Un chiostro sulle pendici del monte di Norcia

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 08.04.2023 – Vik van Brantegem] – Il Monastero di San Benedetto in Monte guarda dall’alto l’antica città di Norcia in cui è nato San Benedetto, il fondatore del monachesimo occidentale. La città natale di san Benedetto ha sempre attratto uomini desiderosi di mettersi alla scuola del grande santo, seguendo il cammino tracciato dalla sua Regola. Per più di quindici secoli i monaci, immersi nella pace e nella bellezza dei Monti Sibillini, hanno combattuto la battaglia spirituale per la propria salvezza e pregato Dio per Norcia e i suoi abitanti.

Una chiesa riaperta, un monastero in costruzione

Oggi a Norcia vive una comunità di monaci benedettini che segue l’antica Regola monastica di San Benedetto. I monaci di Norcia stanno ricostruendo un monastero del XVI secolo in rovina, che si affaccia sulla Piana di Santa Scolastica. L’antica chiesa di Santa Maria della Misericordia (XVI sec.) è l’unica rimasta in piedi a Norcia dopo il terribile terremoto che ha colpito la città nel 2016. Sebbene la chiesa sia stata gravemente danneggiata dal sisma, l’accurata opera delle maestranze locali ed il supporto di benefattori da tutto il mondo hanno permesso ai monaci di riaprirla nel dicembre 2020.

Accanto alla chiesa sorge un monastero in rovina che si affaccia sulla Piana di Santa Scolastica. La ricostruzione del monastero ad opera dei monaci dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno. Il motto del monastero Nova Facio Omnia (At 21,5) risulta particolarmente significativo se si guarda al procedere dei lavori di restauro.

La Chiesa di Santa Maria della Misericordia è aperta tutti i giorni per la Messa conventuale a singoli e piccoli gruppi.

Un canto che riempie la vallata

La vita di conversione dei monaci è fondata sulla preghiera tradizionale dell’Ufficio Divino, compiuta sette volte durante il giorno e una volta durante la notte. I monaci cantano l’Ufficio Divino in latino e celebrano ogni giorno la Santa Messa nella forma tradizionale del Rito Romano. I monaci pregano per la Chiesa e il mondo e, in modo particolare, per quanti chiedono la loro intercessione.

Fin dalla fondazione della loro comunità, i monaci hanno voluto condividere i loro canti in vari modi. Nel 2015 hanno pubblicato un album che ha riscosso grande successo internazionale. “Benedicta”, il CD di canti mariani dei monaci di Norcia [QUI].

I monaci birrai di Norcia

Birra Nursia, prodotta dai monaci benedettini di Norcia a partire dal 2012, rappresenta lo stile di vita monastico. Seguendo l’insegnamento contenuto nella Regola di San Benedetto, con il lavoro delle proprie mani i monaci costruiscono un ponte tra il mondo secolare e quello spirituale. Birra Nursia è ormai un’impresa sostenibile, che esporta birra in Europa e negli Stati Uniti. Con i ricavi ottenuti dalla vendita della birra, i monaci cercano di essere autosufficienti nella costruzione della loro nuova casa e di aiutare le persone della zona più bisognose in seguito al grande terremoto del 2016.

La gente di Norcia

Fin dal loro arrivo a Norcia i monaci sono stati accolti a braccia aperte dalla popolazione locale, che li ha sostenuti con caloroso affetto e supporto spirituale e materiale di ogni genere. In questi anni gli abitanti di Norcia hanno mostrato la loro grande devozione per San Benedetto supportando costantemente la comunità monastica in molti modi: cucinando un pasto per una festa importante, offrendo una mano per i traslochi più impegnativi, imbottigliando la birra per qualche ora con i monaci. I monaci sperano che il Monastero di San Benedetto in Monte possa diventare, per gli abitanti di Norcia e per i pellegrini che arrivano da tutto il mondo, un luogo in cui pregare e cercare Dio nel silenzio e nella pace, condizioni non sempre facili da trovare nel mondo.

Il silenzio. Sabato Santo mattina

«Una giornata avvolta nella nebbia, con il sole invisibile dietro un cielo grigio. Scrivo da Norcia, dove più di 1500 anni fa nacque San Benedetto da Norcia (480-547 d.C.), il grande fondatore del monachesimo occidentale. Qui i monaci benedettini di Norcia stanno ripristinando il monachesimo benedettino dopo una pausa di circa 200 anni, quasi l’intero periodo moderno della nostra storia. I monaci, dopo un profondo silenzio che sembra gravido di speranza e attesa, irrompono in un canto. Cantano i Salmi del Re Davide, in latino, e mi commuovo.
Dove possiamo trovare Dio? Dove può trovare risposta l’anelito umano per l’eterno e per il sacro, dall’alto, o dal basso, o dall’interno? Qui, il Sabato Santo, durante il grande silenzio delle ore in cui giaceva nel sepolcro il corpo di Gesù di Nazareth, il Re dei Giudei, dopo la sua crocifissione del Venerdì Santo, in questo luogo, in questo momento, la nostalgia è convalidato, nel canto ossessivo dei Salmi, e nei silenzi che toccano il cuore.
Non siamo fatti per niente. Anche nei nostri momenti più profondi di dubbio, e anche in quei momenti in cui rischiamo di perdere ogni speranza, rimane il desiderio di Dio. Questo siamo noi e nel Sabato Santo la dignità dell’uomo è convalidata per sempre. Nella speranza della promessa. Nell’amore che dura oltre la morte» (Robert Moynihan, 8 aprile 2023).

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