Il presidente Mattarella invita a non dimenticare gli olocausti

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I ‘banchi di prova’ che l’Europa ha di fronte non possono essere superati andando in ordine sparso, inseguendo ciascuno i propri ‘interessi nazionali’: nell’ultimo giorno della visita in Polonia il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha tenuto la prolusione all’università Jagellonica di Cracovia, in cui hanno studiato Niccolò Copernico e Karol Wojyjla, oltre allo stesso presidente polacco Andrzej Duda.

Infatti nel discorso il presidente Mattarella ha ricordato il valore delle Università per l’Europa: “Questa Università, e la città dove essa ha sede, sono un luogo simbolico per la Polonia, ma non soltanto per la Polonia: lo sono dell’intera cultura europea. Un luogo che restituisce l’immagine di un’Europa che, nelle sue esperienze nazionali e istituzionali, ha dato vita a un comune corpus di conoscenza e di valori.

Di questo spirito unitario che abbraccia l’intero continente si è iniziato a prendere coscienza proprio nelle Università che, come a Cracovia, sono sorte già dal Medio Evo, dando vita a quella rete connettiva che venne definita ‘Repubblica delle Lettere’. L’allora Accademia Cracoviana è stata un faro della prima Res publica europea in questa parte d’Europa”.

Ma ha anche ricordato le guerre che hanno ‘infestato’ l’Europa: “Alle nostre spalle stanno secoli di tragedie in cui i popoli europei si sono contrapposti. La vostra terra ne è stata testimone e vittima, nella ricerca dell’indipendenza, nella conquista della libertà. Conserva ed esprime storia.

E proprio la lezione della storia ha dato, nel secondo dopoguerra e non senza contrasti, un impulso irresistibile al progetto di integrazione europea, così come oggi lo conosciamo. Sino al suo completamento, dopo la fine dell’Unione Sovietica, con il ricongiungimento di Europa occidentale ed Europa centro-orientale”.

Ricordando l’anniversario del ‘Ghetto’ di Varsavia ha invitato a non dimenticare la memoria: “La Memoria di quelle barbarie rimane indefettibile nelle nostre menti e nei nostri cuori. Sono grato alla Polonia per l’impegno incessante per preservare e diffondere la memoria di quel che avvenne, affinché non possa più ripetersi.

Anche l’Italia è votata a questa causa. Dobbiamo intensificare la nostra azione, sapendo che in futuro potremo contare sempre meno sulle testimonianze dirette di quanto avvenuto e che dovremo trasmetterle e affidarle alle nuove generazioni”.

Però non poteva dimenticare l’apporto di san Giovanni Paolo II alla causa europea: “Giovanni Paolo II coniò lo slogan ‘dall’Unione di Lublino all’Unione Europea’, rappresentazione plastica di quel ‘ritorno all’Europa’ che la Polonia seppe realizzare nel percorso che accompagnò l’ingresso a pieno titolo nelle istituzioni comunitarie.

Sosteneva quel processo la convinzione che il ‘ritorno in Europa’ esprimesse il carattere pieno dell’identità polacca dopo il lungo viaggio attraverso il dominio comunista sovietico e le sofferenze e la lotta del popolo polacco per riunirsi al destino degli altri popoli europei. I diritti della persona calpestati dal regime comunista trovavano così la loro casa”.

Inoltre ha ricordato l’operato svolto dall’Europa nel Mediterraneo: “L’Unione Europea ha svolto, poi, una preziosa funzione sull’altro fronte che caratterizza i confini del continente, quello mediterraneo ed africano. L’attenzione, richiamata anni fa dinanzi all’emergere di fenomeni di terrorismo islamista, lascia oggi luogo a una negligente e pericolosa distrazione.

Quello del confine mediterraneo è tema che non riguarda solo i Paesi europei che vi si affacciano. E l’obiettivo di un partenariato più fecondo e più solido tra Unione Europea e Unione Africana è una scelta lungimirante, in grado di anticipare tensioni e di contribuire alla causa della pace”.

Mentre nel giorno precedente il presidente Mattarella aveva partecipato alla ‘marcia dei vivi’, sottolineando le atrocità commesse dai nazisti con la complicità dei fascisti:

“Siamo qui oggi a rendere omaggio e fare memoria dei milioni di cittadini assassinati da un regime sanguinario come quello nazista che, con la complicità dei regimi fascisti europei, che consegnarono propri concittadini ai carnefici, si macchiò di un crimine orrendo contro l’umanità. Un crimine atroce che non può conoscere né oblio né perdono”.

E’ stato un invito a non dimenticare gli olocausti compiuti nel secolo scorso: “Oggi più che mai, nel riproporsi di temi e argomenti che avvelenarono la stagione degli anni ‘30 del secolo scorso con l’infuriare dell’aggressione russa all’Ucraina, la Memoria dell’Olocausto rimane un monito perenne che non può essere evaso.

L’odio, il pregiudizio, il razzismo, l’estremismo, l’antisemitismo, l’indifferenza, il delirio, la volontà di potenza sono in agguato, sfidano in permanenza la coscienza delle persone e dei popoli.

Non può essere ammesso nessun cedimento alle manifestazioni di intolleranza e di violenza, nessun arretramento nella tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, base del nostro convivere pacifico. Chi aggredisce l’ordine internazionale fondato su questi principi deve sapere che i popoli liberi sono e saranno uniti e determinati nel difenderli… Ricordare è dimensione di impegno. E’ dimostrazione che, contro gli araldi dell’oblio, la memoria vince”.

(Foto: Quirinale)

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