Sialino: la rappresentazione della Passione sia patrimonio dell’Unesco

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Un evento spirituale tra arte e fede che per venti anni è riuscito a convogliare in contrada Bura di Tolentino, centinaia di figuranti e migliaia di persone che hanno percorso, in silenzio, il tragitto in cui veniva raccontata la sacra storia, che si svolge nel sabato che precede la Settimana Santa, promossa dall’associazione ‘Don Primo Minnoni’, ideatrice della sacra rappresentazione popolare della Passione di Cristo.

Questa storia si ripete e si rinnova già dalla fine degli anni Sessanta quando il parroco don Primo Minnoni, scelse il teatro per proporre la ‘sua’ Passione ai parrocchiani. Dopo un’interruzione di 20 anni nel 2002, i componenti dell’associazione dedicata alla memoria del parroco, decisero di intraprendere questo percorso che ancora oggi è frutto di un intenso impegno volontario, portato avanti dagli abitanti della contrada, che si sono avvalsi nel tempo del prezioso lavoro di professionisti.

Sono stati centinaia i figuranti, guidati dalla maestria della regista Ada Borgiani, a vestire i panni, curati dalla costumista Carla Accoramboni, di donne e uomini che hanno accompagnato le ultime ore di vita di Gesù. Migliaia gli spettatori giunti da ogni parte della regione che si sono lasciati coinvolgere dalla unicità di questa Sacra Rappresentazione, resa speciale anche grazie alle voci, su tutte quella del narratore, Saverio Marconi.

All’incontro era presente anche Flavio Sialino, presidente nazionale dell’associazione ‘Europassione per l’Italia’: “In Italia ci sono circa 3.000 rappresentazioni della Passione di Cristo e che circa una quarantina aderiscono alla rete di ‘Europassione per l’Italia’, associazione nata allo scopo di catalogare, valorizzare, salvaguardare le tradizioni delle manifestazioni pasquali in Italia anche attraverso una adeguata ricerca storica, promuovendo rapporti di amicizia e di solidarietà tra gli associati”.

Il presidente nazionale ha raccontato in cosa consiste l’associazione: “Europassione è un’associazione nata nel 2004, che oggi raggruppa 40 associazioni di quasi tutte le regioni italiane, che hanno come comune denominatore la rappresentazione della Passione di Cristo: associazioni culturali, pro loco, confraternite o parrocchie. Insomma tutti quei soggetti che sono animati dalla passione per questa sacra rappresentazione e vogliono valorizzare, sotto il profilo culturale oltreché di fede, le ‘Passioni’ nelle proprie comunità”.

Cosa è una rappresentazione della Passione di Cristo nel tempo attuale?

“Le ‘Passioni di Cristo’ possono essere interpretate in molti modi: chi ha fede si accosta a questa manifestazione con animo religioso; però molte persone si accostano a questa rappresentazione, perché vogliono fare solo teatro o vogliono approfondire il messaggio cristiano, che è incentrato sull’amore: amatevi gli uni e gli altri”.

Cosa vuol dire che la rappresentazione della Passione di Cristo è un bene immateriale?

“Vuol dire che le tradizioni che da secoli sono presenti nel nostro territorio devono essere salvaguardate, perché rappresentano lo spirito della comunità e la fede in Cristo”.

A livello europeo come è sviluppata l’organizzazione?

“A livello europeo c’è un network composto da 16 nazioni europee, composto da 90 associazioni che fanno le Sacre Rappresentazioni, trovandosi nelle città ospitanti, ed insieme condividono e rafforzano i legami”.

A quale punto è il riconoscimento del patrimonio culturale della  Sacra Rappresentazione da parte dell’Unesco?

“C’è ancora un po’ di lavoro da fare, però siamo a buon punto: la parte documentale è quasi completata; adesso tocca alla struttura riuscire a trovare il momento giusto e gli spazi opportuni per la presentazione. Tale progetto è italiano ed inizia nel 2013 con il proposito di promuovere, salvaguardare e trasmettere le Sacre rappresentazioni della Settimana Santa italiana alle generazioni future”.  

A livello artistico quale valore culturale ha la Sacra Rappresentazione?

“La Sacra Rappresentazione è vista come elemento della tradizione o come elemento di folclore. Uno dei nostri obiettivi è quello della loro valorizzazione sotto il profilo culturale. Quindi evidenziare i valori che la Passione di Cristo promuove e stimola tutto l’anno sotto ogni profilo, attraverso quindi gli strumenti della cultura: workshop, convegni, mostre, pittura, musica e poesia”.

Perché le sacre rappresentazioni in Italia sono ritornate ‘popolari’?

“Sono ritornate ‘popolari’ perché sanno valorizzare il lavoro delle comunità e del volontariato; riprendendo i lavori che stanno scomparendo. Quindi le sacre rappresentazioni li valorizzano, perché le scenografie ed i costumi sono fatti dalle persone del luogo”.

Allora in quale modo è possibile coinvolgere i giovani?

“Questo è un problema, perché i giovani hanno meno sollecitazioni; e quelle sollecitazioni provengono dai social. Credo che quello che stiamo facendo è pregnante dal punto di vista valoriale e credo che i giovani si avvicineranno se noi saremmo in grado di lasciar loro lo spazio, non soltanto per il lavoro, ma anche per una gestione della rappresentazione. Su questa strada troveremo la disponibilità dei giovani”.

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