Papa Francesco ai Giuseppini: siate apostoli

Condividi su...

Papa Francesco ha ricevuto oggi in Vaticano i membri della Congregazione di San Giuseppe (Giuseppini del Murialdo) in occasione del 150 anniversario di fondazione. Ieri i partecipanti hanno raggiunto il Pontificio Oratorio san Paolo, dove Nunzia Boccia e Maria José hanno affrontato il tema della consonanza tra il Magistero di Francesco e il Carisma del Murialdo, mettendo in luce tutta l’attualità della nostra spiritualità educativa, centrata sulla misericordia.

Oggi papa Francesco li ha ricevuti in udienza ricordando l’idea fondativa di san Giuseppe Murialdo: “Ci incontriamo nel 150° anniversario di fondazione della vostra Congregazione. Infatti, il diciannove marzo 1873 San Leonardo Murialdo fondava la Pia Società Torinese di San Giuseppe per la cura e la formazione soprattutto dei giovani operai. A me fa pensare tanto questo tempo, lì, nel ‘fuoco’, nel centro della massoneria, a Torino, nel Piemonte, tanti santi, tanti!

E dobbiamo studiare perché, perché in quel momento. E proprio nel centro della massoneria e dei ‘mangiapreti’, i santi, e tanti, non uno, tanti. Dunque ha fondato a Torino, in questo contesto duro, segnato da tanta povertà morale, culturale ed economica, di fronte alla quale non è rimasto indifferente: ha raccolto la sfida e si è messo al lavoro, in mezzo alla massoneria”.

Stando nella società è nata la congregazione: “Così è nata una realtà che nel corso di un secolo e mezzo si è arricchita di persone, di opere, di esperienze culturali diverse, e soprattutto di tanto amore. Una realtà composta oggi da circa cinquecento religiosi (sono pochi, dovete crescere un po’!) e, inoltre, dalle suore Murialdine di San Giuseppe (alle quali pure facciamo gli auguri, nel 70^ anniversario della loro fondazione), dall’Istituto secolare e da parecchi laici, tutti uniti in un’unica Famiglia. Tanto è cresciuto il seme posto da Dio nella Chiesa per mezzo delle mani generose di San Leonardo Murialdo!”

Riprendendo la lettera scritta nello scorso anno per l’apertura giubilare, il papa ha sottolineato oggi tre ‘aspetti’ dell’amore di Dio: “L’esperienza dell’amore di Dio ha segnato profondamente la vita di San Leonardo. Lo sentiva in sé forte, concreto, irresistibile, come lui stesso testimonia… Ed invitava i fratelli a lasciarsi prima di tutto amare da Dio.

Lasciarsi amare da Dio: questo è stato il segreto della sua vita e del suo apostolato. Non solo amare, no, lasciarsi amare. Quella passività della vita consacrata, che cresce nel silenzio, nella preghiera, nella carità e nel servizio. E l’invito vale anche per noi: lasciamoci amare da Dio per essere testimoni credibili del suo amore; lasciamo che sia sempre più il suo amore a guidare i nostri affetti, pensieri e azioni. Non le regole, non le disposizioni”.

E proprio la mistica ha reso attento alla realtà san Murialdo: “San Leonardo Murialdo era certamente un uomo profondamente mistico. Proprio questo, però, lo ha reso anche molto attento e sensibile ai bisogni degli uomini e delle donne del suo tempo, di cui è stato un osservatore acuto e un profeta coraggioso.

Ha saputo accorgersi dell’esistenza, attorno a sé, di disagi nuovi, gravi e spesso nascosti, e non ha esitato a prendersene cura. Ha insegnato in particolare ai giovani lavoratori a progettare il loro futuro, a far sentire la loro voce e ad aiutarsi a vicenda”.

Così ha vissuta la profezia della Chiesa: “Si è fatto portavoce della parola profetica della Chiesa in un mondo dominato da interessi economici e di potere, dando voce ai più emarginati. Ha saputo poi cogliere il valore del laicato nella vita e nell’apostolato del Popolo di Dio.

Nella seconda metà dell’ ‘800, un secolo prima del Vaticano II, diceva: ‘Il laico, di qualsiasi ceto sociale, può essere… un apostolo non meno del prete e, per alcuni ambienti, più del prete’. Per quell’epoca questo suona protestantesimo. Era coraggioso! Era un uomo di Dio intelligente, aperto!

Vi invito a coltivare la sua stessa passione e il suo stesso coraggio: insieme, laici, religiosi e religiose, su strade condivise di preghiera, di discernimento e di lavoro, per essere artigiani di giustizia e di comunione”.

Per questo il carisma di san Murialdo era la dolcezza paterna della carità: “Possiate ricercarla e viverla tra voi, con spirito di fraternità, ed esercitarla nei confronti di tutti. Essere come Maria nostra Madre: allo stesso tempo forti nella testimonianza e dolci nell’amore.

San Leonardo diceva: ‘La carità è guardare e dire il bello di ognuno, perdonare di cuore, avere serenità di volto, affabilità, dolcezza’. E per fare questo bisogna saper portare la croce. Ci vuole preghiera, ci vuole sacrificio. E ancora: ‘Come senza fede non si piace a Dio, così senza dolcezza non si piace al prossimo’. Sono parole sue: un semplice e potente programma di vita e di apostolato”.

(Foto: Santa Sede)

Free Webcam Girls
151.11.48.50