Aldo Pallotti racconta la scuola di Mario Lodi

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“Vorrei la scuola senza pagelle e con tante cordiali chiacchierate coi genitori, perché, alla fine, invece di una bella pagella, si abbia un bel ragazzo, cioè un ragazzo libero, sincero, migliore comunque”: questo è uno dei molti aforismi del maestro Mario Lodi, di cui nello scorso mese si sono chiuse le celebrazioni della nascita, avvenuta il 17 febbraio 1922, con una mostra a Roma intitolata ‘La scuola di Mario Lodi’.

Nel 1948 è nominato maestro di ruolo a San Giovanni in Croce, dove scopre le capacità creative dei bambini e la sua incapacità di maestro. Incontra i maestri del ‘Movimento di Cooperazione Educativa’, grazie a loro conosce il metodo e le tecniche Freinet che cambiano il suo modo di fare scuola. Partecipa al Movimento per tutta la vita e ne diventa presidente onorario negli ultimi anni.

Nel 1956 è trasferito alla scuola elementare di Vho di Piadena, suo paese natale dove insegna per 22 anni, fino alla pensione. Nell’estate del 1963 si reca a Barbiana dove incontra don Lorenzo Milani ed i suoi ragazzi. Dal 1970, per 10 anni, dirige la Biblioteca di Lavoro che produce 127 libretti. Nel 1983 nasce A&B (poi Il giornale dei bambini), un giornale interamente scritto e illustrato dai bambini. Oltre all’insegnamento scrive molti libri, tra cui ‘Cipì’ (1961), ‘C’è speranza se questo 

accade al Vho’ (1963), ‘Il paese sbagliato’ (1971), ‘Il presepio del pastore’ (1971), ‘Gesù oggi’ (1974), ‘Insieme’ (1974), ‘Il mondo’ (1979). Crea anche la ‘Casa delle arti e del gioco’ con lo scopo di ‘promuovere la formazione degli insegnanti e dei cittadini che si dedicano all’educazione democratica fondata sui valori della “costituzione italiana’ e ‘valorizzare e sviluppare le capacità espressive, creative, e logiche dei bambini e degli adulti’.

All’amico e collaboratore di Mario Lodi, Aldo Pallotti, socio dell’associazione culturale ‘Casa delle Arti e del Gioco’ e membro del comitato scientifico per il Centenario di Mario Lodi, chiediamo di raccontarci la sua scuola: “La scuola di Mario Lodi è una ‘scuola bella’, attiva, attenta ai bambini e alle loro istanze formative. E’ una scuola democratica, che offre agli scolari la possibilità di esprimere con ogni mezzo espressivo il loro pensiero.

E’ una scuola che, attraverso situazioni di vera ricerca, permette ai bambini di essere protagonisti del loro processo di crescita e di costruire insieme conoscenze e competenze. E’ una scuola che vuole essere una ‘seconda casa’, dove sono tutelati i diritti di ognuno, ma dove ognuno si assume doveri e responsabilità e impara a conoscere e a rispettare sinceramente e profondamente gli altri”.

Perché c’è speranza se questo accadde al Vho?

“Perché se in scuole piccole e con pochi mezzi come quelle di San Giovanni in Croce e del Vho di Piadena, in cui il maestro Lodi ha insegnato dal 1948 al 1978, si riesce ad arrivare a livelli formativi così alti, c’è la fondata speranza che in ogni parte di Italia si riesca ad offrire a tutti i bambini proposte educative valide, coinvolgenti e significative dal punto di vista pedagogico, metodologico e didattico”.

Quale è il compito del maestro?

“Il maestro è una guida autorevole, preparata professionalmente e impegnata in un continuo autoaggiornamento, che crede nei bambini come i veri protagonisti del rinnovamento scolastico. E’ sempre attento ai suoi scolari e alla cultura che ognuno di loro porta in classe, è disponibile ad ascoltare, sa stimolare, guidare e coordinare le osservazioni, i momenti di analisi e di riflessione, i percorsi di ricerca”.

Quale è stato il contributo di Mario Lodi al rinnovamento della scuola italiana?

“Oggi in molte università si studiano i testi di Mario Lodi, in particolare i diari didattici ‘C’è speranza se questo accade al Vho’ ed ‘Il paese sbagliato’, divenuti nel tempo due punti di riferimento imprescindibili per chi ritiene che la scuola debba trasmettere una solida cultura democratica educando a pace, giustizia e uguaglianza. In ambito universitario si assegnano tesi relative al suo pensiero pedagogico e alla sua straordinaria esperienza scolastica.

Mario Lodi era un intellettuale, maestro, formatore di insegnanti, protagonista del rinnovamento pedagogico in chiave democratica della scuola italiana negli anni Sessanta e Settanta, esponente di rilievo del Movimento di Cooperazione Educativa.

E’ stato anche uno dei più importanti autori di libri per bambini e ragazzi del secondo Novecento: il suo ‘Cipì’, pubblicato per la prima volta nel 1961, è considerato un classico, tradotto in molte lingue e stampato ancora oggi con successo da Einaudi Ragazzi”.

In quale modo Mario Lodi educava i bambini al consumo ed alla cooperazione?

“Mario, nella sua lunga esperienza di educatore, ha sempre cercato di proporre la cooperazione come uno dei valori più importanti da proporre ai ragazzi e da realizzare nella classe, per educare alla vita insieme.

Nelle sue classi la cassa scolastica era amministrata, a turno, da gruppi di bambini che davano periodicamente un rendiconto al resto della classe; anche il giornalino scolastico, pubblicato con cadenza quasi quotidiana, era gestito da un gruppo di redazione formato da scolari.

Mario affermava che ‘i bambini ricevono dagli adulti un mondo rovinato dall’egoismo, pieno di violenze e di ingiustizie. Ma riusciranno a trasformarlo in un mondo nuovo, pulito e pacifico se impareranno a cooperare, cioè a lavorare insieme per il bene di tutti’”.

In quale modo Mario Lodi raccontava Gesù ai bambini?

“In classe si leggeva insieme, sistematicamente, il Vangelo (in particolare quello di Matteo, perché ritenuto il primo) ‘alla ricerca del vero significato di ogni parola e di ogni atto del Signore’, come ci spiega Mario nella premessa del suo libro ‘Gesù oggi’. In particolare la lettura del Vangelo portava ad un processo di attualizzazione, cioè a pensare e a discutere a come Gesù avrebbe affrontato i problemi etici e sociali presenti nel mondo contemporaneo”.

Perché ha creato la ‘Casa delle arti e del Gioco’?

“L’assegnazione nel 1989 del Premio Lego, prestigioso riconoscimento a livello europeo attribuito a Lodi ‘per la dedizione ai bambini, per l’attenzione alle loro personali abilità, per aver promosso la pubblicazioni di libri scritti e illustrati dai bambini stessi, per l’impegno nella realizzazione di un giornale specifico per i bambini italiani’, ha portato la disponibilità di una somma di denaro.

Mario, dopo esserci consultato con i più stretti collaboratori, ha deciso di utilizzarla per realizzare qualcosa di permanente. Ha fondato e diretto, fino agli ultimi giorni, un centro studi sulla cultura del bambino, ristrutturando una vecchia stalla in una cascina del Cremonese, dove organizzare incontri con le classi, corsi di formazione per insegnanti, convegni su temi educativi e gruppi di studio e di ricerca. Oggi l’Associazione culturale ‘Casa delle Arti e del Gioco-Mario Lodi’, diretta dalla figlia Cosetta, continua il proprio percorso sulla strada segnata dal Maestro”.

(Foto: Casa delle arti e del gioco)

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