Centotredicesimo giorno del #ArtsakhBlockade. L’Azerbajgian si prepara attivamente ad un’altra guerra. Manca solo un pretesto per l’inizio

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 03.04.2023 – Vik van Brantegem] –Oggi è il 113° giorno dell’assedio dell’Azerbajgian all’Artsakh. A titolo di promemoria, osservando seduti sulla riva del fiume di parole, costatiamo l’assenza totale di qualsiasi azione da parte dei regimi democratici occidentali, di solito sollecita a sanzionare segni di dittatura. In realtà, l’Occidente è pienamente compiacente con il regime autocratico guerrafondaio genocida dell’Azerbajgian, che sta riciclando gas russo.

L’Azerbajgian non ne fa un segreto – come di consueto – che il prossimo obiettivo in Artsakh sarà il bacino idrico di Sarsang e la regione di Martakert. Sottotitoli in inglese.

Se le forze azere lanciassero un altro attacco all’Artsakh per impossessarsi del bacino idrico di Sarsang, circa 20.000 Armeni sarebbero sfollati dalla regione di Martakert. Questo essenzialmente taglierà l’Artsakh anche dalle fonti locali di elettricità e acqua dolce. Genocidio in corso.

La città di Martakert ospitava 8.235 persone nel 1989. Nel 1992 le forze azere hanno distrutto gran parte della città, che è stata ricostruita solo a partire dal 1994. Nel 2015 solo 5.595 persone vivevano nella città. La città è stata colpita da un pesante bombardamento nel 2020, ma è sopravvissuta all’assalto azero.

Video dal canale Telegram Peacekeeper delle forze di mantenimento della pace russe dispiegate in Artsakh: «Nonostante il servizio 24 ore su 24 nei posti di osservazione, il personale militare del continente per il mantenimento della pace russo è costantemente addestrato nelle materie dell’addestramento al combattimento. L’enfasi principale è sulla formazione pratica per sviluppare le competenze necessarie per ogni peacekeeper».

Come abbiamo riferito [QUI], ieri sette anni fa, Aliyev scatenava l’ennesima aggressione bellica contro la Repubblica di Artsakh/NagornoKarabakh), con quattro giorni di battaglie, decine di morti, atto di barbarie contro soldati e civili armeni. Ieri si sono svolte le commemorazioni a Stepanakert per i caduti in difesa della patria. Baku non ha nemmeno nascosto che l’Azerbajgian ha iniziato la guerra. Ad esempio, l’Ambasciatore dell’Azerbajgian in Russia, in un’intervista con la stazione radio Govorit Moskva e la rete televisiva Dozhd il 2 aprile 2016, affermava che l’Azerbajgian mirava a risolvere il conflitto con la forza.

Ieri, in Artsakh è stata celebrata Tsakhazard (la Domenica delle Palme). Né la guerra, né il blocco riescono a spezzare questa gente tosta: «Noi siamo le nostre montagne». Sono semplicemente meravigliosi. Però, con la tattica del salame, altura dopo altura, passo dopo passo, giorno dopo giorno, l’Azerbajgian sta stringendo il cappio in modo strisciante.

Una mappa con un riassunto di alcuni degli sviluppi della scorsa settimana attorno al Nagorno-Karabakh (le forze armate dell’Azerbajgian sono avanzate su nuove alture in Artsakh e anche su nuove posizioni di confine con l’Armenia e in alcuni punti oltre il confine) e previsioni future, dal canale Telegram Rybar [QUI].

Aggravamento della situazione in Nagorno-Karabakh
Cosa sta succedendo nella zona di responsabilità delle forze di mantenimento della pace russe?

Negli ultimi giorni, come abbiamo riferito nella cronaca quotidiana dei giorni scorsi, la situazione nel Nagorno-Karabakh è peggiorata drasticamente. Le unità delle forze armate azere hanno fatto diversi tentativi di avanzare verso le alture nella zona di confine, in risposta, la parte armena ha accusato la parte azera di intensificare il conflitto [QUI].

Diario degli eventi

Il 25 marzo, i militari azeri hanno attraversato la linea di contatto nella regione di Shushi e hanno occupato un’altezza tre chilometri a nord-est del monte Saribaba, procedendo con lavori di ingegneria del posto. In risposta, le forze di mantenimento della pace russe hanno portato all’attenzione della parte azera la necessità di rispettare gli accordi tripartiti del 9 novembre 2020 e hanno chiesto alle unità azere di ritirarsi dalle loro posizioni. Allo stesso tempo, dopo l’avanzata delle unità azere sull’altura vicina alla strada Stepanakert-Geybalishen-Lisagor, le forze di mantenimento della pace russe hanno preso posizione a questa altura.

La mattina del 27 marzo, le forze armate azere hanno nuovamente tentato di avanzare in direzione di una delle alture adiacenti alla strada sterrata Stepanakert-Lisagor, ma sono state fermate dall’esercito di difesa dell’Artsakh.

Nella notte tra il 29 e il 30 marzo, le unità azere hanno bloccato l’autostrada Goris-Stepanakert tra i villaggi di Aghavno e Tegh. Contemporaneamente si è svolto uno scontro a fuoco in direzione di Vardeni. Una delle unità militari dell’Armenia nel sud del Paese è stata messo in allerta da combattimento. Il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian ha annunciato di aver preso il controllo di diverse alture dominanti, strade principali e ausiliarie, nonché aree di confine situate tra i villaggi di Jagazur e Zabukh (Aghavno) della regione di Lachin. A sua volta, il Primo Ministro armeno, Nikol Pashinyan, ha accusato l’Azerbajgian di aver invaso il territorio dell’Armenia e ha anche sottolineato l’accordo delle parti per garantire la protezione del confine in quest’area da parte delle truppe di frontiera.

