Da Cremona a Trieste: mons. Enrico Trevisi è vescovo

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Sabato 25 marzo nella cattedrale di Cremona è stato consacrato vescovo a Cremona mons. Enrico Trevisi che guiderà la diocesi di Trieste ‘incantato e meravigliato per quanto Dio compie’. Una celebrazione in cui si è mostrato il volto gioioso di una comunità stretta attorno ad un sacerdote che è stato amico, parroco, rettore del Seminario, professore e compagno di tante famiglie, ma anche il volto accogliente della comunità di Trieste accorsa ad abbracciare il suo nuovo pastore e alla quale il neo consacrato si è rivolto subito in italiano e anche in sloveno riprendendo il suo motto episcopale: ‘Admirantes Iesum’.

Nel giorno dell’Annunciazione, mons. Trevisi ha pronunciato il suo ‘Eccomi’, concetto ripreso dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, nell’omelia che ha ricordato ‘la bellezza di essere evangelizzati e di evangelizzare’, alla presenza della famiglia, dei fedeli ed autorità civili e militari, un centinaio di sacerdoti e 20 vescovi tra cui l’emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi, e mons. Giampaolo Crepaldi, amministratore apostolico di Trieste, mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio ed abate di Pomposa e mons. Carmelo Scampa, vescovo emerito di São Luís de Montes Belos in Brasile oltre a mons. Moise Messan Touho, vescovo di Atakpamé in Togo (terra legata per tradizione al Seminario cremonese) e una rappresentanza numerosa di pastori del Triveneto e della Lombardia.

Nell’omelia mons. Napolioni ha espresso la sua gioia: “E’ una grande gioia percepire Cristo vivo nella sequela dei discepoli, apostoli e vescovi, Cristo è davvero qui vivente in un anticipo di Pasqua. Una gioia che è responsabilità dell’ ‘Eccomi’ pronunciato dal nuovo vescovo chiamato, come lo fu Maria per mezzo dell’Angelo, ad essere segno tangibile dell’iniziativa di Dio, a riconoscere e condividere lo stupore della fedeltà creatrice di Dio”.

Al termine della celebrazione, il saluto grato di Trevisi che ha chiesto “al popolo di Dio, di Trieste e di Cremona, di essere coraggiosi nel collaborare gli uni con gli altri e fantasiosi nell’incarnare il Vangelo, di accompagnarmi a cogliere la presenza di Dio dentro le ferite della storia passata e presente”.

Con lo sguardo perennemente rivolto a Dio e ringraziando tutti con un pensiero di don Primo Mazzolari: “auguro non di essere in pace, ma di essere di pace: donne e uomini inquieti per costruire un mondo diverso, mai rassegnati alla mediocrità e alle ingiustizie”.

E nella prima celebrazione nella ‘sua’ parrocchia ‘Cristo Re’ mons. Trevisi ha esortato i fedeli a voler bene ai sacerdoti: “Voi continuate a voler bene ai vostri preti, ad accoglierli, ad accompagnarli, a collaborare. Siate generosi… Non so se sarà più facile o più difficile, sono responsabilità diverse: quello che mi piacerebbe è non prendere le distanze. Non prendere le distanze dalla gente, dai preti, dalla vita concreta con le ferite di tanta gente”.

Ed infine ha rivolto un saluto ai fedeli della diocesi triestina: “Questi miei giorni sono attraversati da un turbinio di emozioni, pensieri e preghiere ma intuisco che anche per Lei si tratta di un periodo convulso, inedito, accompagnato da speranze e affidamenti che ci proiettano in un tempo che comunque sappiamo abitato da Dio.

Sia il Signore Gesù a illuminare i nostri passi. Sempre. Ogni giorno. Ovunque saremo chiamati a servirlo. È quello che mi ripeto e che anche in questo momento mi porta a trovare un po’ di serenità.

Siamo consacrati a servire Dio con umiltà e perché il Vangelo sia anche in questo nostro tempo seme di vita nuova; e la brezza dello Spirito porti ancora rinnovamento nelle nostre comunità; e il fragrante profumo del pane spezzato, il Corpo di Cristo, possa alimentare ancora la vita di ciascuno.

Mi unisco nella preghiera. Sarò con voi nel mistero della comunione in Dio. E nel ringraziarlo per il suo servizio nella Chiesa di Trieste. Io raccolgo quello che altri hanno seminato, e anzitutto quello che Lei ha seminato”.

(Foto: diocesi di Cremona)

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