Sulle accuse a Karol Wojtyła in Polonia
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 09.03.2023 – Vik van Brantegem] – Ciclicamente viene rilanciata la calunnia che Karol Wojtyła, prima di diventare Papa Giovanni Paolo II, avrebbe coperto gli abusi sessuali del clero mentre era Arcivescovo di Cracovia. Perciò, l’anno scorso ho pubblicato un dossier esaustivo sul caso, composto da cinque articoli, che oggi ripropongo, di fronte alla campagna che di nuovo è esplosa con grande clamore (tanto fumo e niente sostanza), seguito da un articolo dell’amico e collega Aldo Maria Valli, pubblicato ieri sul suo blog Duc in altum, che fa anche riferimento a questo dossier.
- La Conferenza Episcopale Polacca pubblica la “Posizione sulle attività di Giovanni Paolo II circa i reati sessuali con minori” – 19 novembre 2022 [QUI]
- Giovanni Paolo II contro la pedofilia – Parte 1 – Le accuse sul operato del Cardinal Wojtyła antistoriche, non obiettive e interessate – 6 dicembre 2022 [QUI]
- Giovanni Paolo II contro la pedofilia – Parte 2 – Prof. Buttiglione sulla pedofilia nella Chiesa: non strumentalizziamo la storia – 7 dicembre 2022 [QUI]
- Giovanni Paolo II contro la pedofilia – Parte 3 – Mons. Oder: accusare Giovanni Paolo II di aver nascosto la pedofilia sotto il tappeto contraddice i fatti – 8 dicembre 2022 [QUI]
- Giovanni Paolo II contro la pedofilia – Parte 4 – Padre Żak chiede una discussione seria sulle azioni di Giovanni Paolo II – 9 dicembre 2022 [QUI]
Sulle accuse a Karol Wojtyła in Polonia
di Aldo Maria Valli
Duc in altum, 8 marzo 2023
Il dibattito su come Karol Wojtyła, prima di diventare Papa Giovanni Paolo II, gestì i casi di abusi commessi da chierici è tornato in primo piano sui giornali internazionali. I notiziari hanno riportato nei giorni scorsi le affermazioni contenute in un documentario trasmesso in Polonia il 4 marzo, e alcuni titoli sembrano presentare le conclusioni del programma come fatti indubitabili.
Il documentario è stato trasmesso da TVN, canale noto per la sua posizione critica nei confronti del partito al potere in Polonia, Diritto e Giustizia (in polacco Prawo i Sprawiedliwość). L’autore è Marcin Gutowski, che in precedenza aveva firmato un documentario nel quale accusava il Cardinale Stanisław Dziwisz, per lunghi anni Segretario del papa polacco, di aver gestito male i casi di abuso.
Nel nuovo documentario, intitolato Franciszkańska 3 (l’indirizzo del Palazzo vescovile di Cracovia), Gutowski accusa Wojtyła di aver trasferito i preti abusatori in altre diocesi, anche in Austria, durante il suo incarico come Arcivescovo di Cracovia, dal 1964 al 1978.
Secondo il programma, Gutowski ha lavorato per due anni e mezzo per stabilire cosa sapesse l’allora Karol Wojtyła — canonizzato nel 2014 — sui casi di abusi nell’arcidiocesi di Cracovia. Il giornalista ha parlato con i sopravvissuti agli abusi, con i loro parenti e con ex dipendenti della diocesi. Inoltre ha esaminato alcuni documenti della Chiesa che è riuscito a ottenere e gli archivi della polizia segreta dell’era comunista. Ma non gli è stato concesso l’accesso agli archivi ufficiali dell’arcidiocesi di Cracovia.
Gutowski presenta le sue scoperte come definitive dicendo: “Spero che questo rapporto metta fine alla discussione e al festival dell’offuscamento della realtà, fingendo che Giovanni Paolo II potesse non sapere. Dopo questa produzione, non avremo più alcun dubbio: egli sapeva, e molto prima che diventasse papa. Ora, per dirla senza mezzi termini, la palla è nel campo della Chiesa”.
