52ª e 53ª Udienza del Processo 60SA in Vaticano. Il Promotore di Giustizia formula nuove accuse e riformula alcune

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 31.03.2023 – Ivo Pincara] – Prosegue ad obtorto collo l’epicedio accompagnato da danze come era il costume greco, in scena al Tribunale vaticano nell’Aula polifunzionale dei Musei vaticani, che dal 27 luglio 2021 va avanti con un dibattimento definirlo surreale è un understatement, che speriamo finisca presto, veramente. Anche perché i soldi della Santa Sede vanno spese in modo utile, non in pagliacciate.

Nel corso della 52ª Udienza del processo per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato il 29 marzo 2023 è stata ascoltata la testimonianza dell’Avv. Shantanu Shina, Direttore legale della sezione Corporate dello studio legale londinese Mishon de Reya, il quale ha reso il contenuto di due mail – poi depositate dal Presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, agli atti – che a suo dire conterrebbero “minacce” del finanziere Gianlugi Torzi, finalizzate alla riscossione della buonuscita per la trattativa sul Palazzo di Londra, poi concretizzatasi in 15 milioni di euro e ritenuta dall’accusa frutto di un’estorsione.

Poi, Antonino Becciu, fratello del Cardinale Angelo Becciu, dovrà obbligatoriamente presentarsi in aula come teste. Lo ha stabilito il Presidente Pignatone, tramite un’ordinanza da lui letta nel corso della 52ª Udienza. Stesso obbligo per don Mario Curzu, Direttore della Caritas diocesana di Ozieri, dove ha sede anche la Cooperativa Spes, guidata da Antonino Becciu. Ambedue già una volta non si sono presentati in udienza per testimoniare adducendo come motivazione l’assenza di garanzie, essendo indagati in un altro procedimento in corso in Italia. Il Presidente Pignatone, nell’ordinanza, ha ribadito ancora una volta che “ci sono tutte le garanzie per un giusto processo” e che quindi dovranno irrevocabilmente presentarsi in aula alla prossima Udienza, fissata per il 19 aprile 2023, anche eventualmente per manifestare la loro facoltà di non rispondere.

Nel corso della 53ª Udienza del 30 marzo 2023, il Promotore di Giustizia Alessandro Diddi ha formulato altre accuse a 4 imputati laici, alla luce di ulteriori attività istruttorie e di quanto emerso durante il processo, che hanno portato a due relazioni aggiuntive predisposte dal Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano. I documenti, uno dedicato alla società Aspigam, l’altro alla questione delle monete: corruzione per Enrico Crasso, Raffaele Mincione e Gianluigi Torzi; autoriciclaggio per Enrico Crasso e Fabrizio Tirabassi. Alcuni capi di accusa, inoltre, sono stati riformulati. Il Faro di Roma ha commentato: «Finora insomma abbiamo scherzato. Sono oltre due anni che va avanti questo surreale dibattimento e a questo punto l’accusa cambia i reati. Sarebbe un comportamento da ricusazione, consentito solo dal fatto che in Vaticano è rimasto in vigore il Codice di procedura penale del Regno d’Italia».

Poi, è stato chiuso l’interrogatorio dell’Arch. Luciano Capaldo. In un florilegio di termini giuridici ed economici, dal gusto d’oltremanica, e in una fitta trama di contratti, valutazioni, mail e messaggi, anche proiettati su una parete del Tribunale, sono stati nuovamente trattati alcuni episodi della compravendita del palazzo al numero 60 Sloane Avenue di Londra, poi venduto a Bain Capital. In particolare, gli avvocati delle difese hanno voluto ripercorrere i rapporti che legavano il teste a Gianluigi Torzi, prima che Capaldo, con una vasta esperienza nel campo immobiliare, divenisse consulente della Segretaria di Stato. Luciano Capaldo, infatti, membro della Royal Institution of Chartered Surveyors (Rics), fu tra le altre cose anche Presidente e Consigliere della Imvest S.p.a., società immobiliare specializzata in servizi di locazione immobiliare, trading e sviluppo immobiliare, e Nominee Director, senza poteri esecutivi, per la Sunset Credit Yield. Ancora una volta si è parlato delle diverse valutazioni che sono state fatte sull’immobile e del possibile cambio di destinazione con il planning permission. Passate anche nuovamente in rassegna, senza elementi di novità, le riunioni del 17 e 18 dicembre 2018 a Londra, presso lo studio Mishcon de Reya, insieme con Fabrizio Tirabassi ed Enrico Crasso; così come pure l’incontro di Milano, presso l’Hotel Bulgari, con Gianluigi Torzi per cercare di risolvere la questione delle mille azioni con diritto di voto detenute dal broker molisano.

Nel controesame, Capaldo ha sostenuto in particolare di aver svolto un’attività di videosorveglianza nei confronti di Gianluigi Torzi “su incarico del Sostituto della Segreteria di Stato, Mons. Edgar Peña Parra”. “Una persona stimatissima per la quale cui mi farei ammazzare”, ha dichiarato. Di rimando, l’Avv. Marco Franco, difensore di Torzi, ha commentato: “E per la quale ha commesso un reato”. Una replica, questa, subito censurata dal Presidente Pignatone, che ha definito tale atteggiamento “una cosa ignobile”. “Non è questo il modo di condurre un controesame, la vogliamo smettere?”.

Indice – Caso 60SA [QUI]

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