Centoquattordicesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Gli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite chiedono all’Azerbajgian di aprire il Corridoio di Lachin

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 04.04.2023 – Vik van Brantegem] – L’Azerbajgian continua ad aumentare l’escalation nel Caucaso meridionale. Il deputato del parlamento azero, Siyavush Novruzov, ha affermato che l’Iran non ha fede e convinzioni. Secondo lui, le forze iraniane sono state schierate vicino a Nakhijevan e l’Azerbajgian è pronto a combattere lì. L’Azerbajgian si sta preparando per esercitazioni militari su larga scala nelle regioni occupate dell’Artsakh, nelle immediate vicinanze della capitale Stepanakert, si apprende ai media iraniani. Nel frattempo, nonostante il criminale blocco del Corridoio di Lachin e le gravissime conseguenze, accompagnato dalle continue aggressioni e dalle minacce terroristiche da parte dell’Azerbajgian, il popolo resiliente dell’Artsakh continua a difendere i suoi diritti di auto-determinazione e di vivere liberi e in pace nelle proprie terre ancestrali.

«Oggi, le forze di mantenimento della pace russe hanno cercato di trasportare 27 cittadini dell’Artsakh (compresi bambini, donne e anziani) da Goris, rientrando dall’Armenia (dove erano state bloccate dal 12 dicembre 2022) all’Artsakh, ma gli azeri al blocco vicino a Shushi sull’autostrada interstatale Goris-Berdzor (Lachin)-Stepanakert hanno fermato il convoglio e hanno iniziato a fare pressione su queste persone. Alcuni Azeri hanno fatto irruzione nel veicolo fermato. Quattro persone si sono sentite male e 3 di loro sono svenuti. Sono stati trasferiti al Centro Medico Repubblicano di Stepanakert. Le altre 23 persone sono tornate a Goris. Un altro esempio della politica di “pace” dell’Azerbajgian» (Fonte: Tatevik Hayrapetyan).

«Agenti del governo azero che si spacciano per “eco-attivisti”, nei pressi di Shushi hanno bloccato il passaggio dei veicoli delle forze di mantenimento della pace russe che trasportavano civili da Goris a Stepanakert. Quando gli azeri hanno bloccato il veicolo che trasportava i civili, le condizioni di salute di 4 donne sono peggiorate e 3 di loro sono svenute. Tutti e 4 sono stati portati al Centro Medico Repubblicano di Stepanakert. Dopo infruttuose trattative tra la parte russa e quella azera, gli altri sono tornati a Goris» (Fonte: Gegham Stepanyan, Difensore dei Diritti Civili della Repubblica di Artsakh).

«Abbiamo incontrato una di queste donne a Goris. Vive in un hotel a Stepanakert, poiché è stata sfollata dal suo villaggio dalle forze armate azere nel 2020. Voleva disperatamente riavere la sua famiglia e il suo lavoro. 2 mesi dopo, è ancora intrappolata dall’Azerbaigian e Azerbajgian continua a negare il suo blocco. Terrificante» (Lindsey Snell).

Gli Armeni dell’Artsakh desiderano vivere nella loro patria storica, ma la spada di Damocle pende sulle loro teste. Vivono sognando la pace, ma aspettano la prossima guerra. L’autocrate genocida guerrafondaio Ilham Aliyev l’ha detto chiaro e foto: gli Armeni dell’Artsakh sono liberi di andare via dall’Artsakh (ma non di tornare).

