La vigilia di Pentecoste al Santuario di Florencja in Polonia

Condividi su...

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 28.05.2023 – Vik van Brantegem] – Oggi, domenica 28 maggio 2023 celebriamo la solennità di Pentecoste. Per gli Ebrei è la festa che ricorda il giorno in cui sul Monte Sinai, Dio diede a Mosè le tavole della Legge. Per la Chiesa Cattolica è la festa che ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli. Nel giorno di Pentecoste si conclude il tempo sacro dei cinquanta giorni di Pasqua e, con l’effusione dello Spirito Santo sui discepoli a Gerusalemme, si fa memoria dei primordi della Chiesa e dell’inizio della missione degli Apostoli fra tutte le tribù, lingue, popoli e nazioni.

L’episodio della discesa dello Spirito Santo è narrato nel secondo capitolo negli Atti degli Apostoli: gli apostoli insieme a Maria, la madre di Gesù, erano riuniti a Gerusalemme nel Cenacolo, probabilmente della casa della vedova Maria, madre del giovane Marco, il futuro evangelista, dove presero poi a radunarsi abitualmente quando erano in città. Come da tradizione, erano affluiti a Gerusalemme gli Ebrei in gran numero, per festeggiare la Pentecoste con il prescritto pellegrinaggio.

«Mentre stava per compiersi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme giudei osservanti, di ogni Nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita, perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua. Erano stupefatti e, fuori di sé per lo stupore, dicevano: “Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?”».

Il passo degli Atti degli Apostoli, scritti dall’evangelista Luca in un greco accurato, prosegue con la prima predicazione dell’apostolo Pietro, che unitamente a Paolo, narrato nei capitoli successivi, aprono il Cristianesimo all’orizzonte universale, sottolineando l’unità e la cattolicità della fede cristiana, dono dello Spirito Santo.

Nella solennità di Pentecoste si recita la Sequenza Vieni Santo Spirito, il cui testo della più alta innologia liturgica si riporta a seguire come preghiera, meditazione, invocazione allo Spirito Santo.

Veni, creator Spiritus, mentes tuorum visita, imple superna gratia quae tu creasti pectora.
Qui diceris Paraclitus, donum Dei altissimi, fons vivus, ignis, caritas et spiritalis unctio.
Tu semptiformis munere, dextrae Dei tu digitus, tu rite promissum Patris sermone ditans guttura.
Accende lumen sensibus, infunde amorem cordibus, infirma nostri corporis virtute firmans perpeti.
Hostem repellas longius pacemque dones protinus; ductore sic te praevio vitemus omne noxium.
Per te sciamus da Patrem, noscamus atque Filium, te utriusque Spiritum credamus omni tempore.
Amen.

Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni padre dei poveri, vieni datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto conforto.
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, sana ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
Amen.


La prima Santa Messa celebrata in rito tradizionale usus antiquior nell’eremo di San Charbel a Florencja in Polonia

È stato davvero un grande evento, ieri sabato 27 maggio 2023, alla vigilia della solennità di Pentecoste, nella Parrocchia-Santuario di Nostra Signora dell’Assunzione del Buon Inizio e Eremo di San Charbel a Florencja vicino a Iłża in Polonia.

Per la prima volta è stata celebrata qui la tanta attesa Santa Messe nel rito tradizionale usus antiquior. Il parroco-rettore, Padre Jarosław (Jarek) Cielecki, per delega del suo Vescovo, Mons. Adam Rosiek – che il 26 maggio scorso ha celebrato il 39° anniversario di ordinazione sacerdotale, come abbiamo riferito [QUI] -, si è assunto il compito di celebrare la Santa Messa nel rito tradizionale usus antiquior una volta al mese nella cappella della Madonna di Fatina nell’Eremo di San Charbel a Florencja.

S.E. Mons. Adam Rosiek, Primo Vescovo della Chiesa Cattolica Nazionale in Polonia, nella cappella dedicato alla Madonna di Fatima dell’Eremo di San Charbel.

