Papa Francesco: la testimonianza dipende dalla fede professata

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“Oggi si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua. Tornano alla mente le parole di san Francesco d’Assisi: ‘Laudato si’ mi’ Signore per sora acqua, la quale è molto utile et umile et pretiosa et casta’. In queste parole semplici sentiamo la bellezza del creato e la consapevolezza delle sfide che implica il prendersene cura. In questi giorni si svolge a New York la seconda Conferenza dell’Acqua dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Prego per il buon esito dei lavori ed auspico che l’importante evento possa accelerare le iniziative in favore di quanti soffrono la scarsità di acqua, questo bene primario. L’acqua non può essere oggetto di sprechi e di abusi o motivo di guerre, ma va preservata a beneficio nostro e delle generazioni future”.

Con questo appello, al termine dell’udienza generale papa Francesco ha ricordato che oggi è la giornata dedicata all’acqua, invitando a non sprecarla; nel contempo ha chiesto di pregare per la pace in Ucraina, ricordando che sabato prossimo ricorre l’anniversario della consacrazione dei popoli ucraini e russi al Cuore Immacolato di Maria:

“Sabato si celebrerà la Solennità dell’Annunciazione del Signore e il pensiero va al 25 marzo dello scorso anno, quando, in unione con tutti i Vescovi del mondo, si sono consacrate la Chiesa e l’umanità, in particolare la Russia e l’Ucraina, al Cuore Immacolato di Maria. Non stanchiamoci di affidare la causa della pace alla Regina della pace.

Desidero perciò invitare ciascun credente e comunità, specialmente i gruppi di preghiera, a rinnovare ogni 25 marzo l’atto di consacrazione alla Madonna, perché lei, che è Madre, possa custodirci tutti nell’unità e nella pace. E non dimentichiamo, in questi giorni, la martoriata Ucraina, che soffre tanto”.

Mentre nella catechesi il papa ha tracciato il ritratto di una Chiesa evangelizzatrice, come l’esortazione apostolica ‘Evangelii Nutiandi’ di san Paolo VI ha prospettato, definita la ‘Magna Charta’ dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo:

“E’ attuale, è stata scritta nel 1975, ma è come se fosse scritta ieri. L’evangelizzazione è più che una semplice trasmissione dottrinale e morale. E’ prima di tutto testimonianza: non si può evangelizzare senza testimonianza; testimonianza dell’incontro personale con Gesù Cristo, Verbo Incarnato nel quale la salvezza si è compiuta…

La testimonianza di Cristo, dunque, è al tempo stesso il primo mezzo dell’evangelizzazione e condizione essenziale per la sua efficacia, perché sia fruttuoso l’annuncio del Vangelo. Essere testimoni”.

Il papa ha precisato che la testimonianza non può prescindere dalla fede: “Occorre ricordare che la testimonianza comprende anche la fede professata, cioè l’adesione convinta e manifesta a Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, che per amore ci ha creati, ci ha redenti. Una fede che ci trasforma, che trasforma le nostre relazioni, i criteri e i valori che determinano le nostre scelte.

La testimonianza, pertanto, non può prescindere dalla coerenza tra ciò che si crede e ciò che si annuncia e ciò che si vive. Non si è credibili soltanto dicendo una dottrina o un’ideologia, no. Una persona è credibile se ha armonia tra quello che crede e quello che vive. Tanti cristiani soltanto dicono di credere, ma vivono di un’altra cosa, come se non lo fossero. E questa è ipocrisia. Il contrario della testimonianza è l’ipocrisia”.

La testimonianza cristiana si fonda sul battesimo: “In questo senso, la testimonianza di una vita cristiana comporta un cammino di santità, basato sul Battesimo, che ci rende ‘partecipi della natura divina, e perciò realmente santi’.

Una santità che non è riservata a pochi; che è dono di Dio e richiede di essere accolto e fatto fruttificare per noi e per gli altri. Noi scelti e amati da Dio, dobbiamo portare questo amore agli altri. Paolo VI insegna che lo zelo per l’evangelizzazione scaturisce dalla santità, scaturisce dal cuore che è pieno di Dio. Alimentata dalla preghiera e soprattutto dall’amore per l’Eucaristia, l’evangelizzazione a sua volta fa crescere in santità la gente che la compie”.

Quindi l’evangelizzazione è diretta anche agli evangelizzatori: “Per dare questa testimonianza, anche la Chiesa in quanto tale deve cominciare con l’evangelizzare sé stessa. Se la Chiesa non evangelizza sé stessa rimane un pezzo da museo. Invece, quello che la aggiorna continuamente è l’evangelizzazione di sé stessa.

Ha bisogno di ascoltare di continuo ciò che deve credere, le ragioni della sua speranza, il comandamento nuovo dell’amore. La Chiesa, che è un Popolo di Dio immerso nel mondo, e spesso tentato dagli idoli, tanti, ha sempre bisogno di sentir proclamare le opere di Dio.

Ciò vuol dire, in una parola, che essa ha sempre bisogno d’essere evangelizzata, ha bisogno di prendere il Vangelo, pregare e sentire la forza dello Spirito che va cambiando il cuore”.

E’ un invito alla Chiesa ad essere ‘giovane’ attraverso l’evangelizzazione, invitando a leggere l’esortazione apostolica di san Paolo VI: “La Chiesa dev’essere una Chiesa che incontra dialogicamente il mondo contemporaneo, che tesse relazioni fraterne, che genera spazi di incontro, mettendo in atto buone pratiche di ospitalità, di accoglienza, di riconoscimento e integrazione dell’altro e dell’alterità, e che si prende cura della casa comune che è il creato.

Cioè, una Chiesa che incontra dialogicamente il mondo contemporaneo, dialoga con il mondo contemporaneo, ma che incontra ogni giorno il Signore e dialoga con il Signore, e lascia entrare lo Spirito Santo che è il protagonista dell’evangelizzazione. Senza lo Spirito Santo noi potremmo soltanto fare pubblicità della Chiesa, non evangelizzare”.

(Foto: Santa Sede)

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