A Milano celebrati i funerali di Ituma: la vita ha vinto sulla morte

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“Desidero esprimere la mia vicinanza e la mia condivisione in questo momento di strazio e di smarrimento che i familiari, le amiche e gli amici, e tutta la comunità vivono per l’enigma incomprensibile della morte di Julia”: è iniziato così il messaggio dell’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, per i funerali di Julia Ituma, la pallavolista italiana deceduta giovedì 13 aprile in Turchia, celebrati nella parrocchia milanese di san Filippo Neri.

Nel messaggio l’arcivescovo ambrosiano ha invitato a non fare inutili deduzioni sulla vita della sportiva per questa tragica morte, ma ha sottolineato che Dio vuole la salvezza di tutti:

“Sappiamo che cosa vuole Gesù: che tutti siano salvati, che tutti siano amati dall’amore invincibile di Dio. Con questa certezza preghiamo per Julia e celebriamo la Pasqua:

ne venga la consolazione per la famiglia e coloro che sono trafitti da un dolore troppo grande e troppo ingiusto e per tutti ci sia un invito a tenere fisso lo sguardo su Gesù, che è la parola persuasiva che invita a vivere, a vivere bene, a vivere per portare a compimento la propria vocazione e a non disperare mai”.

Invece è stata ispirata dalla ‘buona notizia’ l’omelia del parroco, don Ivan Bellini, che ha presieduto la celebrazione: “La sua vita è stata una buona notizia, la dimostrazione che, veramente, anche i nostri villaggi, i nostri quartieri, possono essere scenari di integrazione, di crescita umana e spirituale e di vera educazione.

Appena arrivato in questa parrocchia ricordo come mi fosse stata raccontata la buona notizia della sua chiamata a giocare in squadre importanti, per seguire la sua passione e per formare quel talento che proprio sui campi di questa parrocchia aveva scoperto e alimentato”.

Di fronte al dolore il Vangelo offre una buona notizia: “La buona notizia della vita che ha vinto sulla paura e sulla morte, del perdono che vince sul rimorso e sui senti di colpa, della partecipazione che vince sull’indifferenza; e ad annunciare a noi questa parola di Vita ora è proprio Julia, che certamente, anche in questo momento, scuote il nostro cuore e ci spinge a continuare il nostro cammino vivendo a pieno il dono della vita che il Signore rinnova per noi ogni giorno. E questo è il dono più bello che possiamo fare per renderla ancora felice”.

Ed ha concluso l’omelia citando le parole pronunciate lo scorso anno durante il pellegrinaggio degli adolescenti nel Lunedì dell’Angelo: “Queste parole del papa ci ricordano che se vogliamo possiamo affrontare ogni sofferenza, ogni buio, condividendolo. Certe volte siamo frenati dalla paura di mostrarci deboli e fragili, o anche solo imperfetti.

Ci vogliono sempre infallibili, sempre vincenti e forti, ma noi, guardando anche al Signore Gesù, vogliamo rivendicare il diritto di essere anche fragili, il diritto di sbagliare qualche volta, e la bellezza di essere amati non per ciò che meritiamo ma così come siamo, prima di ogni merito.

Questo è il dono più grande che possiamo fare a noi stessi, questo è il dono più bello che possiamo fare anche per onorare la nostra cara Titu. Julia, figlia nostra, sorella, amica, grazie per ciò che sei stata per tutti noi! Julia, figlia nostra, prendi parte alla gioia del Signore della Vita e continua a camminare con noi!”

Al termine della celebrazione eucaristica, un amico della famiglia Ituma, ricercatore al Politecnico, ha ricordato Julia, definendola una ragazza “orgogliosa di imparare e di apprendere, che aveva grandi progetti, tante qualità in diversi campi e aveva già iniziato a prepararsi al test di ingresso all’Università.

Penso a tutti i progetti che si facevano con lei. Ragazzi, vi prego di coltivare la cultura e lo studio che danno la libertà vera, la costruzione di una persona. Non sussurrate le parole, ditele ad alta voce, le vostre parole”.

(Foto: Fidal)

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