E così Adnan Huseyn, l’imperdibile agente dell’autocrate Aliyev, che fa le sue dirette dal blocco sullo strada, racconta la storia: «Degli Armeni etnici, scortati dalle forze di mantenimento della pace russe, si sono avvicinati al luogo della protesta senza precedente coordinamento. Quando la situazione si è risolta, alcuni con problemi di salute avevano bisogno di assistenza. Medici azerbaigiani e un’ambulanza hanno prestato i primi soccorsi, trasportandoli in sicurezza all’ospedale di Khankendi». Continua a negare che il blocco c’è, confermando con le sue stesse parole, che il blocco c’è (a cui non ci si può avvicinare senza precedente coordinamento. L’ennesima violazione dell’ordine della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite di garantire il libero movimento lungo il Corridoio di Berdzor (Lachin) in ambedue le direzione. Ah, certo, questi 27 bambini, donne e anziani era personale militare armeno che trasportavo armi da Goris a Khankendi con la scorta russa e perciò sono stati bloccati e spediti indietro. Così umanitari questi “eco-attivisti”; dopo aver intimidati i civili, hanno pure assicurati assistenza medica e accompagnamento all’ospedale.

E questa è la narrazione dell’agenza statale azera Caliber: «Ambulanze azere a Khankendi! Oggi, verso le 18.15, le forze di mantenimento della pace russe hanno portato un gruppo di persone di nazionalità armena dall’Armenia senza previa notifica del loro passaggio attraverso la strada di Lachin. Mentre la situazione veniva negoziata, tre civili in cattive condizioni di salute avevano bisogno di cure mediche. La parte azera ha prontamente organizzato un’ambulanza per i propri cittadini di etnia armena e, prima del suo arrivo, i nostri medici hanno fornito assistenza sul posto. Inoltre, l’ambulanza azera ha portato i pazienti a Khankendi. È molto simbolico che non i nostri soldati, ma i medici siano stati i primi ad entrare a Khankendi. L’integrazione è in corso…».
Una semplice domanda a questo morto cerebrale: se la strada è aperta perché quelle persone dovrebbero aver bisogno delle forze di mantenimento della pace russe per portarle. E perché dovrebbero negoziare il loro passaggio? Il resto si commenta da se. Barbari.

«Dopo un altro atto di terrorismo dell’Azerbajgian, le vittime dell’Artsakh ricevono assistenza medica» (Ararat Petrosyan, Redattore Capo di Respublica Armenia).

Un altro giorno imbarazzante per la democrazia poiché lo stato terrorista dell’Azerbajgian si è rifiutato di far passare un bus pieno di bambini, donne e anziani attraverso il Corridoio di Lachin per tornare alle loro case in Artsakh, dopo 114 di isolamento a Goris.

L’unico modo per raggiungere la pace
è sanzionare l’Azerbajgian
e riconoscere la Repubblica di Artsakh.

Ieri, i cinque titolari del mandato delle Nazioni Unite per le procedure speciali hanno rilasciato una dichiarazione chiedendo ancora una volta al governo dell’Azerbajgian – che farà con questo pezzo di carta quello che sta facendo da sempre con tutti quei pezzi che ha ricevuto – di adottare misure immediate per ripristinare il traffico senza ostacoli e il movimento sicuro di persone e merce attraverso il Corridoio di Lachin. Gli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite hanno ricordato, in particolare, che il Corridoio di Lachin è l’unico collegamento di trasporto che collega il Nagorno-Karabakh con l’Armenia e il mondo esterno ed è di grande importanza umanitaria. Il blocco ha interrotto la consegna di cibo, medicine, carburante e altri beni essenziali a circa 120.000 persone che vivono nel Nagorno-Karabakh. La situazione umanitaria si è aggravata a causa delle periodiche interruzioni della fornitura di gas, che hanno compromesso il funzionamento delle istituzioni mediche. Anche le istituzioni educative non sono state in grado di operare e hanno interrotto le loro attività.

