141° giorno del #ArtsakhBlockade. L’Azerbajgian deve essere obbligato a rispettare i suoi impegni internazionali. Pacta sunt servanda

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 01.05.2023 – Vik van Brantegem] – Il movimento attraverso il Corridoio di Berdzor (Lachin), che collega l’enclave armena del Nagorno-Karabakh all’Armenia e al mondo esterno è ancora impossibile senza le forze di mantenimento della pace russe o il Comitato Internazionale della Croce Rossa. Per farlo dimenticare, la macchina della propaganda azera ha messo in scena l’ennesimo primitivo, ridicolo, patetico e criminale spettacolo di menzogne azere, trasmessa dai media statali dal nuovo checkpoint illegale azero presso ponte di Hakari, all’ingresso dell’Artsakh dall’Armenia, all’inizio del Corridoio di Lachin [QUI].

«Il checkpoint [azero sul ponte Hakari] è destinato in breve tempo a trasformarsi in un punto di arresto, un punto di intimidazione, un punto di estorsione, un punto di sequestro. Sappiamo cos’è» (Davit K. Babayan).

Tsavuht danem
Lasciami sopportare il tuo dolore


Il bene sia con voi

Condivido con grande gioia la notizia del conferimento da parte del Presidente della Repubblica di Armenia della Medaglia della Gratitudine della Repubblica di Armenia all’amico e collega Renato Farina, editorialista di Libero Quotidiano, consegnata dall’Ambasciatore della Repubblica di Armenia in Italia, S.E. Tsovinar Hambardzumyan, venerdì 28 aprile 2023 alle ore 11.00 presso l’Ambasciata armena a Roma, alla presenza di S.E. Sargis Ghazaryan, già Ambasciatore della Repubblica di Armenia in Italia; Stefano Folli, editorialista de la Repubblica; Gianni Letta, Presidente onorario dell’Associazione Davide De Luca – Una Vita per l’Intelligence; l’Avv. Laura Sgrò; Roberto Fontolan, già Direttore del Centro internazionale di Comunione e Liberazione; Enrico Rufi, giornalista di Radio Radicale.

La Medaglia della Gratitudine della Repubblica di Armenia, si legge nelle motivazioni, è stata attribuita a Farina per “il suo contributo al rafforzamento e allo sviluppo delle relazioni di amicizia tra Armenia e Italia, alla difesa dei valori universali”.

L’Armenia, le sue ricchezze culturali, la sua precaria condizione geopolitica sono da oltre vent’anni giornalisticamente un cavallo di battaglia di Renato Farina. Come ha detto l‘Ambasciatore Hambardzumyan, Farina “dal 2001 si occupa dell’Armenia e della causa armena, informando la società italiana dei nostri problemi, delle pagine oscure della nostra storia e delle attualità, ma anche della civiltà e della cultura che l’Armenia ha dato al mondo”. Non solo: “Dai primissimi giorni dell’aggressione contro il popolo pacifico del Nagorno-Karabakh nel 2020 è stato Farina a chiedere all’Europa di proteggere gli Armeni, perché così l’Europa proteggerebbe se stessa”.

“È un paradosso ricevere la medaglia della gratitudine – ha esordito nel discorso di ringraziamento Renato Farina – quando dovrei essere io a consegnare un vagone di gratitudine all’Armenia, perché a me l’Armenia ha regalato tutto, soprattutto la mia autocoscienza di cristiano ed europeo, e del compito che come giornalista sento come più vero: esporre se stessi, condividendo il dolore e le speranze degli altri, ma non stando su un balcone, per raccontare meglio la vita delle formiche, ma coinvolgendosi con i dolori e le ansie, e tutto, tutto quello che costituisce la vita quotidiana delle persone”.

