Per una reale sinodalità efficace

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Urgente è superare le polarizzazioni inconcludenti o peggio ancora origine di conflitti che degenerano in vere e proprie guerre. E questo in tutti gli ambiti sapendo comporre l’unità nella differenza, le parti nel tutto, le diverse sensibilità nella reciproca valorizzazione.

Ciò richiede una vera e propria educazione essendo un’arte che non si improvvisa: infatti ad esempio a livello ecclesiale anche quando si parla di sinodalità poi si riduce in incontri di sacerdoti e laici, vescovi e fedeli ma normalmente tra persone che hanno una stessa opinione, come ha evidenziato don Andrea Lonardo nel testo https://gliscritti.it/blog/entry/6377:

“Quasi che non esistesse un equilibrio cattolico nel quale la parola e la testimonianza non possono mai essere separate – si veda la rivelazione come è concepita dal Concilio Vaticano II in quanto avvenuta gestis verbisque, con gesti e parole indissolubili fra loro. Riflessioni dal corso di Teologia pastorale fondamentale del prof. Asolan, di Andrea Lonardo, che affronta la questione conciliare del gestis verbisque, ‘con azioni e con parole’.

Anche qui si genera una impasse che rende difficile al sinodalità. C’è chi insiste sul valore dell’esperienza di fede e chi insiste sulla scoperta delle fondamenta della fede (la teologia fondamentale) quasi che queste due cose dovessero essere estranee o si potesse ipotizzare a priori la precedenza dell’una sull’altra.

Pochissimi insistono in maniera sinodale contemporaneamente sulle esperienze e sui perché della fede. La sinodalità è il difficile esercizio di non ascoltare solo quelli della propria parte, tanto più in un mondo come quello di oggi che è fortemente polarizzato.

Ma la sinodalità è per questo oggi ancora più fondamentale, poiché un cristiano di centro sinistra ed uno di centro destra debbono riscoprirsi fratelli e debbono cessare di attaccarsi come non fossero fratelli. Tale riscoperta della sinodalità è essenziale, perché una visione di annunzio del Vangelo oggi in Italia deve ritornare a coniugare e non ad opporre, esperienze e motivazioni della fede”.

Proprio per contribuire a che il cammino sinodale sia un momento efficace non solo per la Chiesa giovedì 25 maggio teologi di diversi centri accademici presso la Pontificia Università Antonianum si confronteranno a partire dallo studio di Fabio Nardelli.

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