Il governo della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh ha diramato oggi, 4 aprile 2023, il bollettino informativo con alcune statistiche aggiornate dopo 114 giorni del criminale blocco del Corridoio di Lachin, orchestrato dal regime autocrate di Aliyev per attuare la pulizia etnica strisciante della regione:

  • circa 140 ettari di terreno agricolo nella regione di Askeran non possono essere coltivati perché le macchine agricole vengono colpite dai cecchini azeri e anche la semina è in ritardo;
  • circa un migliaio di persone sono state private dell’opportunità di ricevere le cure mediche necessarie a causa della sospensione degli interventi chirurgici programmati in tutte le strutture mediche dell’Artsakh; ad oggi sono state trasferite in Armenia 264 pazienti per operazioni urgenti o terapie indifferibili; molte hanno già fatto ritorno in Artsakh;
  • circa 3.900 persone, tra cui 570 bambini, sono state separate dalle loro case a causa del blocco; alcune sono potuto tornare a casa con l’assistenza del Comitato Internazionale della Croce Rossa e delle forze di mantenimento della pace russe;
  • nessun cittadino ha viaggiato liberamente lungo l’autostrada interstatale Stepanakert-Berdzor (Lachin)-Goris dal 12 dicembre 2022, e il numero di spostamenti di persone lungo tale via è diminuito di circa 184 volte (1.521 entrate e uscite invece di 279.300 in 114 giorni), ed è avvenuto solo con i mezzi del Comitato Internazionale della Croce Rossa e delle forze di mantenimento della pace russe;
  • non una sola auto di cittadini è passata per la strada bloccata, e sul Corridoio di Lachin è stato registrato un movimento di veicoli quasi 46 volte inferiore a quello che sarebbe stato senza il blocco (invece di 104.880 in 114 giorni, 2.297 veicoli, esclusivamente quelli del Comitato Internazionale della Croce Rossa e delle forze di mantenimento della pace russe, in entrata e in uscita);
  • sono state importate circa 12 volte meno merci vitali del necessario a causa del blocco (sono state consegnate 3.948 tonnellate invece di circa 45.600 tonnellate in 114 giorni e solo ed esclusivamente dal Comitato Internazionale della Croce Rossa e dalle forze di mantenimento della pace russe);
  • durante il blocco, l’Azerbajgian ha interrotto completamente o parzialmente l’unica fornitura di gas all’Artsakh per un totale di 44 giorni e la fornitura di elettricità è stata completamente interrotta per 81 giorni. Ciò ha portato a blackout giornalieri di sei ore e ulteriori arresti di emergenza, con la conseguente chiusura o riduzione delle operazioni di molte strutture;
  • 782 soggetti imprenditoriali (il 18,3% del totale) hanno sospeso la propria attività per le condizioni operative impossibili dovute al blocco, mentre i restanti operano parzialmente o con il sostegno dello Stato;
  • si stima che 9.800 persone (compresi i collocamenti temporanei sostenuti dallo Stato e oltre il 50% dei lavoratori del settore privato) abbiano perso il lavoro e le fonti di reddito a causa dell’impatto sull’economia del blocco e delle interruzioni delle infrastrutture vitali;
  • sono stati interrotti i lavori di costruzione di 32,6 chilometri di strade, decine di chilometri di acquedotti, impianti di irrigazione per migliaia di ettari di terreno, 3.717 appartamenti e più di 40 infrastrutture sociali e industriali;
  • durante il blocco, l’economia della Repubblica di Artsakh ha subito una perdita di circa 220 milioni di dollari USA, portando a un calo dell’indice del PIL annuo previsto (903 milioni di dollari) di oltre il 24%.

#MineAwarenessDay – Il 4 aprile ricorre la Giornata Internazionale per la consapevolezza delle mine e l’assistenza all’azione contro le mine, istituita dalle Nazioni Unite l’8 dicembre 1997. Nel 2023 il Servizio di sminamento delle Nazioni Unite celebra la giornata con la campagna “L’azione contro le mine non può attendere”.

Due giorni fa, un residente del villaggio Karmir Shuka in Artsakh ha perso un piede a causa dell’esplosione di una mina antiuomo, mentre stava raccogliendo asparagi selvatici in un’area forestale vicino alla linea di contatto con l’Azerbajgian per aiutare la sua famiglia a far fronte alla mancanza di cibo dovuta al #ArtsakhBlockade.

