Papa Francesco propone come esempio san Francesco Saverio

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Al termine dell’udienza generale odierna papa Francesco ha ricordato che la festa dell’Ascensione è un invito a portare in tutto il mondo il Vangelo: “Infine, come di consueto, mi rivolgo ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli. La Solennità dell’Ascensione del Signore, che domani celebreremo, ci invita a guardare al momento in cui Gesù, prima di salire al cielo, affida agli Apostoli il mandato di portare il suo Messaggio di salvezza fino agli estremi confini della terra”.

E’ un invito rivolto in special modo ai giovani: “Cari giovani, specialmente voi alunni di tante scuole oggi qui presenti, accogliendo il mandato missionario di Cristo, impegnatevi a mettere il vostro entusiasmo a servizio del Vangelo. Voi, cari malati e anziani, vivete uniti al Signore, nella certezza di offrire un contributo prezioso alla crescita del Regno di Dio nel mondo. E voi, cari sposi novelli, fate in modo che le vostre famiglie siano luoghi in cui si impara ad amare Dio e ad essere suoi testimoni nella gioia”.

Infatti nell’udienza generale, interrotta da una telefonata arrivata sul cellulare di papa Francesco, egli ha incentrato la catechesi su san Francesco Saverio, patrono delle missioni cattoliche, che è stato un appassionato evangelizzatore:

“Oggi, per esempio, scegliamo, san Francesco Saverio: è considerato, alcuni dicono, il più grande missionario dei tempi moderni. Ma non si può dire chi è il più grande, chi è il più piccolo, perché ci sono tanti missionari nascosti che anche oggi fanno tanto più di san Francesco Saverio. E Saverio è il patrono delle missioni, come santa Teresa del Bambin Gesù”.

Ma la ‘grandezza’ di un missionario è visibile nello zelo apostolico: “Ma un missionario è grande quando va. E ci sono tanti, tanti, sacerdoti, laici, suore, che vanno nelle missioni, anche dall’Italia e tanti di voi. Io vedo, per esempio, quando mi presentano la storia di un sacerdote come candidato all’episcopato: ha passato dieci anni nella missione in tale luogo… questo è grande: uscire dalla patria per predicare il Vangelo. E’ lo zelo apostolico. E questo noi dobbiamo coltivare tanto. E guardando la figura di questi uomini, di queste donne, impariamo”.

Ed ha ricordato la sua storia missionaria, mossa dal desiderio di comunicare il Vangelo: “Parte così il primo di una numerosa schiera di missionari appassionati dei tempi moderni, pronti a sopportare fatiche e pericoli immensi, a raggiungere terre e incontrare popoli di culture e lingue del tutto sconosciute, spinti solo dal fortissimo desiderio di far conoscere Gesù Cristo e il suo Vangelo.

In poco più di 11 anni compirà un’opera straordinaria. E’ stato missionario undici anni più o meno. I viaggi in nave a quel tempo erano durissimi, erano pericolosi. Molti morivano in viaggio per naufragi o malattie.

Oggi purtroppo muoiono perché noi li lasciamo morire nel Mediterraneo… Saverio passa sulle navi oltre tre anni e mezzo, un terzo dell’intera durata della sua missione. Sulle navi lui passa oltre tre anni e mezzo, per andare in India, poi dall’India in Giappone”.

Però la sua attività missionaria era sostenuta dalla preghiera: “La sua attività intensissima è stata sempre unita alla preghiera, all’unione con Dio, mistica e contemplativa. Non lasciò la preghiera mai, perché sapeva che lì c’era la forza. Dovunque si trovava, aveva grande cura per i malati, i poveri e i bambini”.

Proprio la preghiera ha permesso di sperimentare l’amore di Cristo nei poveri: “Non era un missionario ‘aristocratico’: andava sempre con i più bisognosi, i bambini che erano i più bisognosi di istruzione, di catechesi, i poveri, i malati: andava proprio alle frontiere dell’assistenza dove è cresciuto in grandezza.

L’amore di Cristo è stato la forza che lo ha spinto sino ai confini più lontani, con fatiche e pericoli continui, superando insuccessi, delusioni e scoraggiamenti, anzi, dandogli consolazione e gioia nel seguirlo e servirlo fino alla fine”.

Ed ha concluso l’udienza generale con l’invito a ‘guardare’ a questo santo missionario: “San Francesco Saverio che ha fatto questa cosa tanto grande, in tanta povertà, e con tanto coraggio, ci dia un po’ di questo zelo, di questo zelo per vivere il Vangelo e annunciare il Vangelo.

Ai tanti giovani oggi che hanno un po’ di inquietudine e non sanno che cosa fare con quella inquietudine, dico: guardate Francesco Saverio, guardate l’orizzonte del mondo, guardate i popoli in tanta necessità, guardate tanta gente che soffre, tanta gente che ha bisogno di Gesù”.

In fondo questo santo è una sfida al coraggio: “Ed andate, abbiate coraggio. Anche oggi ci sono giovani coraggiosi. Penso a tanti missionari, per esempio, nella Papua Nuova Guinea, penso ad amici miei, giovani, che stanno nella diocesi di Vanimo, e tutti quelli che sono andati ad evangelizzare sulla scia di Francesco Saverio. Che il Signore dia a tutti noi la gioia di evangelizzare, la gioia di portare avanti questo messaggio tanto bello che fa felici noi, e tutti”.

(Foto: Santa Sede)

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