60 anni fa le lacrime di Maria a Siracusa

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Non c’era ancora la televisione, e le notizie non correvano con la stessa velocità a cui oggi siamo abituati grazie alla rete internet e al quotidiano uso della telefonia mobile. Quello che però accadde sessant’anni fa, il 29 agosto del 1953, in Via degli Orti di S. Giorgio n. 11, a Siracusa, fece in pochissimo tempo i giro del mondo. Una immagine della Madonna – un mezzo busto di gesso, raffigurante il Cuore Immacolato di Maria – iniziò a lacrimare sotto lo sguardo attonito di numerosi presenti!

Angelo Iannuso e Antonina Lucia Giusti, da pochissimi mesi marito e moglie, attendevano con trepidazione e gioia il loro primo figlio. La gravidanza però non fu semplice, e la signora Antonina doveva spesso sopportare un repentino abbassamento della vista a causa di alcuni gravi disturbi; fino a quando, la notte del 29 agosto, in una modesta abitazione del siracusano, uno dei territori più caldi di tutta la Sicilia, la signora Iannuso ebbe una crisi più lunga, perdendo ancora una volta l’uso della vista. Quando alle 8,30 del mattino – dopo una sofferta notte insonne – la giovane donna inizio a stare meglio, alzò lo sguardo verso il capezzale del proprio letto (un quadretto di gesso del Cuore di Maria ricevuto in regalo in occasione del matrimonio) e con grande stupore si accorse della prodigiosa lacrimazione. “La Madonnina piange!” – gridò, attirando l’attenzione dei familiari – e in pochissimo tempo la notizia fece il giro della Città e poi del mondo. Tutti volevano assistere all’evento e l’abitazione della famiglia Iannuso si trasformò immediatamente in meta di pellegrinaggio.

Il quadretto di gesso aveva versato lacrime umane, un fenomeno che in tanti videro con i propri occhi e che si verificò – dal 29 agosto al 1° settembre del ‘53 – all’interno e all’esterno dell’abitazione. Immediatamente, una Commissione di medici e di analisti, convocata dalla Curia Arcivescovile di Siracusa, dopo aver prelevato il liquido che sgorgava dagli occhi del quadretto, lo sottopose ad analisi microscopica. Per la scienza non c’erano dubbi: si trattava di “lacrime umane”; il liquido presentava, infatti, tracce di proteine e di urati, quelle stesse sostanze che si riscontrano nelle lacrime di un bambino e di un adulto. Da quel momento il quadretto della Madonnina smise di piangere.

Quattro mesi dopo lo straordinario prodigio, il 13 dicembre del 1953, i vescovi siciliani, sotto la guida del card. Ernesto Ruffini, ritennero opportuno emettere un giudizio ufficiale circa gli eventi accaduti in Via degli Orti di S. Giorgio a Siracusa, e “vagliate attentamente le relative testimonianze dei documenti originali, hanno concluso unanimemente che non si può mettere in dubbio la realtà della Lacrimazione”. Nell’ottobre del ’54 Papa Pio XII concluse il Convegno Mariano di Sicilia con un Radiomessaggio, e in quell’occasione (il periodo storico della cosiddetta cortina di ferro sovietica, della Chiesa perseguitata e dello sterminio di milioni di ebrei) disse: “Comprenderanno gli uomini l’arcano linguaggio di quelle lacrime? (…) Piange Ella ancora per le rinnovate piaghe prodotte nel Corpo mistico di Gesù? O piange per tanti figli, nei quali l’errore e la colpa hanno spento la vita della grazia, e che gravemente offendono la Maestà divina? O sono lacrime di attesa per il ritardato ritorno di altri suoi figli, un dì fedeli, ed ora trascinati da falsi miraggi?”.

Il quadretto in gesso della Madonna delle Lacrime, dalla camera da letto dei coniugi Iannuso fu sistemato (fino al 1968) in una stele di pietra bianca in Piazza Euripide, a Siracusa, e in brevissimo tempo fece accorrere migliaia di fedeli. Nel frattempo fu necessario costruire un nuovo santuario, che ha oggi ha la capienza di 11.000 posti in piedi e 6.000 a sedere, con 16 cappelle; la cripta ha 18 ingressi e una capienza di 3.000 posti. Magnifico nella struttura e alto circa 103 metri il Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa fu progettato dagli architetti francesi Andrault e Parat.
I Vangeli canonici non raccontano mai il pianto della Madonna in quelle particolari circostanze che solo la pietà popolare ha provato ad immaginare, come la notte di Betlemme, la Crocifissione o la Resurrezione di Cristo. Quando Giovanni Paolo II, il 6 novembre 1994, si recò in visita pastorale a Siracusa, per la dedicazione del grande Santuario della Madonna delle Lacrime, nel corso della sua omelia disse che: “Le lacrime di Maria compaiono nelle apparizioni, con cui Ella, di tempo in tempo, accompagna la Chiesa nel suo cammino sulle strade del mondo. Maria piange a La Salette, alla metà del secolo scorso, prima delle apparizioni di Lourdes, in un periodo nel quale il cristianesimo in Francia sperimenta una crescente ostilità. Ella piange ancora qui, a Siracusa, alla conclusione della seconda guerra mondiale. È possibile comprendere quel pianto proprio sullo sfondo di quegli eventi tragici: l’immane ecatombe, provocata dal conflitto; lo sterminio dei figli e delle figlie di Israele; la minaccia per l’Europa proveniente dall’Est, dal comunismo dichiaratamente ateo”. Giovanni Paolo II ricordò in quell’occasione anche due particolari gesti di devozione rivolti alla Madonna delle Lacrime: il pellegrinaggio del card. Stefan Wyszynski, primate della Polonia, nel 1957, dopo la sua scarcerazione, e la visita del giovane Wojtyla giunto a Siracusa durante il Concilio; “Io stesso, allora giovane Vescovo, – ricordò il Pontefice – ho potuto celebrare la Santa Messa il giorno della commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti”.

Il prossimo 29 agosto la Diocesi di Siracusa festeggerà il 60° anniversario della lacrimazione. Una nuova teca ospiterà il Reliquiario che custodisce le lacrime di Maria, raccolte dalla commissione scientifica nel 1953; mentre in Via degli Orti di S. Giorgio, l’abitazione dei coniugi Iannuso (entrambi deceduti: Angelo nel 2004, Antonina nel 2011), verrà scoperta una lapide dedicata a Giovanni Paolo II per ricordare – precisa il Rettore del Santuario don Luca Saraceno – “la visita dell’allora arcivescovo di Cracovia il 2 settembre del 1964. Karol Wojtyla era appena stato nominato arcivescovo ed in una pausa dei lavori del Concilio Vaticano II venne a Siracusa. Tra l’altro il 2 novembre avrebbe festeggiato i 18 anni dell’ordinazione sacerdotale. La lapide riporta anche la firma lasciata dal Pontefice sul registro delle presenze”. A presiedere alcune delle principali celebrazioni inserite nel programma: il card. Dario Castrillon Hoyos, presidente emerito della Pontificia commissione “Ecclesia Dei”; il card. Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum; mons. Savio Hon Tai-Fai, segretario della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli; il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato della Città del Vaticano.

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