Cammino sinodale: la Chiesa diventa compagna di viaggio

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‘C’è più di un modo di essere Chiesa’: così ha detto mons. Timothy John Costelloe, arcivescovo di Perth e presidente della Conferenza episcopale australiana, intervenuto alla conferenza stampa a conclusione della tappa continentale del Sinodo: “Stiamo sperimentando una profonda unità, che non è basata sull’uniformità ma ci invita ad abbandonare ogni ricerca di una rigida uniformità”.

Ed ha raccontato lo svolgimento dell’assemblea continentale dell’Oceania: “Ci sono principi universali, ma i principi devono essere incarnati in contesti locali… E’ anche un continente che contiene nazioni economicamente e politicamente stabili, ed altre nazioni molto meno stabili in entrambi gli aspetti”.

Secondo mons. Costelloe, fa parte del cammino sinodale il “riconoscerci come parte essenziale della realtà della Chiesa, facendoci voce delle nostre esperienze, speranze e drammi, delle nostre convinzioni sulla Chiesa, e nello stesso tempo esseri aperti alle convinzioni altrui, come compagni nel viaggio della vita e della fede e non come antagonisti o combattenti”.

Mentre suor Nathalie Becquart, sottosegretaria della Segreteria generale del Sinodo, ha annunciato la prossima pubblicazione dell’Istrumentum laboris: “A fine maggio sarà pubblicato l’Instrumentum laboris… Quello che voglio sottolineare è che il processo sinodale consiste nel discernere e imparare come essere una sola Chiesa nella diversità delle culture e dei contesti, per rispondere alle diverse sfide che emergono. Una delle parole-chiave è inculturazione”.

Inoltre ha evidenziato la visione sinodale della Chiesa: “Con l’idea della circolarità tra tutti i livelli della Chiesa e la visione di un movimento dialogico che caratterizza la sinodalità, la prospettiva della tappa continentale del Sinodo è stata un approfondimento del processo di discernimento delle persone indicate a rappresentare le Chiese locali nel processo assembleare che ha proceduto ogni assemblea continentale”.

Ed ha evidenziato l’esigenza delle molte esperienze continentali, che il Sinodo ha attivato: “L’attuale processo sinodale, attraverso l’effettiva integrazione dei vari livelli di sinodalità e la loro articolazione in una dinamica circolare di ascolto, dialogo e discernimento fa emergere la necessità, la specificità ma allo stesso tempo l’interazione tra l’esercizio della sinodalità a livello locale, regionale, nazionale continentale con quello universale…

La tappa continentale ha voluto incoraggiare la creazione o il rafforzamento dei legami tra le Chiese vicine e, nello stesso tempo, promuovere le relazioni tra la Chiesa universale e le Chiese particolari”.

Mons. Lucio Adrián Ruiz, segretario generale del Dicastero per la Comunicazione, ha illustrato le caratteristiche di quello che ha definito il ‘Sinodo digitale’, che costituisce ‘il sesto continente’, quello dei new media: “E’ lo stesso Sinodo della Chiesa, con lo stesso obiettivo, con la stessa metodologia del resto della Chiesa, ma svolto negli ‘spazi digitali’.

E’ importante sottolineare che non è ‘digitale’ perché sono stati utilizzati ‘strumenti digitali’, perché molte realtà li hanno utilizzati, ma per il luogo in cui si è svolto, per i tempi, per i destinatari, per il linguaggio, come è nato e per il modo in cui si è svolto, che è il modo in cui si vive lì, negli spazi digitali”.

Ed ha elencato i partecipanti: “Da un lato, i missionari ed evangelizzatori digitali e gli influencer cattolici, che sono quelle persone, soprattutto giovani, ma non solo, che sentono la chiamata all’evangelizzazione e alla missione nelle reti e negli spazi digitali, e lì sviluppano la loro vocazione cristiana, aiutando, accompagnando, predicando, donando il loro tempo a chi ne ha bisogno. Sono molto diversi tra loro per stili, sensibilità e modi di portare avanti la missione. Nella prima fase, realizzata in due mesi e mezzo, hanno partecipato 250 missionari digitali, oggi sono più di 1000.

Dall’altro lato, ci sono coloro che li seguono, i follower, che sono persone che vogliono coltivare la loro fede, che vogliono saperne di più, o che hanno un primo approccio alla fede… c’è chi ha bisogno di aiuto, chi ha dei dubbi, insomma, la ricchezza e la varietà di quello che è il Popolo di Dio nel mondo. La particolarità è che non sono legati a lingue, culture o luoghi”.

Comunque la partecipazione è stata ampia: “Una popolazione ampia, di tutte le età, specialmente fra i 18 e 40 anni, e soprattutto una grande popolazione giovanile. Tra questi il 30% non credenti o lontani dalla Chiesa, interessati a questo cammino. Nella prima fase abbiamo ricevuto 150.000 questionari compilati, in 115 Paesi, in 7 lingue. Il potenziale di questi missionari digitali è di 20.000.000 di followers.

I giovani hanno trovato una dinamica, in termini di tempi, forme e metodologie, più consona a loro. I non credenti e i lontani dalla Chiesa hanno trovato un percorso di avvicinamento e dialogo che ha permesso loro di esprimersi e avvicinarsi in modo più libero”.

E’ un invito a non ‘abbandonare’ questa realtà: “Abbiamo scoperto tanti missionari ed evangelizzatori negli ambienti digitali, che svolgono un lavoro molto importante con tutti i tipi di persone; hanno bisogno di essere accompagnati, aiutati, sostenuti e formati, per poter vivere la loro fede e accompagnare i loro followers, e così ‘camminare insieme’ nel mondo, che è uno, oggi presenziale e digitale”.

Infine p. Hyacinthe Destivelle, officiale del dicastero per la promozione dell’Unità dei Cristiani, ha sottolineato che il cammino sinodale è uno ‘scambio di doni’: “Più di cento teologi, storici e canonisti dalle diverse tradizioni cristiane e provenienti da vari continenti sono stati invitati a presentare l’esperienza sinodale delle loro Chiese, in particolare sui tre temi principali del sinodo in corso: comunione, partecipazione, e missione…

In altre parole, si può dire non solo che il movimento ecumenico contribuisce al processo sinodale in corso, in tutte le sue fasi, ma anche che il processo sinodale della Chiesa cattolica è un contributo al movimento ecumenico. La sinodalità e l’ecumenismo sono infatti due cammini che hanno un comune obiettivo: una migliore testimonianza dei cristiani oggi, affinché il mondo creda”.

(Foto: Synod.va)

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