I personaggi del racconto della Passione (2). Le donne.

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Un altro personaggio che è presente nel racconto della Passione di Gesù è costituito dal gruppo delle donne, tra le quali spiccano Maria, la madre di Gesù stesso, e Maria di Magdala. Queste donne – lo sappiamo dai Vangeli – hanno accompagnato Gesù nel suo itinerario verso Gerusalemme, lo hanno assistito e lo hanno servito, dimostrando una straordinaria cura nei suoi confronti.

Questo gruppo, sempre presente seppur nell’ombra, a differenza di tutti gli altri personaggi della Passione, rimane coeso, certo scioccato dagli eventi che portano alla morte il Nazareno, ma non per questo si tira indietro. Sotto alla croce, a vedere Gesù spogliato, deriso, sanguinante e inchiodato sulla croce, ci sono loro: queste donne non lo abbandonano. Inoltre una volta morto, depongono Gesù nella tomba di Giuseppe di Arimatea.

Mentre gli apostoli impauriti, spaventati, rimango chiusi, non vogliono avere contatti con l’esterno, e il mattino della Risurrezione, all’alba vanno al sepolcro per completare i riti della sepoltura e lì ricevono l’annuncio inatteso e sorprendente: ‘Colui che hanno visto morto, ora è vivo’. Le donne sono il personaggio più bello di tutto il racconto della Passione. Esse rappresentano e incarnano il coraggio di restare, di non farsi trascinare

dagli eventi; esse non si impauriscono, non si spaventano forse perché, a differenza degli altri personaggi, il loro amore per Gesù è sincero, è autentico: lo hanno amato disinteressatamente. Avrebbero tutto da perdere – il Maestro che hanno servito anche con i loro averi -, eppure sono al posto giusto nel momento giusto. Per questo sono le prime a sapere della Risurrezione. 

Questo tocco femminile che pervade il racconto della Passione è eccezionale: è un invito al coraggio, alla resilienza, a non avere paura. Il loro amore è così forte che in una maniera del tutto straordinaria, come solo le donne sanno fare, hanno la ferma convinzione che il Maestro – il Rabbunì come dirà Maria di Magdala – non le deluderà, le sue parole si realizzeranno.

Esse rappresentano il volto di una Chiesa, radicata nella Parola del Maestro, e per nulla intimorita dalla peripezie della storia: nessuna tempesta, anche la più terribile, la più forte, smentirà le promesse che Gesù ha fatto.

Esse simboleggiano una Chiesa che sa stare nella sofferenza, nel dolore, nell’angoscia, senza lasciarsi travolgere, una Chiesa libera perché sa attendere la luce nelle tenebre.

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