitato Cristo Gesù dai morti ed ha costituito la nuova Alleanza con tutti gli uomini e, come Lui è risorto, anche noi risorgeremo. E’ necessario però vivere nella giustizia di Dio e nell’amore.

Dio è amore e non delude; proprio Gesù ci ha rivelato il volto autentico di Dio grande e misericordioso. La festa di oggi è anche un singolare appello alla pace. La pace è gloria di Dio nell’alto dei cieli, come cantarono gli angeli sulla grotta di Betlemme, ed è l’eredità degli uomini amati dal Signore.

Per intercessione della Vergine Santissima, madre di Gesù e nostra, il Dio dell’amore vegli sempre su di noi e faccia di tutti noi la sua eredità. Noi inizieremo sempre e concluderemo la giornata nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo.

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