Il premiato ha ricordato quanto scriveva nell’Ottocento lo storico armeno Leonzio: “Ormai secche le rose e le violette armene… l’Armenia è diventata la casa del dolore. Il profugo armeno erra in terra straniera, oppure vaga affamato nella patria cosparsa di cadaveri”. E ha avvertito: “Questo è stato scritto nel XIX secolo, prima del Grande Male, il Metz Yeghern, che ha colpito il popolo nel 1915, ma non è esploso a caso, e ci sono numerosi precedenti e premonizioni che avrebbero dovuto destare allarme per quel che doveva ancora accadere. Adesso, quel che sta accadendo, è lì, è una premonizione, ci chiama, ci chiama! Dice qualcosa a noi: un nuovo genocidio è alle porte, quel che accade ora al Nagorno-Karabakh ne è una premessa. Va spenta la miccia. Ci riguarda. Perché il popolo armeno ha questa caratteristica, di essere un piccolo popolo che concentra in sé sia i dolori sia le preghiere di tutto il mondo, come dimostra la figura di Gregorio di Narek e dimostrano le sue opere”.

Avevo previsto di esserci anch’io, non solo per la pluridecennale amicizia con il premiato, come pure alla commemorazione del giorno precedente, di cui ho riferito [QUI], ma non è stato possibile, purtroppo.

La registrazione video del conferimento dell’onorificenza a Renato Farina, 28 aprile 2023.

Canta il sogno del mondo
Ama
saluta la gente
dona
perdona
ama ancora e saluta.
Dai la mano
aiuta
comprendi
dimentica
e ricorda solo il bene.
E del bene degli altri
godi e fai godere…
E vai, leggero dietro il vento
e il sole
e canta…
canta il sogno del mondo:
che tutti i paesi
si contendano
d’averti generato
David Maria Turoldo

Gegham Stepanyan, il Difensore civico per i diritti umani della Repubblica di Artsakh ha commentato: «Come commenterò il video condiviso dalla macchina della propaganda azera? Usare la sofferenza delle persone per uno spettacolo da quattro soldi, nient’altro. Presenterò i dettagli dopo le interviste ai cittadini dell’Artsakh visti nel video».

La propaganda azera è fallita ancora una volta, quando hanno offuscato i veicoli delle forze di mantenimento della pace russe, che accompagnavano i 4 Armeni dell’Artsakh di ritorno da Goris alle loro case nel villaggio di Hin Shen, completamente isolato a causa dei posti di blocco illegali azeri, mentre sono stati fermati illegalmente dai terroristi dell’Azerbajgian al loro posto di blocco, per filmare questo falso promo “controllo passaporti” nel corridoio di Berdzor (Lachin).

Tenendo conto della manipolazione delle informazioni in corso da parte dell’Azerbajgian in merito alla presunta libera circolazione dei cittadini dell’Artsakh al posto di blocco sul confine tra l’Artsakh e l’Armenia, il Centro di Informazione dell’Artsakh comunica: «L’Azerbajgian continua a bloccare l’Artsakh e causa ostacoli e minacce alla libera circolazione di cittadini, veicoli e merci dell’Artsakh. L’esistenza del check point azero e la strada chiusa nell’area di Shushi sono i maggiori ostacoli e pericoli che violano le disposizioni della Dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020 e la decisione della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite. Per quanto riguarda il caso manipolato dai media azeri, queste persone sono residenti in quattro comunità della regione di Shushi sotto blocco bilaterale, che sono rimaste a Goris a causa dell’installazione del posto di blocco e stavano tornando al loro luogo di residenza con l’accompagnamento delle forze di mantenimento della pace russe e sono stati fermati inaspettatamente da ufficiali azeri.
Tutti gli sforzi della parte azera per mantenere il posto di controllo illegale e per controllare e ostacolare il movimento di cittadini, veicoli e merci dell’Artsakh sono inaccettabili. Pertanto, ribadiamo che il movimento di andata e ritorno tra l’Artsakh e l’Armenia è organizzato e accompagnato esclusivamente dalle truppe di mantenimento della pace russe e dal Comitato Internazionale della Croce Rossa per garantire la minima sicurezza dei cittadini dell’Artsakh su tale percorso. Le persone che richiedono il movimento in entrambe le direzioni dovrebbero rivolgersi agli organi statali competenti, al fine di risolvere il problema con i meccanismi menzionati».