Tuttavia, altre persone che hanno studiato il comportamento del futuro Giovanni Paolo II durante il suo servizio a Cracovia sono giunte a conclusioni diverse. Tomasz Krzyżak, giornalista del quotidiano polacco Rzeczpospolita che ha indagato sulle risposte dell’arcivescovo Wojtyła ai casi di due responsabili di abusi (Padre Eugeniusz Surgent e Padre Józef Loranca) ha detto il mese scorso: “La mia conclusione è che non possiamo affermare che il Cardinale Wojtyła abbia coperto i casi di abusi”.
Il documentario Szklany dom (La casa di vetro), trasmesso l’anno scorso sul canale televisivo polacco TVP, ha tratto una conclusione simile, e altri commentatori hanno evidenziato l’inattendibilità dei documenti prodotti dalla polizia segreta comunista impegnata in una guerra occulta contro la Chiesa.
Il contesto politico in cui si manifestano queste letture diverse è carico di tensione. Giovanni Paolo II ha contribuito a plasmare il destino post-comunista della nazione. La sua eredità è quindi al centro di polemiche fra chi ritiene che il paese debba mantenere le sue tradizioni cattoliche e chi invece è a favore dell’adesione totale alla modernità occidentale di tipo laicista.
Mentre il confronto è in pieno svolgimento, la riluttanza dei vescovi polacchi ad aprire gli archivi della Chiesa sembra favorire la contrapposizione.
Un testimone anonimo, che ha riferito a Gutowski di aver denunciato al Cardinale Wojtyła gli abusi subiti ad opera di un sacerdote nel 1973, durante il documentario dice: “Wojtyła volle prima accertarsi che fosse tutto vero. Mi chiese di non dire niente ad altri e mi assicurò che se ne sarebbe occupato lui”.
In Polonia è in uscita un libro, con accuse simili a quelle contenute nel reportage di Gutowski, nato da un’inchiesta del giornalista dei Paesi Bassi Ekke Overbeek e intitolato Maxima Culpa. Giovanni Paolo II sapeva. Overbeek ha già pubblicato alcune parti della sua inchiesta nel giornale Trouw.
A proposito di questi articoli, Vik van Brantegem ha commentato: “Assistiamo sempre di più a tentativi di minare l’autorità di San Giovanni Paolo II, una sorta di “de-santificazione” per mezzo stampa. L’arma che viene usata più spesso, è l’accusa che Giovanni Paolo II non abbia fatto quasi nulla per prevenire gli abusi sessuali su minori o persone vulnerabili nella Chiesa e abbia cercato di insabbiare il problema con una congiura del silenzio. Nel frattempo, è un fatto indiscutibile che Giovanni Paolo II sia stato un Papa che ha intrapreso una lotta decisiva contro i casi di pedofilia e di abusi sessuali, e che ha introdotto standard ecclesiali radicali per affrontare questo tipo di crimini nella Chiesa, sottolineando che “nel sacerdozio e nella vita religiosa c’è non c’è posto per chi farebbe del male ai giovani”. Ha iniziato il processo di purificazione della Chiesa, che è molto importante, è proseguito dopo e continua ancora oggi”.
Continua van Brantegem: “Per questo sorte di giornalismo, a niente è servito la pubblicazione della Posizione sulle attività di Giovanni Paolo II circa i reati sessuali con minori a cura del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Polacca, che fu pubblicata il 18 novembre 2022 e che abbiamo riportato integralmente il giorno successivo, nella traduzione italiana [QUI], che si conclude così: «È incontestabile il fatto che Giovanni Paolo II sia stato un Papa che, in linea con le conoscenze acquisite, abbia ingaggiato una lotta determinata contro i casi di abuso sessuale sui minori ad opera di alcuni sacerdoti e abbia introdotto norme obbligatorie per tutte le Chiese per fare i conti con questo tipo di crimini»”.