Terza Domenica di Pasqua: Resta con noi, Signore, perché si fa sera!

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Il brano del Vangelo racconta il celebre incontro, lo stesso giorno del pomeriggio di Pasqua, tra i due discepoli che andavano verso Emmaus e Gesù risorto. Due discepoli tristi, abbattuti, avevano lasciato Gerusalemme, diretti verso il villaggio di Emmaus. Lungo la strada si affiancò ad essi Gesù risorto.

I due discutevano con tristezza i fatti accaduti quando Gesù, sconosciuto ai loro occhi, sulla base di quanto si legge nella Bibbia, Parola di Dio, cominciò a spiegare loro che il Messia doveva soffrire, morire e giungere così nella sua gloria. Nel colloquio tra  i due discepoli e Gesù emerge il concetto di speranza: ‘Noi speravamo, dicono i due, che Egli fosse colui che avrebbe dovuto liberare Israele, ma sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute’.

La speranza per i due discepoli era solo rimpianto e nostalgia; il verbo al passato dice tutto: noi speravamo, noi credevamo, abbiamo seguito Gesù, abbiamo sperato, ora tutto è finito. Il dramma dei due discepoli rispecchia la situazione storica di molti cristiani anche del nostro tempo: la speranza fallita, la stessa fede entra in crisi davanti a tante esperienze negative che si fanno sentire: sembra essere stati abbandonati dal Signore Gesù.

Ma questa strada per Emmaus nella quale camminiamo può e deve diventare via di riflessione, di purificazione, di rinascita. Anche se stanchi, oggi come allora, possiamo entrare in colloquio con Gesù che invita a riflettere e a dare una giusta dimensione alla realtà: ‘Stolti a tardi di cuore a credere tutto ciò che hanno detto i profeti, ed è parola di Dio’.

La speranza dei due discepoli era il potere e il regno da realizzare; la speranza del Signore è la realizzazione del regno dell’amore. Il Padre ha inviato Gesù sulla terra per salvare l’uomo ed instaurare il Regno dell’amore. Gesù si fa compagno dei due nel viaggio verso Emmaus e i due ancora non lo riconoscono sino a quando si fermano e lo invitano a cena: ‘Resta con noi, Signore, si fa sera!’ e dal dialogo si passa alla condivisione.

L’incontro con Cristo Gesù anche oggi ci dà una fede più profonda ed autentica, temprata con il fuoco del tempo pasquale; una fede robusta perché  si nutre non di semplici parole o di idee umane, ma della Parola di Dio e della sua presenza reale nell’Eucaristia. L’incontro infatti dei due discepoli con Gesù ha due tappe: l’ascolto della Parola e la condivisione del pane spezzato.

Poi Gesù, il Risorto, scompare ma adesso vive in loro tanto da fare ardere il loro cuore e generare comunione con tutti gli altri discepoli dai quali si erano allontanati nella via di Emmaus, ritornano subito a riabbracciare a Gerusalemme la comunità dei fratelli: ‘Gesù prende il pane, lo benedice, lo spezza e finalmente si aprono i loro occhi; si guardano sbigottiti mentre Gesù era scomparso dalla loro vista’.

La Risurrezione non è una dottrina filosofica ma è una esperienza di vita, di relazione e non di isolamento, esperienza non di potere ma di amore. Gesù non rifiuta chi lo cerca, invitato ‘entrò per rimanere con loro’ e lo riconobbero nello spezzare il pane.

Il cristiano conosce veramente Gesù quando vive con Lui, quando diventa una cosa solo nella comunione eucaristica: ‘prendete e mangiate, questo è il mio corpo’. Gesù oggi è asceso al cielo, è tornato al Padre mentre ci assicura: ‘Io sarò con voi sino alla fine del mondo’. 

Gesù è risorto, è in mezzo a noi, ma occorre che noi dobbiamo accorgerci di Lui, della sua presenza. Diceva sant’Agostino, prima di convertirsi: ‘Signore, tu eri con me ma io non ero con te’, era la stessa situazione dei discepoli di Emmaus: ‘i loro occhi erano impediti di riconoscerlo’. Noi non riconosciamo il Signore nello spezzare il pane perché non vogliamo spezzare ‘il nostro pane’ con i fratelli, siamo troppo chiusi in noi stessi.

I discepoli invitarono Gesù: resta con noi, Signore, mangia con noi, domani  proseguirai il cammino; questo gesto di ospitalità, di amicizia sincera, di fraternità, di dialogo profondo dispone il cuore a riconoscere il Risorto.

L’episodio contiene in sé tutta la struttura della Messa: ascolto della parola di Dio attraverso le letture, la liturgia eucaristica e la comunione con Cristo Gesù. Nutriti a questa duplice mensa, la Chiesa si edifica ogni giorno e si rinnova nella Fede, nella Speranza e nella Carità. 

Il Vangelo oggi non ci ha voluto raccontare un fatterello della vita di Gesù risorto, ma questa è catechesi, è dottrina, è esperienza di vita. Per intercessione di Maria, madre di Gesù e madre della Chiesa, riviviamo con gioia la nostra vita cristiana ed ognuno di noi possa rivivere l’esperienza dei due discepoli di Emmaus. Maria, rivolgi a noi i tuoi occhi misericordiosi, guidaci per mano.

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