Il card. Zuppi: Chiesa è popolo in cammino

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Ieri si sono conclusi in Vaticano i lavori della 77^ assemblea generale della CEI, aperti lunedì pomeriggio dal papa con un lungo incontro con i vescovi italiani rigorosamente a porte chiuse.

Secondo quanto affermato dal comunicato finale “sollecitati dagli spunti offerti dal Santo Padre, i Vescovi si sono concentrati su una rilettura del biennio narrativo del Cammino sinodale, rilevando alcuni punti acquisiti, tra cui la ricchezza della rete di referenti diocesani; l’acquisizione del metodo della conversazione spirituale come stile sinodale permanente e dei ‘cantieri’ come esperienza laboratoriale da proseguire; la consapevolezza delle fatiche e delle resistenze”.

Per il cammino sinodale secondo i Vescovi  “occorre offrire risposte concrete alle istanze evidenziate dalla comunità. Non c’è infatti bisogno di un’altra Chiesa, ma di una Chiesa diversa, desiderosa di ascoltare piuttosto che di farsi ascoltare, capace di farsi presente nei luoghi ineludibili della povertà, dove manca la pace, dove la gente vive.

Del resto, il dinamismo dei giovani e il fenomeno migratorio ricordano alla Chiesa l’urgenza di mettersi in cammino, sempre in ascolto dello Spirito e della realtà che dettano i temi di un’agenda da cui non si può prescindere: la sinodalità non è un contributo alla neutralità”.

Durante la conferenza un riferimento all’alluvione che ha devastato l’Emilia Romagna: “E’ stata una cosa veramente incredibile, sia in pianura che in montagna. Le frane hanno isolato molti paesi. Non ho chiesto al Papa di fare una visita, lui ha voluto salutare i vescovi coinvolti.

Dobbiamo essere noi a mostrare e a rappresentare la vicinanza del Papa. Mi auguro che gli stanziamenti previsti dal governo arrivino subito, è fondamentale che si lavori insieme e nella maniera migliore. E’ una questione di buon senso, si metta da parte ogni lettura ideologizzata”.

E nella celebrazione eucaristica di stamattina il card. Matteo Zuppi ha sottolineato la parola ‘Chiesa’: “Essere qui, al termine di quasi due anni di Cammino sinodale, è una grande emozione che ci sintonizza di nuovo con i fratelli e le sorelle e con questa Madre Chiesa che tutti ci accoglie e continua a generarci a figli. Come i due di Emmaus anche noi troviamo Pietro che conferma la nostra fede”.

Una Chiesa che è popolo: “Troviamo un popolo grande, che accoglie tutte le etnie perché popolo santo di Dio. Un popolo ma sempre una famiglia che ci chiede di vivere con lo stile e i sentimenti della famiglia, non da funzionari anonimi, anche zelanti ma con il cuore e gli affetti da un’altra parte o ridotti solo al proprio protagonismo o ruolo”.

Ma anche una Chiesa che è casa: “Questa è la casa di un Padre che ricorda sempre che tutto quello che è suo è nostro, e anche viceversa, che tutto ciò che hai diventa davvero tuo proprio perché insieme.

Solo un cuore largo e cattolico ci aiuta da misure avare e paurose e a scoprire e riscoprire il mondo senza confini. Il mondo inizia sempre da ogni persona, da un incontro, scoprendola nella sua grandezza e unicità, amandola perché non è un’isola e non lo sia”.

Ed una Chiesa che è unità: “L’unità è santa e non a caso è sempre legata alla pace, perché la guerra inizia quando si accetta la divisione. L’unità ha sempre al centro Gesù, dietro cui camminare e da amare nella comunità e nei suoi membri di diritto che sono i suoi fratelli più piccoli, i poveri, i sofferenti, i forestieri, i nudi, gli assetati di vita e di speranza, figli affamati di amore e di pane”.

Ed infine sugli abusi sessuali: “Il tema degli abusi è una nostra preoccupazione, spero che non ci sia bisogno di punire qualcuno. La giustizia è una cosa molto seria e non c’è bisogno di giustizialismo. Continueremo sulla strada della chiarezza e della prevenzione”.

Inoltre la presidenza della CEI ha disposto un primo stanziamento di € 1.000.000 dai fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, per far fronte alle necessità della popolazione colpita dall’ondata di maltempo che sta flagellando l’Emilia-Romagna:

“Vogliamo esprimere, anche con questo gesto concreto, la prossimità della Chiesa in Italia alle tantissime persone che, a causa dell’alluvione e delle esondazioni, sono sfollate, avendo perso tutto o molto. Continuiamo a farci prossimi e a pregare per quanti, in questo dramma, hanno perso anche la loro vita. Siamo grati alle diocesi, alle parrocchie, agli istituti religiosi che non hanno lasciato sole le comunità dell’Emilia-Romagna”.

(Foto: Cei)

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