Un passo dall’abisso nucleare

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 18.05.2023 – Vik van Brantegem] –  Condividiamo di seguito due articoli:

  • Proni di spade di Marco Travaglio pubblicato su Il Fatto Quotidiano del 18 maggio 2023, seguito da un commento di Marco Tosatti su Stilum Curiae.
  • Ucraina. Rete Eisenhower: senza un accordo, è la fine dell’umanità pubblicato su Piccole Note del 17 maggio 2023.
A sinistra: “Basi militari U.S./NATO”. A destra: “E se la scarpa fosse sull’altro piede? Ipotetiche basi militari russe”.

Proni di spade
di Marco Travaglio
Il Fatto Quotidiano, 18 maggio 2023


Tre notizie vere, dunque fuori moda.

1) Il capo dei Servizi ucraini Budanov rivendica l’uccisione di “molti giornalisti propagandisti russi”: cioè la famosa “democrazia ucraina” che qualcuno vorrebbe nell’Ue e nella Nato è per sua stessa ammissione uno Stato terrorista, anche se Onu e Ue si sono scordati di inserirla nella lista.
2) Negli Usa il procuratore speciale Durham ha chiuso l’indagine sul Russiagate di Trump: l’Fbi non aveva prove per indagare su inesistenti rapporti Trump-Putin, inventati dal giro della Clinton, che andava indagata dall’Fbi ma non lo fu. È la stessa Fbi che pressò Facebook perché censurasse le inchieste su Hunter Biden, figlio di Joe (il quale aveva premuto su Poroshenko per silurare il procuratore generale ucraino che indagava sulle imprese in loco dell’esuberante rampollo).
3) Un detective del fisco Usa denuncia che, su ordine del Dipartimento di Giustizia di Biden, “l’intera squadra investigativa” è stata rimossa dall’indagine tributaria sul figlio.

E ora una notizia falsa, dunque rilanciata dai giornaloni. Corriere: “Intercettati i missili ipersonici lanciati da Mosca”. Stampa: “Massiccio raid su Kiev: ‘Abbattuti 6 Kinzhal’”. Messaggero: “I Patriot Usa funzionano: ‘Intercettati i missili russi. I ripetuti lanci su Kiev con testate ipersoniche non superano lo scudo aereo”. Foglio: “I Patriot hanno salvato Kyiv, ecco a cosa servono le armi”.
Poi purtroppo arriva la smentita. Di Mosca? No, Washington: sono i Kinzhal ad aver abbattuto i Patriot, la cui postazione “è stata danneggiata: i tecnici cercano di capire se può essere riparata sul posto o il sistema contraereo va ritirato”. Ecco a cosa servono le armi.

Purtroppo, su queste e altre notizie vere, nessuno ha potuto fare domande a Zelensky nel Lecca a Lecca vespiano di sabato: gli intervistatori li aveva scelti l’ambasciata ucraina.

Daniela Ranieri ha smontato bugie, contraddizioni e omissioni delle domande e delle risposte. Perciò da tre giorni viene linciata su Twitter dai trombettieri atlantoidi che detestano lei e il Fatto perché disturbiamo le loro balle: tipo la Russia in default, i Russi che si bombardano da soli a Zaporizhzhia, cavano i denti d’oro agli Ucraini, spendono 21 miliardi per due gasdotti e poi li distruggono per non darci il gas (anziché chiudere il rubinetto), Putin morente e la sua “armata rotta”, decimata e sconfitta ovunque che sta per invadere l’intera Europa.

Non potendo confutare una sillaba di quanto ha scritto Daniela, le rimproverano l’unica cosa che non dipende da lei: la condivisione dell’articolo su canali Telegram di propaganda russa.

«La plebe del Web contro i colleghi che dicono la verità sulla guerra. A margine, notiamo che lo stemma sulla felpa di Zelensky è il simbolo sia di Pravj Sektor, formazione di destra estrema in Ucraina, che quello del movimento nazionalista di Stepan Bandera, collaborazionista con i nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale e teorico di una pulizia etnica in Ucraina contro polacchi, ebrei e russi. Ecco che cosa scrive Wikipedia su Pravj Sektor: “Pravyj Sektor (in ucraino: Пра́вий се́ктор, letteralmente Settore destro) è un partito politico e organizzazione paramilitare ucraina di estrema destra. È un collettivo paramilitare di un certo numero di organizzazioni, descritto come ultranazionalista, neonazista o neofascista. Il gruppo dichiara di avere almeno dai 5.000 ai 10.000 membri e ha rapporti internazionali con organizzazioni di matrice neofascista. Emerge per la prima volta alla fine del novembre 2013 nella proteste dell’Euromaidan a Kiev, come alleanza di estrema destra di diversi gruppi nazionalisti ucraini e dell’Assemblea Nazionale Ucraina – Auto Difesa Nazionale Ucraina (UNA-UNSO)”. Interessante in particolare la fine del commento, che rivela come la plebe del web si scateni contro chi scrive cose sgradevoli e purtroppo vere. La stessa plebe, ci sembra di notare, all’opera durante la pseudo-pandemia» (Marco Tosatti – Stilum Curiae, 18 maggio 2023).

