Sinodo: concluse le Tappe Continentali

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Venerdì 31 marzo si è conclusa ufficialmente la Tappa Continentale: la seconda tappa del processo sinodale e con essa anche la consultazione su larga scala del Popolo di Dio. Dopo la Tappa Locale (diocesana e nazionale), l’inserimento di un tempo di ascolto, dialogo e discernimento tra le Chiese di una stessa area geografica ha rappresentato un’ulteriore novità di questo processo sinodale.

Questa nuova tappa non si è limitata alla celebrazione di sette assemblee continentali, ma è stata un vero e proprio processo di ascolto e discernimento a livello continentale, sulla stessa e unica domanda del processo sinodale nel suo complesso, ossia Come si realizza oggi, ai diversi livelli (dal locale all’universale), quel ‘camminare insieme’ che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, secondo la missione che le è stata affidata?

Seguendo il principio della sussidiarietà, l’organizzazione di questa parte del processo e le rispettive assemblee sinodali continentali sono state affidate ai Comitati Organizzatori locali (o Task Forces) facenti capo, per lo più, alle Riunioni Internazionali delle Conferenze Episcopali o delle Chiese Cattoliche Orientali. Una speciale task force della Segreteria Generale del Sinodo ha tuttavia accompagnato il loro lavoro.

I responsabili della Segreteria Generale del Sinodo e il Relatore Generale della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi hanno assicurato la presenza di almeno uno di loro in ogni assemblea continentale a testimonianza della vicinanza e del desiderio della Santa Sede di ascoltare le Chiese particolari.

Le sette assemblee che, da inizio febbraio e fino a fine marzo hanno scandito questo tempo del cammino sinodale, sono state tutte assemblee ecclesiali, ossia rappresentative del Popolo di Dio (vescovi, sacerdoti, consacrati/e, laici/laiche). Avevano per obbiettivo di rispondere alle tre questioni contenute nel DTC (n. 106) pubblicato il 27 ottobre scorso (per approfondire). I partecipanti hanno dapprima tentato di individuare le ‘risonanze’ suscitate dalla lettura del DTC per poi indicare tensioni e priorità.

E’ stato confortante notare come i partecipanti alle assemblee continentali si sono ritrovati nelle piste individuate nel DTC, chiaramente ognuno a partire dalla propria prospettiva ecclesiale e culturale, a volte anche molto diverse. Il frutto delle loro discussioni è contenuto nel Documento Finale che ogni Assemblea ha prodotto quale contributo per i lavori della prima sessione dell’assemblea del sinodo dei vescovi di ottobre (4-29 ottobre 2023).

Questi documenti sono stati il frutto di un percorso autenticamente sinodale, rispettoso del processo finora svolto, riflettendo così la voce del Popolo di Dio del Continente. Questi 7 documenti continentali saranno alla base del Instrumentum Laboris, il documento di lavoro per la prima sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Ora spetta alla Commissione Preparatoria, istituita dalla Segreteria Generale del Sinodo, (per approfondire), organizzare il gruppo di lavoro chiamato a produrlo.

Tutte le assemblee sono state un tempo di Grazia per la Chiesa. Oltre a sottolineare il grande desiderio di rinnovamento camminando insieme uniti a Cristo, il processo continentale ha rivelato la gioia e il profondo amore di tantissimi fedeli per la loro Chiesa, Popolo di Dio, nonostante le sue carenze e debolezze; l’importanza dell’ascolto come strumento e dinamica permanente della vita ecclesiale; e ha confermato la scelta della conversione spirituale, come metodo che favorisce il vero ascolto e il discernimento comunitario per il raggiungimento di un consenso ecclesiale.

La Segreteria Generale del Sinodo esprime la sua viva gratitudine a quanti si sono impegnati con grande serietà e entusiasmo in questo processo. La Tappa Continentale ha portato a una maggiore consapevolezza dell’importanza di camminare insieme nella Chiesa come comunione di comunità, rafforzando il dialogo tra Chiese particolari e Chiesa Universale.

La conclusione della consultazione non significa la conclusione del processo sinodale per il Popolo di Dio né tantomeno l’interruzione del dialogo tra Chiesa Universale e Chiesa particolare.

Significa piuttosto lasciare alle comunità locali la sfida di mettere in pratica quelle ‘riforme sinodali’ nella quotidianità del loro agire ecclesiale e nella consapevolezza che molto di quanto è stato finora discusso e individuato a livello locale non necessita del discernimento della Chiesa universale o l’intervento del magistero di Pietro.

(Foto: Sinodo 2021-2024)

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