Papa Francesco alla Comunità delle Beatitudini: la Pentecoste è il cuore della vita spirituale

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Ricevendo in udienza una delegazione della Comunità delle Beatitudini, in occasione del 50° anniversario della fondazione, che è una comunità contemplativa e missionaria nata in Francia nel 1973, sulla scia del Concilio Vaticano II e nel movimento del Rinnovamento Carismatico Cattolico, papa Francesco ha sottolineato la dimensione escatologica dell’esperienza pentecostale:

“Il vostro carisma, che nasce dallo slancio del Rinnovamento Carismatico Cattolico, è un dono per la Chiesa e per il mondo. Come si legge nella vostra Regola (art. 5), l’esperienza pentecostale e la dimensione escatologica sono state centrali in esso fin dalle origini, e con il loro impulso, esso tuttora si espande e si manifesta attraverso la vita nello Spirito, la comunione degli stati di vita e l’apostolato.

La dimensione escatologica fa sì che possa trasparire, attraverso la lode, la bellezza della liturgia, del canto e della vita fraterna, che il Regno di Dio è già presente in mezzo a noi”.

Infatti la Pentecoste “è il cuore della vostra vita spirituale. Essa si esprime nella ricerca costante dell’unione con Dio, che si concretizza nella celebrazione quotidiana dell’Eucaristia, nell’adorazione del Santissimo Sacramento, nella vita di preghiera secondo la spiritualità carmelitana e nella ricerca dell’orazione continua secondo la spiritualità delle Chiese orientali.

Questa vita di preghiera è la fonte della vostra comunione fraterna, che si ispira alla sorgente Trinitaria e che permette a ciascuno di realizzarsi nella propria vocazione specifica”.

W’ un ringraziamento per le forme di apostolato svolto negli anni: “La liturgia delle vostre case attrae molte persone e i tempi di ritiro, personale o in gruppo, vi permettono anche di condividere la vostra esperienza con altri.

Inoltre, la presenza in alcuni Santuari in Francia, Ungheria, Italia e Costa d’Avorio e il servizio dei sacerdoti nelle parrocchie rappresentano un’importante opportunità di testimonianza”.

Apostolato che diventa aiuto ed assistenza a chi vive nella povertà: “Avete sostenuto diversi progetti umanitari in Paesi in via di sviluppo, come l’accoglienza di minori in difficoltà, l’assistenza ai bambini malnutriti o con disabilità, l’aiuto alle famiglie svantaggiate e alle madri sole, la distribuzione di pasti e cure sanitarie. In questi contesti di povertà gestite anche un ospedale, una clinica, un centro oculistico e uno studio dentistico”.

E per questo servizio occorre ringraziare Dio: “In particolare il vostro impegno al servizio delle persone più fragili ed emarginate in una società inquinata dalla cultura dello scarto. E’ bello sapere che nella maggior parte delle case situate in Occidente avete organizzato centri di ascolto per chi si trova in difficoltà e che questo servizio viene esteso anche alle carceri.

E’ importante che coloro che soffrono e che si sentono soli possano trovare luoghi dove essere accolti e ascoltati, e voi state dando il vostro apporto con generosità”.

In seguito il papa ha sottolineato anche la ‘bellezza’ delle loro missioni: “Un altro aspetto del vostro apostolato è quello delle missioni occasionali, come quelle che svolgete in estate negli ambienti dove la gente va in vacanza: offrite momenti di preghiera, la Messa, l’adorazione, incontri di formazione all’evangelizzazione, spettacoli di strada, veglie ed evangelizzazione notturna. Questo impegno dimostra la vostra apertura alle esigenze dei giovani e la disponibilità a portare la Parola di Dio in ogni luogo e circostanza”.

Ma non ha dimenticato di citare anche i pellegrinaggi: “Merita una menzione anche il fatto che organizzate raduni internazionali, come quelli tenuti a Lourdes e Lisieux. Questi incontri sono occasioni importanti di rinnovamento spirituale per tutti i partecipanti e offrono l’opportunità di condividere esperienze con cristiani di tutto il mondo.

Infine, non posso tralasciare i vostri pellegrinaggi in Terra Santa e in altri luoghi della fede. Questi viaggi sono esperienze di grande intensità spirituale, che conducono ad approfondire o a volte a scoprire le radici della fede e a rafforzare la propria relazione con Dio”.

Queste caratteristiche sono un contributo al dialogo interreligioso: “A tale proposito, cari fratelli e sorelle, vi sono grato per l’impegno che dimostrate nella vita consacrata e per il servizio che offrite alla Chiesa e al mondo.

La vostra comunità, fondata su una spiritualità di contemplazione, preghiera e missione, dà un valido contributo al dialogo interreligioso, alla promozione della pace e alla difesa dei diritti umani, e la vostra testimonianza è fonte di ispirazione per molti”.

Insomma quello del papa è un invito a vivere sempre più intensamente la fraternità: “Questa è la forza della vita consacrata: la condivisione della vita fraterna, la preghiera e il servizio al prossimo.

Vi invito dunque ad andare avanti e a perseverare nella vostra missione con zelo e senza timore, a testimoniare la fede con gioia e speranza, e a rimanere sempre aperti e docili alla guida dello Spirito Santo: è Lui il Protagonista nella vita della Chiesa e nell’evangelizzazione.

Vi incoraggio a mantenere l’impegno per la formazione delle giovani generazioni e per il dialogo interreligioso, in particolare con i nostri fratelli e sorelle musulmani”.

Inoltre con il nuovo motu proprio ‘Iam Pridem’ Papa Francesco è intervenuto sul Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, modificando le norme relative ai vescovi che hanno raggiunto gli 80 anni di età nel Sinodo dei Vescovi delle rispettive Chiese sui iuris.

Quindi il papa ha accolto quanto segnalato circa le difficoltà emerse nei Sinodi dei Vescovi delle Chiese Patriarcali e Arcivescovili Maggiori, a causa del numero di vescovi emeriti che ad essi partecipano con voce attiva, specialmente nell’elezione dei Vescovi e dei Capi e Padri delle rispettive Chiese sui iuris ed ha pertanto disposto di escludere dal voto deliberativo al compimento degli 80 anni i vescovi membri del rispettivo Sinodo.

(Foto: Santa Sede)

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