Il Ministro di Stato della Repubblica di Artsakh, Gurgen Nersisyan, ha scritto sulla sua pagina Facebook, che gli Azeri, mettendo i cittadini dell’Artsakh in una situazione disperata, li costringono a soddisfare le loro richieste: «Dal 23 aprile 2023, l’Azerbajgian ha istituito un posto di blocco illegale al confine tra Artsakh e Armenia, nel Corridoio di Lachin, a seguito del quale diverse comunità della regione di Shushi dell’Artsakh sono rimaste sotto blocco completo, essendo tagliate fuori sia da Stepanakert e che dall’Armenia. Dal 23 aprile, la situazione umanitaria dei residenti delle comunità di Mets Shen, Hin Shen, Yegtsahogh e Lisagor della regione di Shushi è peggiorata di giorno in giorno, si è cercato di fornire cibo e medicine a queste comunità attraverso l’ufficio Artsakh della Croce Rossa, ma questi sforzi non hanno dato risultati. Con l’assistenza delle forze di mantenimento della pace russe, tre minori che erano rimasti nella città di Goris [in Armenia] sono stati restituiti ai genitori nei primi giorni, mentre l’Azerbajgian aveva proibito il ritorno degli altri. Al fine di risolvere le urgenti questioni umanitarie dei residenti dei [summenzionati] villaggi sottoposti a blocco completo e bidirezionale, un gruppo di residenti ha fatto appello alle forze di pace russe che prestano servizio sul posto, che hanno permesso loro di passare attraverso il posto di blocco vicino il ponte Hakari in auto private senza ispezione, assicurando [loro] in anticipo che non ci sarebbe stato alcun intervento di supervisione da parte degli Azeri. I nostri cittadini hanno attraversato la strada unilateralmente e senza interruzioni con l’assistenza delle forze di mantenimento della pace russe. Ma a causa dell’istituzione del posto di blocco, hanno incontrato gli Azeri al posto di blocco sulla via del ritorno da Goris al loro luogo di residenza. Questi ultimi [cioè gli azeri], mettendo i nostri cittadini in una situazione disperata, li hanno costretti a soddisfare le loro richieste, [e] hanno registrato un video per mostrare la prossima messa in scena. Questa è un’altra prova che il posto di blocco illegale dell’Azerbajgian ostacola il movimento ininterrotto di cittadini, veicoli e merci dell’Artsakh, violando le disposizioni della Dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020 e la decisione della Corte Internazionale di giustizia delle Nazioni Unite. Il popolo della Repubblica di Artsakh sta aspettando il ripristino del regime del Corridoio di Lachin definito dalla Dichiarazione tripartita, un corridoio largo 5 km esclusivamente sotto il controllo delle forze di mantenimento della pace russe».

Rappresentanti delle autorità della Repubblica di Artsakh hanno incontrato oggi 1° maggio 2023, il nuovo comandante delle forze di mantenimento della pace russe nell’Artsakh, il Tenente Generale Alexander Lentsov. Il Ministro di Stato dell’Artsakh, Gurgen Nersisyan, che ha partecipato all’incontro, sulla sua pagina Facebook ha fornito dettagli sulle discussioni che hanno avuto luogo durante l’incontro. Nersisyan ha detto che il comandante delle forze di mantenimento della pace russa discuterà con la parte azera nei prossimi giorni in merito alle questioni sollevate dalla parte dell’Artsakh. Nersisyan ha anche fatto appello alle autorità dell’Armenia e alla comunità internazionale: «Poco fa si è concluso l’incontro con il comandante di nuova nomina presso la sede delle forze di mantenimento della pace russe. Da parte dell’Artsakh hanno partecipato all’incontro il Presidente della Repubblica di Artsakh, il Ministro di Stato, i Ministri dell’Interno e della Difesa. Abbiamo riaffermato la posizione della Repubblica di Artsakh rispetto alla situazione creatasi. E la nostra posizione è la seguente.
La risoluzione della situazione dovrebbe essere basata sulla Dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020 e il punto 6 di tale Dichiarazione stabilisce quanto segue:

  • Artsakh dovrebbe essere collegato con l’Armenia attraverso il Corridoio di Lachin largo 5 chilometri.
  • Il Corridoio di Lachin dovrebbe essere sotto il controllo delle forze di mantenimento della pace russe.
  • L’Azerbajgian deve garantire la sicurezza del traffico di cittadini, veicoli e merci in entrambe le direzioni attraverso il Corridoio di Lachin.