Il 31 marzo, secondo la dichiarazione del Servizio di Sicurezza Nazionale dell’Armenia, la parte azera, senza attendere la concordata riconciliazione delle posizioni, ha oltrepassato la frontiera in cinque punti a spese del territorio armeno, avanzando di 100-300 metri vicino al villaggio di Tegh. A giudicare dal video pubblicato e dalle immagini satellitari, il personale militare azero occupa un’area molto più ampia di quelle dichiarate dal Servizio di Sicurezza Nazionale dell’Armenia (circa 1 chilometro). Ora, le nuove posizioni delle forze armate azere sono già stato completamente attrezzato.

Recentemente, il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian ha annunciato lo svolgimento di esercitazioni tattiche di unità di artiglieria con fuoco vivo in un campo di addestramento non specificato.

Allo stesso tempo, negli ultimi giorni, le forze di mantenimento della pace russe hanno registrato diversi casi di violazione del cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh, nelle regioni di Shushi e Martuni.

Il 31 marzo, verso le ore 22.50, nella regione sud-orientale della Repubblica di Armenia vicino al confine con l’Azerbaigian, in condizioni di visibilità estremamente scarsa, si è svolta una sparatoria tra le guardie di frontiera dei due Paesi. Di conseguenza, un militare delle forze armate armene è stato ucciso e uno è rimasto ferito.

Perché le Forze Armate azere hanno occupato queste particolari aree?

Secondo gli accordi raggiunti nell’agosto 2022, dal 1° aprile il percorso che collega Artsakh con l’Armenia attraverso il Corridoio di Lachin dovrebbe passare lungo la nuova autostrada Kornidzor-Tech attraverso il territorio armeno. I militari azeri, senza attendere gli adeguamenti concordati, hanno preso posizione e si sono messi ad attrezzare nuove linee, senza incontrare alcuna resistenza da parte delle autorità armene.

E l’altura di Saribaba?

L’altura 2054 metri si trova a nord-est del Monte Saribaba. Le posizioni a sud e a nord di questo punto (1854 e 2250 metri) sono le roccaforti delle forze armate armene e un tentativo di occuparle potrebbe portare a uno scontro immediato. Dopo aver occupato l’altura 2054 metri, le forze armate azere praticamente senza resistenza hanno preso il controllo del punto in cui convergono tre strade sterrate contemporaneamente, attraverso le quali è possibile aggirare le città di Shushi e raggiungere l’autostrada Goris-Berdzor (Lachin)-Stepanakert senza controllo da parte delle guardie di frontiera azere.

La situazione nel Caucaso meridionale si sta muovendo verso il suo apice. Gli ultimi avvenimenti vicino ai confini della non riconosciuta Repubblica di Artsakh dimostrano la disponibilità delle truppe azere a un’escalation armata del conflitto.

Un gran numero di personale e attrezzature militari è stato ammassato nelle zone di confine. Gli artiglieri azeri si stanno allenando attivamente con l’uso di colpi vivi nei poligoni di tiro, in un luogo non specificato.

Dato l’aumento del numero di bombardamenti, registrati dal territorio armeno, con un alto grado di probabilità, le unità delle forze armate azere stanno conducendo esercitazioni direttamente accanto alla zona di responsabilità del contingente di mantenimento della pace russo.

Cosa prevede il dopo?

La situazione in Nagorno-Karabakh non farà che peggiorare. L’avanzata senza ostacoli delle truppe azere vicino al villaggio di Tegh e sulle alture di Saribaba, insieme alla reazione completamente “sdentata” delle autorità di Yerevan, testimoniano l’assenza di piani del governo Pashinyan per contrastare in qualche modo ciò che sta accadendo.

L’insediamento stesso si trova nella regione Syunik dell’Armenia, al confine con l’Iran. È lì che si prevede di creare il progetto pan-turco del “Corridoio Zangezur” – per molti aspetti di orientamento anti-iraniano, a cui Israele è particolarmente interessato. L’attivista armeno Mika Badalyan scrive che le autorità iraniane hanno più volte cercato di ottenere una risposta dal governo Pashinyan, ma invano.

Nella situazione attuale, le forze armate dell’Azerbajgian continueranno le provocazioni vicino ai luoghi di schieramento del personale militare russo. E l’inerzia internazionale e armena consente de facto alla leadership azera di continuare a utilizzare – per il momento soltanto – la tattica di un’offensiva “strisciante”, portando via del territorio armeno pezzo a pezzo.

È ovvio che la parte azera sta cercando di bloccare completamente o prendere il controllo del traffico verso l’Artsakh. Vista la prossima apertura di una nuova strada per Stepanakert via Kornidzor, è probabile che i cosiddetti “eco-attivisti” si sposteranno sul ponte sul fiume Hakkari per provocare il contingente di mantenimento della pace russo di stanza nelle vicinanze.

E così continueranno finché non arriverà la risposta. L’Azerbajgian è spinto verso la guerra, che viene attivamente preparata con le azioni delle autorità di Baku, e per cui manca adesso soltanto un pretesto.

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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