Il diritto di non abortire. Lo Stato dia alle donne alternative concrete all’aborto

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 14.03.2023 – Vik van Brantegem] – Pro Vita & Famiglia Onlus sta chiedendo al Governo Meloni di dare alternative concrete alle donne che non vorrebbero abortire, ma che si sentono costrette a farlo per carenza di sostegni sociali, economici, morali e psicologici. Queste donne hanno il diritto di essere aiutate e di non essere abbandonate. Migliaia di aborti ogni anno possono essere facilmente evitati. Con questo obiettivo, Pro Vita & Famiglia ha lanciato una petizione – che ha già ottenuto 15.800 firme – per difendere il diritto delle donne di non essere costrette ad abortire per cause socio-economiche [QUI].

Contemporaneamente, Pro Vita & Famiglia Onlus la lanciato una campagna di affissioni con l’obiettivo principale di fare in modo che non una sola donna in Italia si senta costretta a uccidere il figlio che porta in grembo perché priva di mezzi sociali o economici per darlo alla luce e farlo crescere dignitosamente. Poi, le affissioni sono state prese di mira dai collettivi femministi e di estrema sinistra con degli attacchi vandalici. Vogliono tappare la bocca e impedire di sensibilizzare l’opinione pubblica perché sanno che in questo modo si può cambiare la mente e i cuori dei cittadini sul tema dell’aborto e facilitare la strada per l’abrogazione della Legge 194.

L’aborto è un male assoluto. Se si parte dal presupposto della dignità intrinseca della vita e della persona umana, non esiste un solo argomento valido a giustificare la soppressione di quella vita e l’uccisione di quella persona. Per questo Pro Vita & Famiglia si batte per il Diritto Universale a Nascere e la conseguente abrogazione della Legge 194 che nel 1978 ha legalizzato l’aborto in Italia.

E mentre batte per creare le condizioni culturali, sociali e politiche per raggiungere questo obiettivo, Pro Vita & Famiglia vorrebbe intanto salvare (almeno) le vite di quei bimbi le cui madri NON vorrebbero abortire, ma si sentono costrette a farlo a causa di condizioni di disagio sociale, economico, relazionale o psicologico. Sì, perché di fronte a una gravidanza inaspettata o complicata, migliaia di donne in Italia sono oggi indotte e spesso costrette ad abortire perché prive di aiuti sociali, economici, psicologici e morali, o perché vittime di pressioni da parte di partner o familiari. Migliaia di donne potrebbero evitare questo calvario, e altrettante vite umane innocenti potrebbero essere salvate, se lo Stato prevedesse fondi e piani di sostegno speciale alla natalità e alla maternità come reale alternativa all’aborto. Come si può parlare di “autodeterminazione” o “libertà di scelta” quando si viene messi davanti a una sola opzione, senza nemmeno una corretta informazione sui rischi per la salute della donna stessa? Quante mamme non abortirebbero e quante vite verrebbero alla luce se queste donne non fossero lasciate sole e prive di aiuto?

Stiamo parlando di migliaia di aborti ogni anno che potrebbero essere evitati se lo Stato realizzasse specifici piani di sostegno alla maternità e alla natalità. In campagna elettorale Giorgia Meloni ha avuto il grande merito di accendere un faro su questo dramma, affermando che “se oggi ci sono delle donne che si trovano costrette ad abortire, per esempio perché non hanno soldi per crescere quel bambino, o perché si sentono sole, voglio dare loro la possibilità di fare una scelta diversa”. Per questo ha inserito nel programma elettorale la “istituzione di un fondo per aiutare le donne sole e in difficoltà economica a portare a termine la gravidanza”. È il momento di realizzarlo! Serve un piano nazionale per la tutela sociale della maternità, affinché nessuna donna sia più costretta ad abortire per solitudine sociale o povertà economica.

Firma questa petizione per chiedere al Presidente Meloni di trasformare la coraggiosa promessa elettorale in una coraggiosa realtà di governo, impedendo che anche una sola donna in Italia sia di fatto costretta ad abortire per povertà, precarietà, solitudine o pressioni sociali [QUI].

Per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana su questo tema, Pro Vita & Famiglia Onlus ha avviato una grande campagna di affissioni stradali in molte città italiane, da nord a sud e nelle isole. Ecco i manifesti che sono stati diffusi.

Purtroppo, nonostante Pro Vita & Famiglia chiedesse soltanto di aiutare le donne che non vogliono abortire ad avere alternative concrete, la furia ideologica femminista si è scatenata anche su questa campagna, sfociando in spedizioni punitive per strappare e vandalizzare i nostri manifesti e impedire ai cittadini di essere informati su questo fenomeno. #RestiamoLiberi

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