Nuove tombe di soldati ucraini che sono morte durante la difesa contro gli invasori russi nel cimitero del villaggio di Chervonohryhorivka, Dnipropetrovsk Oblast dell’Ucraina, il 14 maggio 2023.

Ucraina. Rete Eisenhower: senza un accordo, è la fine dell’umanità
Piccole Note, 17 maggio 2023


La guerra in Ucraina è “disastro assoluto” e “la devastazione futura rischia di essere esponenzialmente maggiore, man mano che le potenze nucleari si approssimano a una guerra aperta”. Così una lettera firmata da 14 eminenti figure appartenute all’establishment della Sicurezza e della Difesa Usa pubblicata martedì sul New York Times (edizione cartacea) di cui dà conto Responsible Statecraft [QUI].

Un appello al negoziato alto e forte, apparso, prima che sul giornale della Grande Mela, sull’Eisenhower Media Network [QUI], e che, pur condannando l’invasione russa, spiega che “in diplomazia, si deve cercare di guardare le cose con empatia strategica, cercando di capire i propri avversari. Questa non è debolezza: è saggezza”.

La politica estera Usa è stata militarizzata

Così la missiva: “Dal 2007, la Russia ha ripetutamente avvertito che le forze armate della NATO ai confini russi non erano tollerabili – proprio come un distaccamento di forze russe in Messico o in Canada risulterebbe intollerabile agli Stati Uniti, o come tali sono stati considerati i missili sovietici a Cuba nel 1962. In più, la Russia ha percepito l’espansione della NATO in Ucraina [a tema prima dell’invasione, vedi nota] come ulteriormente provocatoria”.

Quindi ricorda i ripetuti ammonimenti di tanti e autorevoli dirigenti della Sicurezza, della Difesa e della politica Usa sui rischi derivanti dall’espansione a Est della Nato, rammentando, peraltro come anche “l’attuale direttore della CIA William Burns abbia messo in guardia il segretario di Stato Condoleezza Rice dal far pressioni per far aderire l’Ucraina alla NATO”.

“L’espansione della NATO, in sintesi, è diventata la caratteristica chiave della politica estera ormai militarizzata degli Stati Uniti, caratterizzata dall’unilateralismo, da spinte per dar vita a regime-change e guerre preventive”; tale politica estera ha avuto come esito le “guerre fallite” in Iraq e in Afghanistan.

Sull’orlo dell’abisso nucleare

Il presidente Joe Biden – annota RS – ha promesso [QUI] che Washington continuerà ad aiutare Kiev “per tutto il tempo necessario”. I firmatari della lettera temono che questa sia una ricetta per un’escalation potenzialmente catastrofica.

“Come ha ammonito coraggiosamente e incessantemente Dan Ellsberg, noi – il mondo – siamo di nuovo sull’orlo dell’abisso nucleare, forse più che mai vicini al limite. Si tratta di fare solo un altro passo per superarlo, poi i nostri passi saranno finiti per sempre “, ha detto Wilkerson [QUI] nella dichiarazione rilasciata da Eisenhower Media Network, che ha finanziato la pubblicità a tutta pagina. “Se questa non è una ragione sufficiente per un ritorno alla diplomazia, la nostra estinzione è vicina, [l’estinzione] a questo punto sarà solo una questione di tempo”.

Quindi, in firmatari della missiva esortano Biden a muoversi subito per cercare una pace negoziata. Questa la loro conclusione: “Questa realtà non l’abbiamo creata tutta noi, ma potrebbe benissimo essere la nostra rovina, a meno che non ci impegniamo a dar vita a un accordo diplomatico che faccia cessare le uccisioni e disinneschi le tensioni”.

Tra i firmatari, Winslow Wheeler, Consigliere per la sicurezza nazionale di quattro esponenti del Congresso degli Stati Uniti, repubblicani e democratici (per gli altri, rimandiamo alla missiva [QUI]).

Nota. Da Euronews del 12 gennaio 2022 [QUI]: “[…] Da parte sua invece la NATO non ha intenzione di rinunciare alla sua cosiddetta ‘politica delle porte aperte‘ perché è una questione di principio“.

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