Papa Francesco sottolinea l’importanza della fraternità

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Papa Francesco, ricevendo in udienza la delegazione di Fratelli Oblati Diocesani di Milano, consegnando loro tre parole (fraternità, oblazione, diocesanità) in quanto i consacrati sono una testimonianza della presenza della Chiesa nel mondo: “E lo siete proprio col vostro essere fratelli: non con le cose che fate, con l’organizzazione, le attività”.

La fraternità è concretezza verso la vita di Cristo: “Tutte queste cose sono buone e ci vogliono, ma la fraternità si costruisce con una forma concreta di vita. Una forma stabile, che ciascuno di voi naturalmente vive in modo diverso, con la propria personalità e i propri doni e anche i propri limiti; ma la caratteristica comune e qualificante è questa fraternità.

E penso che ciò sia per voi motivo di gioia interiore, perché è il vostro modo di assomigliare a Gesù, che ha vissuto questa dimensione dell’essere fratello di ogni uomo, fratello universale. E’ un aspetto proprio del mistero dell’Incarnazione. Questa è la prima cosa che vi auguro: la gioia di essere fratelli”.

Il secondo aspetto sottolineato dal papa riguarda l’oblazione: “Gesù, dalla forma di Dio, ha assunto la forma di servo; ma attenzione: non un servizio di quelli che tutti dicono: che bravo!, un servizio da applaudire, ‘che fa notizia’. No. Un servizio nascosto, umile, a volte anche umiliante. Questa è la strada da seguire per ogni cristiano. Voi però l’avete per carisma: l’oblazione.

E anche qui, a chi vive così, lo Spirito Santo dona una gioia interiore. Ne parlava spesso Madre Teresa: la gioia di servire. Quando Maria è andata ad aiutare Elisabetta, non c’erano fotografi ad aspettarla, non c’erano giornalisti. Nessuno l’ha saputo. E proprio qui sta la gioia: che lo sa solo il Signore! La beatitudine del servizio”.

Infine l’ultima riflessione ha riguardato la diocesanità: “Anche questa è una dimensione dell’Incarnazione: essere fedeli a una terra, a un popolo, a una diocesi. A volte vorremmo salvare il mondo! Ma Dio ti dice: sii fedele a quel servizio, a quelle persone, a quell’opera…

Gesù ha salvato il mondo dando la vita per le pecore perdute della casa d’Israele, e così ha compiuto la fedeltà del Padre; ha amato fino alla fine quelli che il Padre gli aveva dato, ha versato il suo sangue per loro, e così lo ha versato per tutti. Questa è la legge dell’amore: non si può amare l’umanità in astratto, si ama quella persona, quelle persone. La fedeltà è un bene raro!”

Poi ha incontrato i dirigenti ed il personale di ITA Airways, la ex Alitalia, ricordando i viaggi compiuti in aereo dai papi: “Il 4 gennaio 1964 san Paolo VI saliva a bordo del DC8 dell’Alitalia, primo Pontefice della storia a prendere l’aereo per un pellegrinaggio apostolico.

Papa Montini aveva tanto voluto il viaggio in Terra Santa, breve ma intensissimo. Lo aveva annunciato con entusiasmo e commozione ai Padri conciliari, al termine della seconda sessione del Vaticano II.

Quel volo, con partenza da Roma-Fiumicino e arrivo ad Amman, inaugurò i viaggi papali nel mondo: una modalità nuova di svolgere il ministero pastorale del Papa, che ha permesso al Vescovo di Roma di raggiungere tantissime persone che mai avrebbero potuto compiere un pellegrinaggio a Roma. Dopo quel primo viaggio, San Paolo VI ne compì altri otto, toccando tutti i Continenti”.

Ed ha ricordato anche i molti viaggi compiuti da san Giovanni Paolo II: “Poi, con san Giovanni Paolo II, che nei suoi 27 anni di pontificato ha compiuto 104 viaggi internazionali, questa forma di missione è diventata parte integrante del pontificato.

Così, ha viaggiato il suo successore papa Benedetto XVI; e così ho continuato a viaggiare anch’io: fra due settimane, a Dio piacendo, partirò per il 41° pellegrinaggio andando a visitare l’Ungheria. E poi ci sarà Marsiglia, e la Mongolia… e tutte le cose che sono in lista d’attesa”.

Infine ha sottolineato l’importanza del viaggiare: “Per me è importante incontrare le persone, incontrare le comunità, i fedeli, i credenti di altre religioni, le donne e gli uomini di buona volontà… Incontrare di persona, parlare di persona è diverso dal rendersi presenti con un messaggio, magari con un video.

Non è lo stesso. Il Papa viaggia per confermare i fratelli nella fede, per essere vicino a chi soffre, per aiutare chi si impegna per la pace. Tutto questo è possibile anche grazie a voi. Per questo vi ringrazio e, finché Dio vorrà, continueremo a volare insieme”.

(Foto: Santa Sede)

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