Gesù vede il cuore. Sempre

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 18.04.2023 – Dario Minotta] – Se entri nel Duomo di Milano subito sulla sinistra ti viene spiegato perché comunicarsi usando le mani così come era tra i primi cristiani e riportano pure dei Padri della Chiesa. Poi ci fu l’intervento per gli abusi. Dico questo non per polemizzare ma per far riflettere come su tutto, a partire dai Sacramenti, urge la formazione che manca gravemente.

Io in seminario ho preso non pochi rimproveri perché mi mettevo in ginocchio per ricevere Gesù, mio Amico, mio Amore ma pure mio Dio. Poi per non fare incazzare nessuno (il termine è appropriato per quello che ho passato in quegli anni) mi genuflettevo prima e poi mi alzavo per ricevere Gesù… in mano. Questo era il biennio di Teologia a Saronno (il quadriennio era a Venegono) per i candidati al sacerdozio della Diocesi ambrosiana.

Successivamente andai via e finii a Lugano, Seminario San Carlo dove ricominciai il cammino da zero. Molti esami dovetti perfino ripeterli nonostante un baccellierato in filosofia preso all’Università Pontificia della Santa Croce a Roma e registrata come laurea all’Università Cattolica di Milano, aggiungendo altri esami e quelli già fatti in Teologia stessa.

Non solo. Nel frattempo entrai a far parte del Consiglio di Facoltà dei Docenti della stessa FTL (Facoltà di Teologia di Lugano gemellata, per così dire, con la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale) e dovetti litigare, perché nelle aule ci fosse il Crocifisso e feci pure raccolta firme tra i studenti. Alla fine, nelle aule di Teologia si mise una croce in plexiglas trasparente, ovviamente senza Gesù anche per rispetto – così dicevano – degli altri cristiani. Mi fermo qui. Non vado oltre.

Mi chiederete perché testimonio questo. Lo faccio per aiutarvi a comprendere lo stato di salute della Chiesa a partire dalla base. Figuratevi in Vaticano. È durissima. Ma la Chiesa siamo noi. Ciascuno di noi. Insieme. Il Capo è Gesù.

Ora, pensate a cosa più conta, vi prego. Sono tempi particolarissimi. Tempi della preghiera e dell’azione. Tempi dove noi Cattolici sconsacriamo chiese e le vendiamo ed evangelici si indebitato non per comprarsi una casa ma per unirsi e comprare le nostre chiese perché almeno continui il culto cristiano e non divengano palestre, ristoranti, sedi di aziende o centri benessere o discoteche o parchi giochi.

Io vi prego. Aiutatemi. Aiutateci. Uniamoci sul serio. Da anni organizzo Rosari in Piazza, rievangelizzazione, missioni e oggi un nuovo Christian Day a Milano [QUI]. Se volete, nel Nome di Gesù, fate qualcosa anche voi, insieme a noi. Grazie pregate anche per me. Ne ho davvero tanto bisogno. Sicuramente sono l’ultimo tra i cristiani, ma credetemi, appartengo solo a Gesù. A Lui solo.

Foto di copertina: Dio guarda il cuore (1Samuele 16,7), mentre la gente tende a giudicare il carattere e il valore degli altri in base alla loro apparenza esteriore. Essere alti, belli, in forma e ben vestiti significa possedere le qualità fisiche che gli umani generalmente ammirano e rispettano. Spesso queste sono le qualità che vogliamo vedere in un leader. Ma Dio possiede la capacità unica di sapere vedere dentro a una persona. Dio conosce il nostro vero carattere perché “guarda al cuore”. Le apparenze possono ingannare. Ciò che si vede esternamente non rivela quello che le persone sono veramente. L’aspetto fisico di qualcuno non ci mostra il loro valore, carattere, integrità morale o fedeltà a Dio. Le qualità esteriori sono, per definizione, superficiali. Per Dio le considerazioni morali e spirituali sono molto più importanti. Dio guarda il cuore. Nelle Scritture, quando si parla di “cuore” ci si riferisce alla vita morale e spirituale di una persona. Proverbi 4:23 spiega che tutto sgorga dal cuore. Il cuore è il fulcro, l’essenza intima di ciò che siamo: “L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae il bene; e l’uomo malvagio dal malvagio tesoro del suo cuore trae il male, perché la bocca di uno parla dall’abbondanza del cuore” (Luca 6,45). Come Samuele, noi non riusciamo a vedere quello che il Signore riesce a vedere, e dobbiamo affidarci alla Sua saggezza. Possiamo essere certi che, quando Dio guarda i nostri cuori, vede la nostra fedeltà, il nostro vero carattere e il nostro valore come individui.

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