Papa Francesco: il Vangelo si annuncia con prontezza

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“Ieri ricorreva il 60° anniversario dell’Enciclica ‘Pacem in terris’, che san Giovanni XXIII indirizzò alla Chiesa e al mondo nel pieno della tensione tra i due blocchi contrapposti nella cosiddetta guerra fredda. Il Papa aprì davanti a tutti l’orizzonte ampio in cui poter parlare di pace e costruire la pace: il disegno di Dio sul mondo e sulla famiglia umana. Quell’Enciclica fu una vera benedizione, come uno squarcio di sereno in mezzo a nubi scure. Il suo messaggio è attualissimo… Invito i fedeli e gli uomini e le donne di buona volontà a leggere la Pacem in terris, e prego perché i Capi delle Nazioni se ne lascino ispirare nei progetti e nelle decisioni”: lo ha ricordato papa Francesco al termine dell’udienza generale odierna con l’invito a pregare per la pace in Ucraina.

Mentre nell’udienza generale il papa ha continuato il ciclo di catechesi sullo zelo apostolico del credente per l’evangelizzazione, incentrando la meditazione sulla testimonianza di san Paolo: “In forza della sua stessa esperienza, Paolo non ignora il pericolo di uno zelo distorto, orientato in una direzione sbagliata; in questo pericolo era caduto lui stesso prima della caduta provvidenziale sulla via di Damasco. Talvolta abbiamo a che fare con una premura mal orientata, accanita nell’osservanza di norme puramente umane e obsolete per la comunità cristiana…

Non possiamo ignorare la sollecitudine con cui alcuni si dedicano a occupazioni sbagliate anche nella stessa comunità cristiana; si può millantare un falso slancio evangelico mentre si sta inseguendo in realtà la vanagloria o le proprie convinzioni o un po’ l’amore di sé stesso”.

Quindi ha elencato una serie di caratteristiche ‘evangelizzatrici’ di san Paolo: “Mi sembra utile per questo il testo che abbiamo ascoltato in apertura, un elenco di ‘armi’ che l’Apostolo indica per la battaglia spirituale. Fra queste c’è la prontezza a propagare il Vangelo, tradotta da alcuni come ‘zelo’ (questa persona è uno zelante nel portare avanti queste idee, queste cose), e indicata come una ‘calzatura’…

Anche qui troviamo il riferimento ai piedi di un annunciatore di buone notizie. Perché? Perché chi va ad annunciare si deve muovere, deve camminare! Ma notiamo anche che Paolo, in quel testo, parla della calzatura come parte di un’armatura, secondo l’analogia dell’equipaggiamento di un soldato che va in battaglia:

nei combattimenti era fondamentale avere stabilità di appoggio, per evitare le insidie del terreno, perché spesso l’avversario disseminava di trappole il campo di battaglia, e per avere la forza necessaria per correre e muoversi nella direzione giusta. Per questo, la calzatura è per correre ed evitare tutte queste cose dell’avversario”.

Quindi lo zelo evangelico sta alla base dell’annuncio: “Non c’è annuncio senza movimento, senza ‘uscita’, senza iniziativa. Questo vuol dire che non c’è cristiano se non in cammino, non è un cristiano se il cristiano non esce da sé stesso per mettersi in cammino e portare un annuncio.

Non c’è annuncio senza movimento, senza cammino. Non si annuncia il Vangelo da fermi, chiusi in un ufficio, alla scrivania o al computer facendo polemiche come “leoni da tastiera” e surrogando la creatività dell’annuncio con il copia-e-incolla di idee prese qua e là. Il Vangelo si annuncia muovendosi, camminando, andando”.

Ed in greco il termine ‘calzatura’ indicava prontezza e disponibilità: “Un annunciatore è pronto a partire, e sa che il Signore passa in modo sorprendente; deve quindi essere libero da schemi e predisposto ad un’azione inaspettata e nuova: preparato per le sorprese. Chi annuncia il Vangelo non può essere fossilizzato in gabbie di plausibilità o nel ‘si è sempre fatto così’, ma è pronto a seguire una sapienza che non è di questo mondo”.

E’ un invito ad accogliere le proposte di annuncio evangelico: “Ecco, fratelli e sorelle: è importante avere questa prontezza alla novità del Vangelo, questo atteggiamento che è uno slancio, un prendere l’iniziativa, un andare per primo.

E’ un non lasciarsi sfuggire le occasioni per promulgare l’annuncio del Vangelo di pace, quella pace che Cristo sa dare più e meglio di come la dà il mondo. E per questo vi esorto a essere evangelizzatori che si muovono, senza paura, che vanno avanti, per portare la bellezza di Gesù, per portare la novità di Gesù che cambia tutto”.

(Foto: Santa Sede)

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