Papa Francesco: in Emilia Romagna disastro impressionante

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Papa Francesco ha espresso vicinanza per l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna con un telegramma inviato al presidente della CEI, card. Matteo Maria Zuppi, assicurando la sua preghiera per le vittime a causa di tale disastro impressionante, che finora ha causato 9 morti e circa 20.000 persone sfollate e ringraziando quanti si stanno adoperando per i soccorsi:

“Informato del violento nubifragio abbattutosi sulla regione dell’Emilia Romagna, specialmente sulle province della parte orientale, ringraziando tutti coloro che in queste ore di particolare difficoltà si stanno adoperando per portare soccorso e alleviare ogni sofferenza, come pure le comunità diocesane per la manifestazione di comunione e fraterna vicinanza elle popolazioni più provate”.

Anche la presidenza della CEI ha espresso vicinanza alle popolazioni colpite dall’ondata di maltempo che sta flagellando l’Emilia-Romagna, ed ha rinnovato l’invito alle diocesi, alle parrocchie, agli istituti religiosi a pregare e a farsi prossimi agli abitanti dei territori provati dalle alluvioni e dalle esondazioni dei fiumi:

“Di fronte a questa nuova calamità capiamo con chiarezza come dobbiamo essere uniti nell’emergenza, come scegliere insieme di curare la nostra casa comune e ci impegniamo a fare quanto necessario per collaborare con i soccorsi e nel garantire accoglienza e solidarietà a chi si trova nel bisogno”.

Mentre il presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, ha scritto una lettera a tutti i sacerdoti delle zone colpite dall’alluvione, invocando l’aiuto della Madonna di san Luca: “Ringrazio quanti di noi hanno cercato di aiutare chi è colpito. Vi prego di segnalare alla Caritas o alla Segreteria Generale le situazioni di emergenza da affrontare.

Le conseguenze di quello che è successo (penso non solo in pianura per le zone allagate ma anche in montagna per le località isolate e il pericolo di frane) si misurerà nei giorni prossimi. Desidero che ognuno senta la vicinanza della Chiesa, madre premurosa di tutti…

La Vergine di san Luca ci protegga tutti e doni consolazione nel diluvio della calamità e pace per la guerra, per la quale non ci stanchiamo di invocarne il dono”.

Anche Luca Conti, presidente delle Acli Emilia-Romagna, ha sottolineato che nessuno si aspettava un simile disastro: “Le province di Forlì Cesena, Ravenna e Bologna sono in ginocchio e le Acli stanno cercando il modo di rendersi utili per chi si trova ad affrontare questo momento…

Le Acli mantengono aperti gli uffici dove possibile, per garantire alle persone che ne hanno necessità il disbrigo delle pratiche più urgenti. L’emergenza purtroppo non è finita. Faenza Cesena e Forlì in particolare sono letteralmente sott’acqua: abbiamo assistito a salvataggi rocamboleschi e, certamente, per prima cosa bisogna salvaguardare le vite umane…

Apriremo al più presto un servizio telefonico di supporto alle famiglie che hanno riportato danni. Come sempre succede in questi casi, la trafila per richiedere eventuali risarcimenti sarà lunga e complessa: le Acli mettono a disposizione le proprie competenze e i propri professionisti per aiutare le famiglie emiliano-romagnole”.

Per la presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana questi avvenimenti non il frutto della fatalità, ma dell’incuria: “Frane, crolli, ponti che precipitano per la furia delle acque, straripamenti e allagamenti di città e campi, la conta dei morti e degli sfollati, non sono la conseguenza di una tragica fatalità ma di un’Italia che troppo spesso mette da parte, come inutile fardello, il rispetto per la natura e di conseguenza la vita delle persone e delle comunità.

Perché aver cura del letto di un fiume piuttosto che degli effetti delle maree che cosa è se non rispetto della natura e delle persone. Si preferisce ignorare invece che amministrare. Aspettare non si sa cosa (la giustizia terrena o quella divina) invece che investire in manutenzione e opere di salvaguardia dell’immenso quanto fragile patrimonio naturale e culturale che abbiamo la fortuna di avere a disposizione. Tranne poi stupirsi se le intemperie o il semplice far nulla che accompagna il trascorrere degli anni ad un certo punto presentano il conto”.

E’ una richiesta per un uso oculato dei fondi economici del Pnrr: “Davanti al dissesto geologico in cui versano molte aree del nostro Paese, viene da chiedersi se non sia il caso di rimodulare l’uso delle risorse in mano allo Stato non per costruire cattedrali nel deserto, opere faraoniche incompiute, ma per dare vita in maniera stabile e non emergenziale ad una politica di risanamento del territorio, metterlo in sicurezza e dove è necessario restituirlo alla sua vocazione naturale.

Le piogge torrenziali se cadono su un territorio sano, provocano danni ma non così gravi, tanto meno provocano vittime innocenti. Non possiamo continuare ad affidarci alla fortuna e alla speranza che non accada il peggio. Ogni anno speriamo che quello precedente abbia insegnato qualcosa, e non è così. La cronaca di questi giorni ci dice che non è così”.

Esprimendo cordoglio per le vittime ha ringraziato i volontari: “La Presidenza nazionale dell’Ac esprime cordoglio per le vittime e vicinanza alle persone e alle comunità che in queste ore stanno patendo le conseguenze delle intemperie naturali e dell’incuria umana.

Ringrazia quanti, ragazzi giovani e adulti delle Ac diocesane dei territori colpiti, continuano a mobilitarsi per alleviare le sofferenze delle popolazioni coinvolte… Nei prossimi giorni comunicheremo attraverso i social dell’Ac nazionale le modalità tramite le quali sarà possibile dare una mano e aiutare concretamente le comunità coinvolte”.

Anche Caritas Italiana segue con apprensione quanto sta accadendo in Emilia-Romagna ed il direttore nazionale, don Marco Pagniello, è in contatto con il delegato regionale della Caritas dell’Emilia Romagna e con i direttori delle Caritas diocesane:

“I Direttori delle Caritas diocesane dei territori più colpiti, come Cesena, Forlì, Faenza e Imola, riportano una situazione ancora caotica e in cui prevale ora l’esigenza di sgombro dell’acqua e di pulizia delle case sommerse dal fango.

Molte strutture diocesane, come empori e mense sono state colpite esse stesse dalle alluvioni, nonostante questo le varie Caritas diocesane e parrocchiali sono già attive nell’ospitare famiglie e nel supportarle sui bisogni più immediati (acqua potabili, coperte…) e su questi aspetti continueremo ad operare nei prossimi giorni”.

E la Caritas ricorda il valore della cura dell’ambiente, come ha scritto papa Francesco nell’enciclica ‘Laudato Sì’: “Per questo come Caritas siamo pronti a intervenire in una prospettiva di accompagnamento che, come già sperimentato in precedenti emergenze in Italia e nel mondo, metta al centro i bisogni delle persone, in particolare di quelle che vivevano già situazioni di disagio sociale ed economico e che rischiano di rimanere escluse da altre forme di supporto.

Accanto a questo è sempre più evidente come queste crisi climatiche vadano prevenute e occorra denunciare tutte quelle azioni di consumo, di spreco e di alterazione dell’ambiente, sia pubbliche che private, sempre più insostenibili”.

Quindi è possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario specificando nella causale ‘Emergenza alluvione 2023’ tramite:

• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111; • Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474; • Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013; • UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119.

(Foto: Caritas)

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