Papa Francesco ha spiegato ai giornalisti l’impegno della Santa Sede per la pace

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Atterrato a Fiumicino alle 19.25 di ieri, di ritorno dall’Ungheria, dove dal 28 al 30 aprile si è svolta la 41^ visita apostolica, come di consueto al termine di ogni viaggio, papa Francesco si è recato nella basilica di Santa Maria Maggiore per ringraziare la Vergine Maria del buon esito dei tre giorni che lo hanno impegnato negli incontri a Budapest.

Mentre nei venti minuti del ritorno aereo da Budapest a Roma papa Francesco ha spiegato l’impegno della Santa Sede per facilitare il ritorno in patria dei bambini ucraini portati in Russia durante la guerra, la pace, i contatti con il Cremlino e il dialogo ecumenico: “Credo che la pace si faccia sempre aprendo canali, mai si può fare una pace con la chiusura. Invito tutti ad aprire rapporti, canali di amicizia … Questo non è facile. Lo stesso discorso che ho fatto in genere, l’ho fatto con Orbán e l’ho fatto un po’ dappertutto”.

Mentre per quanto riguarda il problema migratorio papa Francesco ha invitato ad una politica che tenga conto sia della migrazione che della natalità: Sulle migrazioni: credo che sia un problema che l’Europa deve prendere in mano, perché sono cinque i Paesi che soffrono di più: Cipro, Grecia, Malta, Italia, Spagna, perché sono i Paesi mediterranei e sbarca lì la maggioranza. E se l’Europa non si fa carico di questo, di una distribuzione equa dei migranti, il problema sarà di questi Paesi soltanto. Credo che l’Europa debba far sentire che è Unione Europea anche davanti a questo.

C’è un altro problema che è collegato alla migrazione, ed è l’indice di natalità. Ci sono Paesi come l’Italia e la Spagna che … non fanno figli. L’anno scorso io ho parlato in un incontro delle famiglie su questo e ultimamente ho visto che anche il governo e altri governi ne parlano.

La media di età in Italia è di 46 anni, per la Spagna è più alta ancora e ci sono piccoli villaggi deserti. Un programma migratorio, ma ben portato avanti con il modello che alcuni Paesi hanno avuto con la migrazione (penso per esempio alla Svezia nel tempo delle dittature latinoamericane) può aiutare anche questi Paesi che hanno una bassa percentuale di nascite”.

Non poteva mancare una domanda sulla prossima Giornata mondiale della Gioventù e dei prossimi viaggi: “Poi Lisbona: il giorno prima della partenza ho parlato con mons. Américo che è venuto a vedere un po’ come stanno le cose lì… E sì io ci andrò, ci andrò, ci andrò e spero di farcela.

E voi vedete che non è lo stesso di due anni fa, ma con il bastone, adesso meglio, ma per il momento non è cancellato il viaggio. Poi c’è il viaggio a Marsiglia, poi c’è il viaggio in Mongolia, e poi c’è un ultimo non ricordo dove… Ancora il programma mi fa muovere, vediamo!”

Ed infine una domanda sull’aiuto della Santa Sede per i bambini ucraini rapiti dai soldati russi: “Penso di sì perché la Santa Sede ha fatto da intermediario in alcune delle situazioni di scambio di prigionieri, e tramite l’ambasciata questa è andata bene, penso che può andare bene anche questa.

E’ importante, almeno la Santa Sede è disposta a farlo perché è giusto, è una cosa giusta e dobbiamo aiutare, aiutare perché questo non sia un casus belli, ma un caso umano. E’ un problema di umanità prima che un problema di un bottino di guerra o di trasloco (deportazione) di guerra. Tutti i gesti umani aiutano, invece i gesti di crudeltà non aiutano”.

Quindi il papa ha lanciato un appello per aiutare i rifugiati: “Dobbiamo fare tutto quello che è umanamente possibile. Io penso anche, e voglio dirlo, alle donne che vengono nei nostri Paesi: Italia, Spagna, Polonia, Ungheria, tante donne che vengono con i bambini e i mariti o sono morti o stanno lottando nella guerra.

E’ vero, l’entusiasmo, in questo momento sono aiutate, ma non perdere l’entusiasmo per fare questo perché quando cade l’entusiasmo, queste donne rimangono senza protezione, con il pericolo di cadere nelle mani degli avvoltoi che girano sempre cercando questo. Stiamo attenti a non perdere questa attenzione di aiuto che abbiamo per i rifugiati. Questo farlo tutti”.

(Foto: Vatican Media)

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