Papa Francesco istituisce un Comitato di Sicurezza Finanziaria

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La Santa Sede puntella il suo sistema finanziario. Con un Motu Proprio, Papa Francesco ha stabilito un “Comitato per la Sicurezza Finanziaria”. Sette membri, che comprendono rappresentanti di tutte le istituzioni coinvolte nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, dalla Segreteria di Stato all’Autorità di Informazione Finanziaria, passando per il promotore di giustizia e il direttore dei servizi di sicurezza. Il Motu Proprio di Papa Francesco va anche oltre: dà all’Autorità di Informazione Finanziaria vaticana la funzione di vigilanza prudenziale degli enti che svolgono professionalmente un’attività di natura finanziaria; e si estende l’applicazione delle leggi vaticane in materia ai Dicasteri della Curia Romana ed agli altri organismi ed enti dipendenti dalla Santa Sede, nonché alle organizzazioni senza scopo di lucro aventi personalità giuridica canonica e sede nello Stato della Città del Vaticano.

Sono i passaggi necessari perché la Santa Sede/Stato di Città del Vaticano costruisca un sistema finanziario trasparente e riconosciuto a livello internazionale. Papa Francesco raccoglie l’eredità di una riforma che era già iniziata sotto Benedetto XVI, e la porta avanti seguendo quelle linee guida. Se l’estensione delle leggi vaticane a tutti gli enti vaticani è quasi una “prassi” (è stato fatto per il nuovo codice penale, ed è stato fatto anche quando fu promulgata la legge antiriciclaggio vaticana nel 2010), il percorso della Santa Sede verso un sistema finanziario trasparente e peculiare non è assolutamente da trascurare.

Dopo la valutazione generalmente positiva di MONEYVAL alla plenaria del luglio 2012, c’erano ancora degli aspetti da migliorare. La Santa Sede sembra qui rispondere alle richieste andando a creare un vero e proprio sistema di controllo finanziario.

Guardiamo la composizione del Comitato di Sicurezza Finanziaria: il presidente è l’Assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, incarico al momento occupato da Peter Brian Wells; segretario è il Direttore dell’Autorità di Informazione Finanziaria, in questo momento René Bruelhart; e poi siedono nel comitato il sottosegretario per i Rapporti con gli Stati (Antoine Camilleri), il segretario per la Prefettura degli Affari economici (Lucio Angel Vallejo Balda); il vicesegretario generale del governatorato (monsignor Corbellini); il promotore di Giustizia presso il Tribunale dello Stato di Città del Vaticano (Nicola Picardi) e il direttore dei Servizi di Sicurezza e di Protezione Civile del governatorato dello Stato di Città del Vaticano (Domenico Giani); il promotore di Giustizia del tribunale di Città del Vaticano.

Il comitato rappresenta dunque la Segreteria di Stato, il Governatorato, l’Autorità di Informazione Finanziaria e gli organi esecutivi e giudiziari del Vaticano, che così hanno un organismo di coordinamento. È il tratto conclusivo di un percorso iniziato con la riforma della prima legge antiriciclaggio, che aveva portato a un maggiore equilibrio dei poteri per un miglior controllo dei movimenti finanziari in Vaticano.

La commissione di sicurezza si riunisce ogni quattro mesi. Queste le sue funzioni, come definite dal Motu Proprio: stabilisce criteri e modalità per l’elaborazione della valutazione generale dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo e della proliferazione di armi di distruzione di massa; approva la valutazione generale dei rischi e il suo regolare aggiornamento; individua le misure occorrenti per la gestione ed il contenimento dei rischi; coordina l’adozione ed il regolare aggiornamento di politiche e procedure per la prevenzione ed il contrasto del riciclaggio, del finanziamento del terrorismo e della proliferazione di armi di distruzione di massa; promuove l’attiva collaborazione e lo scambio di informazioni tra le Autorità competenti della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano; assicura agli organismi interessati un’informazione appropriata sui rischi rilevati; adotta procedure e linee guida interne; chiede informazioni alle Autorità ed agli enti che operano nell’ambito della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano; domanda studi e pareri ad esperti esterni.

Da notare è poi la funzione di vigilanza prudenziale, la cui mancanza era stata fatta notare da MONEYVAL nel rapporto dello scorso luglio. La “vigilanza prudenziale” (un modo di tradurre il termine di ‘prudential supervision’ usato nel gergo bancario), ed è un principio introdotto negli anni Ottanta negli atti del Comitato di Basilea. L’idea della vigilanza prudenziale si basa sul principio che il conformarsi a un certo standard di capitale e a certi coefficienti di bilancio può diminuire il rischio e i costi di insolvenza. In pratica, da oggi in poi l’Aif potrà valutare se il tipo di investimento/operazione finanziaria operata da un ente della Santa Sede abbia agito in maniera “prudente”, cioè in modo da essere sempre solvibile.

Sembra nascere così il sistema finanziario della Santa Sede, che sarà discusso alla plenaria di MONEYVAL – il comitato del consiglio d’Europa che valuta l’aderenza agli standard internazionali di trasparenza finanziaria dei Paesi membri – il prossimo dicembre. Lì la Santa Sede dovrà riferire sui progressi svolti nel migliorare e adeguare il suo sistema finanziario agli standard internazionali. Il report della Santa Sede sarà – per decisione e richiesta vaticana – su una serie di punti più ampia di quella generalmente prevista dalle procedure standard. All’orizzonte, sembra esserci una riforma profonda in atto.

E intanto, da oggi è on line anche il sito dell’Autorità di Informazione Finanziaria.  E’ simile al sito dello IOR: vi si trova il rapporto annuale e i principali aggiornamenti sulle attività dell’Autorità.

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