Papa Francesco: la parrocchia è fondamentale per la Chiesa

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Papa Francesco ha ricevuto un gruppo di ragazzi della parrocchia ‘San Giovanni e Passirana’ di Rho, dove è parroco don Michele Di Tolve, che nello scorso anno aveva chiamato, legato da amicizia, mentre erano in un camposcuola con l’invito a Roma, rimarcando l’importanza della parrocchia:

“Oggi siete venuti numerosi, e so che avete fatto anche qualche sacrificio per poterci essere tutti e per non escludere nessuno. Rappresentate tante realtà diverse delle vostre parrocchie e portate con voi, nel cuore, i fratelli e le sorelle che per vari motivi non sono potuti venire, grazie! Raggruppate generazioni, provenienze, servizi e doni differenti e complementari, e questo è bellissimo.

La Chiesa è questo! La Chiesa infatti è un corpo composto di tante membra, tutte al servizio le une delle altre e tutte animate dallo stesso amore: quello di Cristo. E quando la Chiesa non è così, cade nella mondanità, cade nel clericalismo che è una cosa bruttissima. Ricordatevi sempre che è con la bellezza e la ricchezza di questa varietà e di questa comunione che voi portate Gesù al mondo: è questo il mezzo più potente con cui annunciate il Vangelo, prima ancora delle parole!”

Il saluto del papa è stato un invito a camminare nella fratellanza: “Vi esorto a camminare insieme come fratelli e sorelle, perché la fratellanza rende le persone più libere e felici. Il mondo non finisce con noi stessi, per favore! La comunità non si fa davanti allo specchio, io e lo specchio, no! Scopriamo veramente il mondo solo quando camminiamo insieme con gli altri, giorno per giorno”.

Questo si compie nella parrocchia: “Per questo è importante la parrocchia: perché è il luogo in cui, alla sequela di Gesù, ci si incontra, ci si conosce, ci si arricchisce gli uni gli altri, persone di diverse generazioni e diverse condizioni culturali e sociali, tutti con qualcosa di unico da dare e da ricevere. Vediamo nelle nostre città cosa succede quando ci si dimentica di questo: l’orizzonte si restringe e si diventa tutti più soli”.

E ci sono molti modi per camminare nella fratellanza: “Attraverso le attività formative, la Scuola dell’Infanzia, i gruppi, le attività dell’Oratorio, l’attenzione ai poveri e agli ultimi, alle persone anziane e sole, ai fidanzati e alle giovani famiglie, attraverso la banda musicale e le attività sportive, voi preparate il terreno, a volte un po’ arido e duro, per seminare amore e trasformare il territorio in cui vivete in una campagna rigogliosa, ricca dei frutti buoni del Vangelo.

In particolare, amare significa ‘allargare la cerchia’, costruendo unità nella fiducia e nell’accoglienza, lavorando insieme e cercando sempre i punti in comune e le occasioni per fare comunità, piuttosto che i motivi di divisione. Rispettare le differenze”.

Quindi la parrocchia deve essere sempre aperta: “La gente non si stanca di chiedere e di chiamare, e noi non dobbiamo stancarci di aprire le porte e le finestre. Se tu sei prete, è per questo; se tu sei nel circolo della Parrocchia, è per questo: per aprire porte, per aprire finestre, per ricevere sempre con un sorriso. E non dire ‘non è ora’.

Apertura totale: braccia e mani aperte, occhi desiderosi di incontro e carichi di affetto. Questa è la pastorale di una parrocchia. In Parrocchia ciascuno porta anche il proprio fardello, per poterlo condividere con qualcun altro e alleggerirne il peso, ma anche per condividere le cose buone che contiene!”

Ha ribadito poi che il ‘chiacchiericcio’ può distruggere la parrocchia: “Sì, c’è un nemico grande, nelle Parrocchie, come dappertutto: il chiacchiericcio. State attenti, non lasciate entrare il chiacchiericcio. Il chiacchiericcio uccide. E non sparlare gli uni degli altri. Se a te non piace questo, non ti piace questa, mangiati il tuo giudizio, ma non condividerlo per rovinare l’altro”.

E’ stato un invito a proseguire guidati dalla spiritualità di san Carlo Borromeo: “Ci saranno tante difficoltà, ci saranno tante lotte interne, tante invidie, ma insieme bisogna reggere, perché questo non distrugga la bella storia parrocchiale che voi avete.

Andate avanti! Voi anziani, voi adulti trasmettete ai giovani il testimone che a vostra volta avete ricevuto dalle generazioni che vi hanno preceduto; e lo date arricchito del vostro impegno e della vostra testimonianza. E voi giovani, non abbiate paura a parlare con i vecchi!

Vai a parlare, a discutere, vai ad ascoltare i vecchi, perché ti daranno forza, prendendo dalla loro storia, perché tu possa andare avanti, tu che sei giovane adesso. Questo non significa guardare sempre indietro, no. Tu vai dai vecchi, parla, ma guarda avanti, all’orizzonte. E’ importante che i giovani incontrino i vecchi e parlino con i vecchi”.

(Foto: Santa Sede)

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