In occasione della giornata internazionale dell’educazione sul pericolo delle mine terrestri e l’assistenza nelle attività di sminamento, il Consigliere del Ministro di Stato della Repubblica di Artsakh, Artak Beglaryan, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una serie di dati riguardanti l’uccisione e il ferimento di molti civili dell’Artsakh a causa delle mine antiuomo e altri ordigni inesplosi piazzate dall’Azerbaigian nell’Artsakh:
1. Negli anni ’90, l’Azerbajgian ha piazzato milioni di mine antiuomo e bombardato aree residenziali con munizioni a grappolo, causando sofferenze alla popolazione per decenni.
2. Secondo l’organizzazione internazionale nongovernativa specializzata Halo Trust, l’Artsakh è il primo Paese al mondo nel numero di incidenti con mine antiuomo pro capite.
3. Migliaia di cittadini dell’Artsakh, tra cui almeno 1.076 civili (molti dei quali bambini e donne), sono stati uccisi o feriti a causa dell’esplosione di mine antiuomo e altri ordigni inesplosi. Anche Berglaryan è una delle vittime di quegli incidenti.
4. L’Azerbajgian non ha fornito alcuna mappa delle mine antiuomo alla Repubblica di Artsakh e all’Armenia, mentre nel 2021 l’Armenia ha fornito all’Azerbajgian tutte le mappe dei campi minati disponibili.
5. Le agenzie locali e l’organizzazione non governativa internazionale di sminamento Halo Trust hanno bonificato diverse centinaia di migliaia di ettari di terreno in 30 anni.
6. L’Artsakh non ha ricevuto un sostegno internazionale sostanziale per lo sminamento e il Servizio di sminamento delle Nazioni Unite non ha funzionato qui a causa del blocco azero.
7. Nei territori attualmente sotto il controllo dell’Artsakh, ci sono almeno 700 ettari di campi minati rimasti non sminati dagli anni ’90.
8. L’aggressione del 2020 da parte dell’Azerbajgian ha aggiunto ulteriori diecimila ettari di territori nell’Artsakh con nuovi ordigni inesplosi, comprese le munizioni a grappolo.
9. Dalla fine della guerra del 2020, gli sminatori locali, le forze di mantenimento della pace russe e i dipendenti di Halo Trust hanno neutralizzato più di 220.000 ordigni inesplosi, oltre a quelli bonificati prima del 2020.
Complessivamente, la presenza di mine antiuomo e altri ordigni inesplosi nell’Artsakh è un problema serio che richiede un’attenzione e un’azione immediate da parte della comunità internazionale, e il governo è ancora in attesa delle mappe delle mine antiuomo collocate dall’Azerbajgian nell’Artsakh dagli anni ’90.

Il Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, ieri ha ricevuto Selçuk Bayraktar (nella foto con il modello del nuovo drone stealth Kizilelma), Direttore tecnico dell’azienda turca Baykar. I due hanno discusso ulteriormente di cooperazione e il ruolo del Bayraktar nella guerra dei 44 giorni del 2020 in Artsakh “per la distruzione degli invasori Armeni”. Il modello è stato presentato ad Aliyev con la bandiera azera, forse suggerendo una futura acquisizione di questi tipi di drone da parte dell’esercito dell’Azerbajgian. Selçuk Bayraktar ha trasmesso ad Aliyev i saluti di suo suocero nonché Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan e «ha espresso ancora una volta la gratitudine per l’assistenza fraterna fornita per eliminare le conseguenze del terremoto in Turchia». Il Presidente Ilham Aliyev «ha chiesto ancora una volta la misericordia di Allah per coloro che sono morti durante il terremoto e ha valutato l’aiuto dell’Azerbajgian alla Turchia come un dovere di fratellanza. Ha ricordato con piacere il recente incontro con il Presidente della Turchia ad Ankara e le visite di Recep Tayyip Erdoğan in Azerbaigian, e ha notato che le visite del Presidente della Turchia nei nostri territori liberati dall’occupazione sono di particolare importanza. Il Presidente Ilham Aliyev ha affermato che l’industria della difesa turca ha ottenuto grandi risultati negli ultimi anni, ha sottolineato che l’attività dell’azienda “Baykar” ha svolto un ruolo di primo piano in questo senso e ha sottolineato ancora una volta il ruolo svolto dai prodotti fabbricati da questa azienda nella distruzione dell’equipaggiamento militare degli invasori Armeni durante la guerra patriottica. Durante la conversazione, è stato sottolineato che le relazioni amichevoli e fraterne tra l’Azerbajgian e la Turchia si stanno sviluppando con successo nei settori dell’industria militare e della difesa, così come in tutti gli altri campi, e si sono scambiati opinioni sulle prospettive di cooperazione».