Dopo averci ascoltato, il comandante delle forze di mantenimento della pace russe ha affermato che nei prossimi giorni avrà incontri con la parte azera e che sarà in grado di affrontare la questione e fornire informazioni alla fine della settimana.
Faccio appello ai cittadini della Repubblica di Armenia, alle autorità, affinché prendano tutte le misure, tutte le misure politiche e diplomatiche possibili per garantire la sicurezza dei cittadini della Repubblica di Artsakh, per proteggere il diritto all’autodeterminazione del popolo dell’Artsakh e per garantire l’adempimento delle disposizioni della Dichiarazione tripartita.
Faccio appello alla comunità internazionale affinché garantisca l’adempimento dell’impegno dell’Azerbajgian di sbloccare il corridoio che collega l’Artsakh all’Armenia.
La conseguenza della vostra inerzia o passività è la sofferenza quotidiana dei residenti dell’Artsakh.
Faccio appello agli Armeni di tutto il mondo: rivolgete il vostro sguardo all’Artsakh, vedete le persone che mantengono l’Artsakh armeno a costo della sofferenza».

L’incontro tra Antony Blinken e Ararat Mirzoyan a Washington, 30 aprile 2023.

Il Ministro degli Esteri armeno, Ararat Mirzoyan, tiene un incontro con il suo omologo azero, Jeyhun Bayramov, a Washington, ha riferito il Dipartimento di Stato americano. Prima dell’incontro, il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, tiene incontri separati con Mirzoyan e Bayramov.

L’incontro tra Ararat Mirzoyan e Jeyhun Bayramov a Washington, 1° maggio 2023.

Il Ministero degli Esteri dell’Armenia ha presentato i dettagli dell’incontro del Ministro degli Esteri armeno, Ararat Mirzoyan, del Segretario di Stato americano, Anthony Blinken, e del Ministro degli Esteri dell’Azerbajgian, Jeyhun Bayramov, oggi 1° maggio 2023 a Washington: «Sono state discusse le questioni della situazione della sicurezza nella regione, il processo di normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbajgian. Si è fatto riferimento alla situazione umanitaria creatasi a seguito del blocco illegale del Corridoio di Lachin da parte dell’Azerbajgian».

Ieri, 30 aprile 2023 il Segretario di Stato Blinken ha scritto in un post su Twitter: «Oggi ho parlato con il Presidente dell’Azerbajgian Aliyev per esprimere il mio sostegno ai continui sforzi volti a garantire la pace con l’Armenia e la nostra disponibilità a facilitare. Ho ribadito la posizione degli Stati Uniti secondo cui dovrebbe esserci movimento aperto di persone e commercio nel Corridoio di Lachin».

Questo è come chiedere a Hitler la soluzione del “problema” ebraico! Il Governo Biden semplicemente sta portando avanti una politica a favore dell’Azerbajgian camuffata da neutralità a favore della pace. Ecco i fatti concreti:

  • Gli aiuti militari statunitensi continuano ad arrivare all’Azerbajgian.
  • Nessuna assistenza umanitaria degli Stati Uniti destinata all’Artsakh.
  • Rifiuto di sanzionare l’Azerbajgian per le violazioni degli accordi sottoscritti e impegni presi.

È mai possibile garantire la pace tra Armenia e Azerbajgian con le politiche azere di metodi coercitivi e un chiaro uso della forza contro la pacifica popolazione armena dalla fine degli anni ’80? Nel concetto di Blinken pace significa mancanza di coercizione, equilibrio di potere e paura di subire ritorsioni. Parlare diplomaticamente con l’aggressore non è una via per la pace e l’aggressore l’ha anche detto spudoratamente. La diplomazia non porta a nessun risultato positivo con il regime autocratico e genocida azero, la cui ideologia è ancora nel 2023 il panturchismo.

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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