Venti anni di ‘Giardino dei Giusti’

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Il 10 maggio 2012 i deputati di Strasburgo hanno accolto l’appello di Gariwo, sottoscritto da numerosi cittadini ed esponenti del mondo della cultura, istituendo la Giornata europea dei Giusti il 6 marzo, data della scomparsa dell’artefice del Viale dei Giusti Moshe Bejski:

“A partire dalla definizione di Yad Vashem, abbiamo esteso il concetto di Giusto sino a includere quanti, in ogni parte del mondo, hanno salvato vite umane in tutti i genocidi e difeso la dignità umana durante i totalitarismi. Dal 7 dicembre 2017 la Giornata dei Giusti è solennità civile in Italia: ogni anno il 6 marzo celebriamo l’esempio dei Giusti del passato e del presente per diffondere i valori della responsabilità, della tolleranza, della solidarietà”.

Nel 1933, il giornalista gallese Gareth Jones (1905-1935), che fu casualmente il primo corrispondente estero a volare a fianco di Adolf Hitler su un aereo diretto a un raduno nazista a Francoforte, scrisse questa corrispondenza: “Se questo aereo cadesse, la storia dell’Europa cambierebbe. Perché a pochi metri da me è seduto Adolf Hitler, cancelliere tedesco e leader del risveglio nazionalista più vulcanico che il mondo abbia mai conosciuto. Come ha fatto quest’uomo dall’aspetto così ordinario a farsi prendere per un dio da 14.000.000 di persone?”

Inoltre fu soprattutto il primo a denunciare e a dire la verità sull’Holodomor, lo sterminio per fame e fucilazioni di milioni di ucraini che, tra il 1932 e il 1933, si opponevano alla collettivazione delle campagne voluta da Stalin e dal regime sovietico. Nella primavera del 1933, scendendo da un treno diretto verso remote regioni dell’URSS, a una fermata non in programma, Gareth fece perdere le proprie tracce per tre giorni e visitò i villaggi ucraini devastati dalla mancanza di cibo, a causa delle scorte confiscate dagli agenti sovietici, e scrisse numerosi articoli e reportage pubblicati dal ‘Manchester Guardian’ e dal ‘New York Evening Post’. Per questo Gareth Jones è stato onorato assieme ad altri nel Giardino dei Giusti, sul Monte Stella, a Milano.

In occasione della cerimonia Francesco M. Cataluccio, scrittore e responsabile editoriale della Fondazione Gariwo, ha ricordato chi è il ‘Giusto’: “I Giusti dell’Umanità sono tutti coloro che si sono sacrificati (spesso perdendo la vita) per salvare altre persone perseguitate o hanno lottato per la vita, la libertà, la dignità e l’uguaglianza.

Non sono né degli eroi né dei santi. Spesso anzi sono persone non certo encomiabili (come il tedesco Oskar Schindler che salvò molti ebrei con la sua famosa Lista, al quale Steven Spielberg, nel 1993, dedicò un famoso film), che però, difronte al Male, hanno dato ascolto alla voce della loro coscienza.

Il concetto di Giusto, come ha spiegato il filosofo Andrea Tagliapietra (‘Il pudore dei Giusti’), è un concetto che risale alla Bibbia e che l’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha ripreso per onorare con un albero ‘i non ebrei che hanno salvato degli ebrei durante la Shoah’”.

Tale concetto di ‘giusto’ è stato esteso a chi nella storia ha cercato di impedire massacri: “La Giornata dei Giusti ha allargato questo concetto, dal punto di vista temporale e spaziale: Giusti infatti furono e sono anche, ad esempio, coloro che, tra il 1915 e il 1919, tentarono di impedire il genocidio degli armeni ad opera dei turchi, ma anche quei serbi che nascosero bosniaci, o gli appartenenti all’etnia Hutu che si opposero al genocidio dei Tutsi in Ruanda, o il custode del Museo del Bardo, a Tunisi, che sottrasse, il 18 marzo 2015, un gruppo di turisti italiani alla furia dei terroristi islamici, o la giornalista russa Anna Politkovskaja, assassinata il 7 marzo 2006 per aver denunciato i massacri in Cecenia e la politica liberticida di Vladimir Putin”.

Questi ‘giardini’ sono luoghi di rinascita per ricordare: “I Giardini dei Giusti sono luoghi di rinascita. Quello di Milano, sul Monte Stella, posa sulla poca terra che copre una collina fatta artificialmente con le macerie delle case distrutte dalla guerra. Il Giardino di Varsavia si trova in un parco sopra le rovine del Ghetto. In generale i Giardini danno un nuovo valore a luoghi altrimenti anonimi”.

Inoltre sono luoghi di racconti: “Custodiscono le storie dei Giusti di tutto il mondo. Le cerimonie annuali che onora nuovi Giusti sono l’occasione per rimemorarli. In questo modo, in un certo senso, li si riposta in vita. Attorno agli alberi dei Giusti ci si incontra, ci si ritrova, si fanno attività didattiche. Per gli studenti più piccoli, spesso le maestre spiegano le figure dei Giusti e poi anche il tipo e la caratteristica dell’albero (facendo così lezioni di Storia e Biologia).

Per gli studenti più grandi il Giardino diventa una sorta di Agorà, uno spazio dove si vive l’educazione civica, si impara meglio la Storia. Per i cittadini, il luogo della memoria viva e non retorica (diversa da monumenti e lapidi commemorative).

Nella maggior parte dei casi i Giardini sono fatti dai ragazzi delle scuole con i loro insegnanti. Gli studenti sono molto importanti anche per la cura dei giardini, perché possono adottare gli alberi e le figure che li rappresentano”.

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