Padre Jarek ha celebrato la prima Santa Messa nel rito tradizionale usus antiquior nella cappella, appositamente allestita in una delle celle dell’Eremo di San Charbel e dedicata alla Madonna di Fatima, dove c’è anche la sua statua portata da Fatima. Su due pareti della cappella, in apposite vetrine, sono esposte diverse fotografie di madri viventi e passate alla Vita eterna. Padre Jarek ha celebrato la Santa Messa di ieri rispettivamente nelle loro intenzioni e in loro suffragio. La celebrazione è durata più di un’ora e mezza, anche se è stato solo recitato. Se fosse stato nel periodo natalizio, con canti e incensi, probabilmente sarebbe durata più di due ore.

Alla Santa Messa hanno partecipato anche dei pellegrini venuti dall’Italia. Le donne, come è consuetudine, indossavano il velo muliebre, una pia pratica, riservata alle donne, per vivere con umiltà e modestia la partecipazione alla Santa Messa. Dopo il Concilio Vaticano II è purtroppo caduto in disuso nella maggioranza delle parrocchie, sebbene la norma sia effettivamente ancora valida. Questa pia pratica dovrebbe essere riscoperta, per vivere con maggior partecipazione e umiltà la Santa Messa. Norme che regolino il colore del velo non esistono. L’importante è coprirsi il capo in chiesa, e in particolare durante la Santa Messa. Esistono però tradizioni, che nel tempo si sono ben consolidate nell’uso comune. Si utilizza il nero per le donne sposate, grigio o nero per le vedove e bianco per le nubili.

Prima della Santa Messa in sacrestia, i partecipanti hanno potuto assistere anche al particolare momento in cui il sacerdote si veste per la liturgia. Prima di indossare ogni parte dei paramenti con significati specifici e recita una preghiera che ha anche un significato specifico.

Durante la liturgia tradizionale usus antiquior, il chierichetto – che deve essere presente durante la liturgia – indossa la tonaca e la cotta. Per questa prima Santa Messa tradizionale usus antiquior, il chierichetto era il Signor Jan Wróbel, la cui figlia ha donato il terreno dove Padre Jarek ha costruito il Santuario e l’Eremo, che ha seguito una apposita preparazione.

Per motivi tecnici, la Santa Messa di ieri non è stato trasmesso come di consueto per le celebrazioni nel santuario o da Padre Jarek quando è in viaggio, anche se molte persone si sono unite spiritualmente, anche dall’Italia. A partire della prossima celebrazione, a fine giugno, la Santa Messa tradizionale usus antiquior andrà in onda dall’Eremo di San Charbel a Florencja a cadenza mensile. Per partecipare alla celebrazione della Santa Messa tradizionale usus antiquior, i fedeli devono essere preparati, devono arrivare presto per la preghiera preparatoria e familiarizzarsi con il Messale, che contiene i testi della Santa Messa in latino, con a fronte la traduzione in polacco.

Nella liturgia Cattolica, la Santa Messa nel rito romano prima della sua riforma conciliare, usus antiquior o tridentina, è quella forma della Celebrazione Eucaristica del rito romano che segue il Messale Romano promulgato da Papa Pio V nel 1570 a richiesta del Concilio di Trento, che trasmette la liturgia in uso a Roma, il cui nucleo risale al III-IV secolo. Fu mantenuta, con modifiche minori, nelle edizioni successive del Messale Romano fino a quella promulgata da Papa Giovanni XXIII nel 1962, precedente alla revisione ordinata dal Concilio Vaticano II. Per secoli fu la forma della Liturgia Eucaristica della maggior parte della Chiesa Cattolica latina fino alla pubblicazione dell’edizione del Messale promulgata da Papa Paolo VI nel 1969 a seguito del Concilio Vaticano II. Considerata forma extraordinaria del Rito romano dal Motu proprio Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI del 2007, l’usus antiquior del rito romano ha avuto una nuova diffusione fino al 2021, quando il Motu proprio Traditionis custodes di Papa Francesco ha reso l’uso del Messale del 1962 soggetto alla supervisione del vescovo diocesano e ha sancito che il Messale riformato dopo il Concilio Vaticano II è «l’unica espressione della lex orandi del Rito romano». La Santa Sede permette ad alcuni Istituti di adoperare l’edizione del 1962 del Messale Romano, e il vescovo diocesano può permettere il suo uso nella propria diocesi.

Traditionis custodes – Indice: QUI.

Free Webcam Girls
151.11.48.50