La Chiesa alle prese con la diminuzione dei sacerdoti

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La ‘Festa dei Fiori’  per celebrare nella Chiesa di Milano la festa del Seminario; infatti i ‘fiori’ sono i seminaristi, cioè i 15 diaconi che il 10 giugno saranno ordinati sacerdoti nel Duomo; ieri al seminario di Venegono si sono trovati per tale festa e la messa dell’arcivescovo, mons. Mario Delpini, ma anche per la presentazione di un dossier sulla situazione della diocesi, preparato dalla rivista ‘La Scuola Cattolica’ dal titolo ‘Un popolo e i suoi presbiteri. La Chiesa di Milano di fronte alla diminuzione dei suoi preti’, come ha spiegato  don Paolo Brambilla, docente di Teologia dogmatica in Seminario e curatore del dossier con don Martino Mortola, professore di Dogmatica:

“Si tratta di una ricerca che segue lo stile dei dossier de ‘La Scuola’. Il nostro studio si divide in tre parti, di cui la prima, fondamentale, è l’ascolto della realtà dal punto di vista quantitativo e proponendo una sezione qualitativa, realizzata attraverso l’ascolto sia dei laici, sia dei preti”.

Un lavoro meticoloso, sostenuto dai demografi dell’Università Cattolica Andrea Bonanomi e Giulia Rivellini, che ha preso in analisi dati molteplici e di complessa lettura. A partire proprio dal numero dei preti che si registrerà nel 2040, emerso da calcoli matematici statistici che hanno incrociato i numeri delle ordinazioni di nuovi presbiteri, dei morti, di chi arriva da altre diocesi e di coloro che lasciano il ministero o semplicemente la Chiesa di Milano per svolgere il proprio compito in altre realtà territoriali.

Ad oggi i preti ambrosiani sono 1694 (nel 1998 erano 2200), già diminuiti a 1737 nel 2020 e che caleranno, entro il 2040, fino al numero previsto di 1050-1055, con un’età media piuttosto elevata: dei 1050 sacerdoti solo 767 saranno sotto i 75 anni (in realtà quelli possibilmente attivi si attesteranno sui 750) e solo 94 saranno quelli sotto i 40 anni.

Quattro gli scenari proposti, legati a differenti ipotesi evolutive sulla variabile delle possibili ingressi in Seminario, mentre per abbandoni e morti il riferimento è alla media degli ultimi 20 anni d’osservazione.

Il primo scenario (definito ‘ottimistico’) ipotizza 17 ordinazioni annue. Il secondo, ‘realistico’, ne prevede 12, mentre il terzo, ‘pessimistico’ ne indica solo 7 all’anno. Il quarto si basa su un modello statistico che si adatta all’andamento degli ultimi 30 anni, che ha visto un percorso altalenante: dai 32 del 1998 ai 23 del 2004 e ai 12 del 2007, per risalire ai 25 del 2014 e ridiscendere ai 9 del 2017.

1.050 sacerdoti dello scenario più realistico, 283 avranno più di 75 anni, 767 saranno sotto quell’età e solo 94 saranno quelli sotto i 40 anni. A Milano città gli under 40 nel 2040 saranno soltanto 14. Insomma scompariranno i preti giovani, quelli che in passato siamo stati abituati a vedere negli oratori.

A Milano si prevede che gli under 40 saranno solo 14. Naturalmente, due dei dati cruciali sono rappresentati dalle cifre relative agli ingressi in Seminario (6 nel 2022) e alle ordinazioni: per il 2023 sono 15 i candidati, ma il numero medio annuale oscillerà intorno ai 12, come cifra tendenziale, tra i 17 di una previsione ottimistica e i 7 della pessimistica. 

Nell’omelia mons. Delpini ha rivolto un ringraziamento ai sacerdoti: “Desidero ringraziare per il vostro ministero e per la vostra vita dedicata. Dicono che siete preti normali di tutte le età, preti che esercitano ogni tipo di ministero, preti che sono in ogni parte della nostra diocesi. Mi dicono che vivete anni pieni di vigore in salute e anche anni di stanchezza, di malattia, gravati dal peso degli anni. Mi dicono che una cosa vi caratterizza: siete preti contenti di essere preti”.

Una gioia reale, quindi per molti poco credibile: “Alcuni ritengono che la notizia sia una delle fake news che circolano sui social, altri dicono che sia uno slogan per una campagna di propaganda organizzata al fine di reclutare personale per un’istituzione come la Diocesi di Milano che lamenta molti posti vuoti.

Pensano che sia impossibile essere preti ed essere contenti. Condannati alla solitudine, gravati da impegni che non lasciano respiro, circondati da un clima di indifferenza, se non proprio di sistematico sospetto di disprezzo, come potreste essere contenti?”

L’Arcivescovo, con ironia, ha finto di sorprendersi di avere sacerdoti contenti: “Informatori affidabili mi dicono che siete preti contenti, che ogni sera si può ascoltare in ogni parte della Diocesi l’innalzarsi di un cantico stupefacente di cui il mondo intero si sorprende: ‘L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore’.

Mi dicono, addirittura, che il giorno anniversario dell’ordinazione è celebrato da voi come una festa e che in quei giorni passate ore in qualche chiesa a ringraziare il Signore di essere preti.

Mi dicono anche che vi capita di essere così contenti che ogni tanto andate a far visita ad altri preti per condividere la vostra gioia o anche per sostenere, incoraggiare e consolare un confratello che vive momenti di tristezza e di desolazione”.

Ed è rimasto sorpreso da questa gioia: “Avete forse qualche ricetta segreta? Non penso, infatti, che vi capiti di essere sempre applauditi, popolari o che la ragione della vostra gioia sia il risultato del vostro lavoro. Le statistiche decretano senza complimenti la riduzione dei numeri, il declino dell’autorevolezza del prete e della Chiesa, eppure siete contenti. Il vostro essere contenti non può essere per il fatto che avete realizzato il vostro sogno giovanile”.

Ed ha chiesto di rivelare questo segreto, da cui deriva la gioia: “Vorrei chiedervi di rivelare il vostro segreto e di condividerlo con gli altri preti: potreste essere più convincenti di me nel vivere la raccomandazione di Paolo: Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto”.

Mentre rispondendo ad alcune domande di Anna Maria Braccini per il sito dell’arcidiocesi don Paolo Brambilla ha spiegato anche il ruolo del laicato:

“L’aspetto dei diaconi permanenti è particolarmente significativo perché, per quanto riguarda la loro presenza, vi sarà una tenuta sostanziale: i diaconi permanenti hanno un numero di ordinazioni variabile secondo gli anni, ma la media di 6 è ormai a regime.

Avremo quindi una parte di clero che arriverà a 180 unità (di cui 130 sotto i 75 anni), potendo certamente contribuire alla vita della Chiesa anche con nuove soluzioni pastorali là dove non ci sono più i preti”.

(Foto: Arcidiocesi di Milano)

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