Selçuk Bayraktar ha avuto ieri anche un incontro al Ministero della Difesa azero per discutere di un’ulteriore cooperazione militare, suggerendo forse maggiori vendite di drone. il Ministro della Difesa azero, Colonnello generale Zakir Hasanov, ha osservato «che la cooperazione militare tra l’Azerbajgian e la Turchia si basa su relazioni amichevoli e fraterne, che si stanno sviluppando e rafforzando nel tempo». Il Ministero della Difesa azero ha informato che durante l’incontro sono state discusse «la situazione attuale e le prospettive di sviluppo della cooperazione tecnico-militare tra l’Azerbajgian e la Turchia».

Il Ministero degli Esteri dell’Azerbajgian comunica che ieri è stato convocato l’Ambasciatore iraniano per protestare «contro il fatto che i malintesi derivano da azioni unilaterali dell’Iran, contro le azioni ben intenzionate da parte azera» e «ha esortato i media iraniani a porre fine alla disinformazione» sull’Azerbajgian.
La risposta del Portavoce del Ministero degli Affari Esteri dell’Azerbajgian, Aykhan Hajizade, alla domanda dei media locali sulla nota dell’Iran all’Azerbajgian: «Domanda: Con riferimento all’Ambasciata della Repubblica Islamica di Iran nella Repubblica di Azerbajgian, si segnala che l’Iran ha presentato una nota al Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Azerbajgian affinché adotti misure adeguate per impedire trasmissioni e articoli anti-iraniani nei media azeri. Come va interpretata questa notizia?
Risposta: La citata nota dell’Ambasciata della Repubblica Islamica di Iran nella Repubblica di Azerbaigian indirizzata al Ministero degli Affari Esteri è stata ricevuta il 3 aprile. Lo stesso giorno, l’Ambasciatore della Repubblica Islamica di Iran presso la Repubblica di Azerbaigian, Seyid Abbas Mousavi, è stato convocato presso il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Azerbajgian in relazione alla suddetta questione. Sottolineando che quanto menzionato nella nota della parte iraniana sui media azeri non riflette l’obiettività, è stata presentata alla parte iraniana una nota di risposta, nonché un elenco di una serie di articoli pubblicati nei media iraniani contro l’Azerbajgian. All’Ambasciatore dell’Iran nel nostro Paese è stato detto che informazioni offensive, false, calunniose e tendenziose sulla Repubblica di Azerbajgian, i suoi funzionari statali e governativi, nonché dichiarazioni e discorsi non veritieri di noti personaggi sociali e politici dell’Iran stanno danneggiando il le relazioni tra i nostri Paesi e causando incomprensioni. Inoltre, è stato notato che i malintesi sorti nel periodo delle relazioni tra i nostri Paesi sono sempre causati da azioni e azioni unilaterali della parte iraniana, e i passi coerenti e ben intenzionati della parte azera non sono adeguatamente ricambiati da Iran. Durante l’incontro, è stata sottolineata la necessità di adottare misure urgenti per impedire la diffusione di informazioni false e tendenziose contro l’Azerbaigian nei media iraniani».

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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